11 febbraio giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, di Grazia Labate

Negli ultimi decenni, la comunità globale ha fatto molti sforzi per ispirare e coinvolgere donne e ragazze nella scienza. Tuttavia le donne e le ragazze continuano ad essere escluse dalla piena partecipazione alla scienza.


La scienza e l'uguaglianza di genere sono entrambe vitali per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo, concordati a livello internazionale, tra cui l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Negli ultimi decenni, la comunità globale ha fatto molti sforzi per ispirare e coinvolgere donne e ragazze nella scienza. Tuttavia le donne e le ragazze continuano ad essere escluse dalla piena partecipazione alla scienza.
Al fine di raggiungere il pieno e pari accesso e la partecipazione alla scienza per donne e ragazze, e raggiungere ulteriormente l'uguaglianza di genere e l'emancipazione di donne e ragazze, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato già dal 2015, l'11 febbraio giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza.

Un significativo divario di genere è persistito nel corso degli anni a tutti i livelli nelle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (STEM) in tutto il mondo. Anche se le donne hanno compiuto enormi progressi verso l'aumento della loro partecipazione all'istruzione superiore, sono ancora sottorappresentate in questi campi. L'uguaglianza di genere è sempre stata una questione centrale per le Nazioni Unite. A leggere report ed analisi anche a livello europeo si vede un sostanziale accordo nelle istituzioni dell’Unione, ed in quasi tutti i 27 paesi che vi aderiscono, sul fatto che l'uguaglianza di genere e l'emancipazione delle donne e delle ragazze daranno un contributo cruciale, non solo allo sviluppo economico del mondo, ma anche al progresso di tutti gli obiettivi e traguardi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

La realtà fattuale tuttavia denuncia che:
• Le donne ricevono in genere borse di ricerca più piccole rispetto ai loro colleghi maschi e, mentre rappresentano il 33,3% di tutti i ricercatori, solo il 12% dei membri delle accademie scientifiche nazionali sono donne.
• In campi all'avanguardia come l'intelligenza artificiale, solo un professionista su cinque (22%) è una donna.
• Nonostante la carenza di competenze nella maggior parte dei campi tecnologici che guidano la quarta rivoluzione industriale, le donne rappresentano ancora solo il 28% dei laureati in ingegneria e il 40% dei laureati in informatica.
• Le ricercatrici tendono ad avere carriere più brevi e meno ben pagate. Il loro lavoro è sottorappresentato in riviste di alto profilo e sono spesso sorpassate per la promozione a livelli apicali nei dipartimenti e nei team di ricerca.

Le donne e le ragazze rappresentano metà della popolazione mondiale e, quindi, anche metà del suo potenziale. L'uguaglianza di genere, oltre ad essere un diritto umano fondamentale, è essenziale per realizzare società pacifiche, con pieno potenziale umano e sviluppo sostenibile.

L’11 febbraio si celebra la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza: una ricorrenza per incentivare un accesso paritario delle donne alla scienza, promuovere l’uguaglianza di genere in questo campo e raggiungere una piena parità di opportunità nella carriera scientifica.

Una giornata per ricordare quanto, ancora oggi, stereotipi e pregiudizi rendano le carriere femminili un percorso ad ostacoli. Se ricerca e innovazione sono decisive per affrontare le grandi sfide globali (salute, sostenibilità, cambiamenti climatici), è miope non valorizzare tutti i talenti, maschili e femminili.

Secondo quanto riportato da Save The Children, oggi in Italia alla fine della scuola primaria le bambine ottengono risultati in matematica mediamente inferiori di 4,5 punti rispetto ai coetanei maschi: uno svantaggio che sale a -6,1 punti al secondo anno delle superiori e a -9,8 all’ultimo anno.

Mentre tra gli studenti con alto rendimento nelle materie scientifiche, solo 1 ragazza su 8 si aspetta di lavorare come ingegnere o in professioni scientifiche, a fronte di 1 su 4 tra i maschi. Un gap che ha origine nei primi anni di scuola e che si rafforza con la scelta del liceo o della facoltà universitaria: tra i diplomati nei licei i ragazzi sono più presenti in quelli scientifici (il 26% di tutti i diplomati rispetto al 19% delle ragazze), mentre solo il 22% delle ragazze si diploma in istituti tecnici, quasi la metà rispetto ai maschi (42%).Infine solo il 16,5% delle giovani tra i 25 e i 34 anni si laureano in facoltà scientifico-tecnologiche, a fronte di una percentuale più che doppia per i maschi (37%), un dato tuttavia migliore della media europea.

Un lungo percorso costellato di ostacoli che di conseguenza si riflette nel mondo del lavoro: nelle aree STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica), le giovani rappresentano il 41% dei dottori di ricerca, il 43% dei ricercatori accademici, solo il 20% dei professori ordinari e tra i rettori italiani solo il 7% sono donne.

«Bambine e ragazze, in Italia, come nel resto del pianeta, continuano a scontare sulla propria pelle un divario di genere che non permette loro di far fiorire le proprie potenzialità, semplicemente perché nessuno crede in loro o perché non viene offerta loro un’opportunità», ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children.

Un gap inaccettabile che con la pandemia rischia di diventare ancora più profondo, di lasciare indietro le bambine e le ragazze, soprattutto per coloro che vivono nei contesti di maggiore vulnerabilità socio-economica. Dove più gravi sono le conseguenze della povertà economica e della povertà educativa, il rischio di dispersione scolastica, compromettendo così la possibilità di far crescere le loro competenze e talenti.

