La famiglia italiana: una, “divisibile” e in trasformazione

Presentato a Roma il libro di Claudia Mancina e Mario Ricciardi. All’incontro, promosso dall’editore Donzelli e dalla Fondazione Nilde Iotti, hanno partecipato gli autori insieme a Livia Turco, Stefano Ceccanti, Massimo Livi Bacci, Nadia Urbinati e Carmine Donzelli.

Per chi abbia seguito il dibattito interno al centrosinistra negli ultimi anni, il libro curato da Claudia Mancina e Mario Ricciardi è portatore di una novità fin dal titolo. Famiglia italiana è infatti l’intestazione data al volume edito da Donzelli, con quella formulazione al singolare che supera di slancio una questione che ha travagliato non poco il Partito Democratico e i suoi ascendenti, facendole preferire la formulazione plurale, “famiglie”, che sembrava essere più aperta e soprattutto più distante dalla tradizione cattolica della “famiglia”.
Ma, come spiega bene Claudia Mancina nel saggio che apre la raccolta, la famiglia è comunque una, portatrice, pur nelle sue tante forme, di alcune caratteristiche essenziali: è il luogo dell’intimità; è la sede di una relazione sessuale socialmente riconosciuta; è la sede della procreazione e dell’educazione dei figli; è terminale del welfare. Tutte caratteristiche che si ritrovano nella famiglia italiana di oggi, al di là che sia eterosessuale o omosessuale, legata da matrimonio o semplicemente dalla reciproca scelta.
“Questo è un libro utile, perché pone le domande di fondo, quelle necessarie a comprendere la realtà che abbiamo davanti e a costruire le politiche necessarie a rispondere alle esigenze di questa famiglia italiana”, ha detto Livia Turco aprendo la presentazione del volume, organizzata dalla Fondazione Nilde Iotti nella Sala Capitolare di Santa Maria sopra Minerva a Roma il 31 maggio scorso.
E Turco ha anche indicato alcune direttrici di lavoro su cui muoversi: buona e piena occupazione femminile , politiche che consentano la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, impegno contro la disoccupazione giovanile.
All’incontro hanno preso parte, oltre ai curatori del volume, il costituzionalista Stefano Ceccanti, il demografo Massimo Livi Bacci e Nadia Urbinati, filosofa e editorialista de La Repubblica. Coordinatore del dibattito, l’editore Carmine Donzelli, a testimonianza della funzione di impulso data dalla casa editrice a questo lavoro a più mani. Oltre ai saggi di Mancina e Ricciardi, che danno un inquadramento teorico del tema, la raccolta contiene infatti i saggi di Giuditta Brunelli, dedicato alla famiglia nella Costituzione, di Letizia Mencarini, che disegna la realtà demografica della famiglia in Italia negli ultimi anni, e di Ruggero Palladini, che dedica il suo saggio alle politiche fiscali in materia.
Nel corso della presentazione, tutti gli intervenuti si sono mostrati concordi nel ritenere che, al di là delle banalizzazioni, la famiglia, in Italia e non solo, mostri di avere oggi una crescente vitalità, al di là della riduzione del numero dei matrimoni e dell’aumento di separazioni e divorzi. Non è più una famiglia indissolubile, ma piuttosto “temporanea”, come la definisce Nadia Urbinati, eppure il suo ruolo resta importantissimo. Anzi, come ha sottolineato Livi Bacci, poiché nel corso del tempo la famiglia a visto accrescersi le sue funzioni, con un parallelo maggiore investimento sui figli in termini di cura, istruzione e risorse economiche, oggi la sua “crisi” è dovuta proprio a questo “eccesso di funzioni”, che dovrebbe portare a sviluppare politiche che consentano ai giovani di conquistare più rapidamente l’autonomia, uscendo dalla famiglia d’origine nei tempi fisiologici.
Ma secondo Urbinati la famiglia in Italia soffre anche di una specifica criticità: la forte presenza della cultura cattolica ha infatti impedito lo sviluppo di una visione liberale della famiglia, che invece nel liberalismo classico, a partire da Locke, ha sempre avuto grande spazio. Questo modello di famiglia liberale, associazione frutto della libera scelta individuale, fondata sui diritti e sull’uguaglianza deve essere invece il paradigma della “nuova famiglia”, che ovviamente non può escludere nessuna scelta e dunque comprende anche la famiglia omosessuale.
Ma se sul piano teorico questa dimensione di famiglia è, almeno in questo confronto, condivisa, resta il problema di come tradurre tutto ciò in termini di legge. Il saggio di Brunelli contenuto nel volume suggerisce un’interpretazione della celebre sentenza n. 138/2010 della Corte Costituzionale (relativa alla richiesta di riconoscimento del vincolo matrimoniale da parte di una coppia omosessuale), che spingerebbe a muoversi verso una modifica dell’articolo 29 della Costituzione, quello dedicato appunto ai diritti della famiglia, per aprire tali diritti anche alle famiglie create da persone dello stesso sesso. Una posizione non condivisa da Stefano Ceccanti, che l’ha confutata intervenendo nella discussione, suggerendo invece di percorrere una strada diversa, a partire dall’articolo 2 della Costituzione relativo ai diritti individuali e di associazione, per arrivare comunque al riconoscimento delle unioni omosessuali.
Molte, dunque, le questioni teoriche e politiche che il tema della famiglia apre. Questo libro offre senz’altro molti strumenti per poterle affrontare con maggiore conoscenza e consapevolezza, poiché, come ha sintetizzato Mario Ricciardi, “Occorre partire dai fatti per comprendere le semplificazioni, guardare la realtà per ragionare sui princìpi, ragionare sui princìpi per superare le distinzioni ideologiche”.
Eva Antoniotti
Claudia Mancina, Mario Ricciardi
Famiglia italiana. Vecchi miti e nuove realtà
Donzelli Editore
2012, pp. XVI-192, € 16,00