“Ridurre le differenze e garantire pari opportunità”, dovrebbe essere il messaggio che tutte le istituzioni dovrebbero far pervenire al paese in occasione delle celebrazioni per la Giornata mondiale delle ragazze e delle donne nella scienza.

Proiettare sulle tre reti televisive nazionali i volti e le storie di alcune donne italiane, di formazione scientifica, che ricoprono o hanno ricoperto importantissimi incarichi a livello nazionale e internazionale, nel campo della ricerca scientifica o dal punto di vista manageriale nel campo delle nuove tecnologie.

Penso ad Angela Santoni (professoressa ordinaria di Immunologia e Immunopatologia all’Università La Sapienza di Roma, presidente della Società scientifica Italiana di Immunologia), Lucia Votano (fisica, ex direttrice dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso), Elena Grifoni Winters (capo gabinetto del direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea), Simonetta Iarlori (chief people di Leonardo), la scienziata Adriana Albini inserita dalla BBC tra le 100 donne più influenti dell’anno 2020, Docente di Patologia Generale all'Università Milano-Bicocca, Direttore del laboratorio di biologia vascolare e Angiogenesi dell'Irccs MultiMedica e direttore scientifico della Fondazione Multimedica Onlus.

A Vittoria Colizza, la scienziata italiana che tutta la Francia ascolta a proposito di Coronavirus, a Gabriella Greison, 45 anni, fisica nucleare, per due anni ha lavorato presso il centro di ricerche École polytechnique di Palaiseau di Parigi, e di mestiere fa la divulgatrice scientifica.

Ora con la sua trasmissione La teoria di tutte (in onda il lunedì alle ore 21.10 su canale 135 di Sky) aggiunge un tassello in più alla sua opera di divulgazione, perché non solo ci insegna ad amare la fisica e la biologia, ma anche a scoprire le scienziate che nei centri di ricerca d’eccellenza riconosciuti a livello internazionale del nostro Paese stanno disegnando il futuro.

Rosa Anna Corsaro, geologa catanese specializzata in petrologia e ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania, Mariafelicia De Laurentis, ricercatrice della sezione di Napoli dell’Infn (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), tra le protagoniste della rivoluzionaria ricerca che ha portato alla prima immagine di un buco nero, a Erminia Bressi in prima fila nelle nuove frontiere dell’oncologia presso il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica di Pavia.

Angela Marinoni, Climatologa, è ricercatrice al Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) a Bologna e lotta contro l’inquinamento.

Ogni settimana Angela si dirige verso l’Appennino per verificare quanto l’ambiente viene messo sotto pressione quando viene caricato di anidride carbonica. Insomma storie e messaggi che dimostrino che si può appartenere al mondo della scienza con onore, qualità del sapere e curiosità scientifiche da perseguire con tenacia per traguardare nuovi e più ampi successi.

Non possiamo rassegnarci. L’Italia è al 114esimo posto su 156 paesi per la partecipazione femminile al lavoro, secondo i dati del Global Gender Gap Report 2021, con un forte peggioramento dopo la pandemia, che ha colpito più le donne degli uomini.

Ma nell’istruzione, la situazione delle donne è migliore rispetto a quella degli uomini (per risultati scolastici o partecipazione universitaria, per esempio), ma sono poche le ragazze nei campi scientifici e tecnologici e ciò implicherà, negli anni futuri, minore occupazione e minori salari. Gli ultimi dati del ministero dell’Università mostrano che qualcosa sta cambiando nelle scelte di universitarie.

Nell’ultimo anno, si nota un aumento dell’immatricolazione delle ragazze in alcune materie Stem e un boom delle ragazze nell’informatica. Tra queste materie, crescono quelle più applicate, come architettura e ingegneria, anche se le ragazze restano comunque solo un sesto rispetto ai ragazzi iscritti a questi corsi.

L’auspicio è che i progetti previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che mirano ad ampliare i curricula degli studenti, attraverso un rafforzamento dell’apprendimento di discipline Stem e di competenze digitali, sostengano questa crescita e una riduzione delle disparità di genere.

In occasione della Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, che si celebrerà in tutto il mondo l’11 Febbraio, Aspen Institute Italia e Fondazione Bracco organizzano il prossimo 11 febbraio in modalità ibrida – digitale e in presenza - la Conferenza Internazionale Mind the STEM Gap a Dubai.

L’incontro prevede la partecipazione di Diana Bracco, President, Bracco Foundation and G20 Women Empowerment Ambassador; Elena Zambon, Vice Chairman, Aspen Institute Italia; Patrizio Bianchi, Italian Minister of Education; Elena Bonetti, Italian Minister for Family and Equal Opportunities; Paolo Glisenti, Commissioner General Italy Pavilion, Expo 2020 Dubai; Alberto Quadrio Curzio, President Emeritus, Accademia Nazionale dei Lincei; General Council Aspen Institute Italia; Rana Dajani, President of the Society for Advancement of Science and Technology in the Arab world; Maria Chiara Carrozza, President, CNR; Eleonora Dondossola, Faculty at the MD Anderson Cancer Center in Houston, Texas; STEM Expert, EAU; Ersilia Vaudo, Chief Diversity Officer, ESA; Cristina Messa, Italian Minister of University and Research, Gaela Bernini, Secretary General of Bracco Foundation, Presentation of the Aspen Scolarships in Stem disciplines; Marta Dassù, Senior Advisor European Affairs, Aspen Institute Italia.

Le eccellenze italiane, i rappresentanti delle istituzioni scientifiche e del Governo si confronteranno sul Mind stem gap. Ci auguriamo proposte innovative e paritarie.

Grazia Labate, ricercatrice in economia sanitaria già sottosegretaria alla sanità