A Bologna il convegno 'Tempi di vita e di lavoro in Italia e nell'Unione Europea'

(ANSA - 23/10/2014)


Nel 2013, l'Italia ha registrato un tasso di occupazione femminile pari al 50%, tra i piu' bassi d'Europa. Poco meglio della Grecia, fanalino di coda dell'Ue con il 43%, mentre la Svezia, in testa, ha abbondantemente superato il 75%. Sono dati Istat del 2013, che sono stati portati oggi al convegno 'Prendere tempo - Tempi di vita e tempi di lavoro in Italia e in Europa oggi', tenuto a Bologna nella Biblioteca Sala Borsa e promosso dalla Commissione pari opportunita' di Legacoop e dalla Fondazione Nilde Iotti per ricordare quanto ancora ci sia da fare per ristabilire la parita' tra i sessi. In Europa, l'occupazione delle donne tra i 20 e i 49 anni e' calata anche in base al numero di figli, ma se in Danimarca una donna con 3 figli ha trovato lavoro in piu' dell'80% dei casi, in Italia questo e' accaduto a malapena nel 40% dei casi, ben al di sotto della media europea, attorno al 53%. "Viviamo in una societa' permanentemente attiva - ha spiegato Dora Iacobelli, vicepresidente di Legacoop - I tempi della di vita nelle citta' sono cambiati, cosi' come i ruoli all'interno della famiglia. Nel welfare, si allarga il divario tra bisogni e risposte delle istituzioni". Passando al lavoro part-time, il Belpaese e' riuscito a sfiorare le medie europee con entrambi i sessi, raggiungendo l'8% per gli uomini e superando il 30% per le donne. La componente 'part-time involontario', pero', ovvero l'impiego accettato in mancanza di occasioni full time, e' piu' che raddoppiata: a fronte, infatti, di una media europea del 30%, nel 2013 in Italia si sono raggiunti i 63 punti percentuali (peggio solo Grecia e Spagna, con 68 e 64%), mentre il Belgio e' arrivato a quota 10%. Secondo l'Istat, insomma, il lavoro a tempo parziale non si e' dimostrato il miglior strumento di conciliazione tra i tempi di vita e quelli del lavoro. A riguardo, il sottosegretario al Ministero del Lavoro Teresa Bellanova ha mandato un messaggio al convegno bolognese per dire che proporra' al governo "un tavolo per le politiche di conciliazione di tempi di vita e lavoro, a partire da quelle gia' messe in campo dall'esecutivo". Queste carenze, unite a una rigidita' dei ruoli di genere che in Italia ha portato le donne occupate a lavorare un'ora in piu' al giorno rispetto agli uomini (8,36 contro 7,31), hanno ulteriormente complicato la posizione femminile: quasi un quarto delle donne con un lavoro che hanno avuto un figlio nel 2010, ha infatti perso il posto nel 2012. Secondo il sindaco di Bologna Virginio Merola, intervenuto durante il convegno, la Legge 'per il sostegno della maternita' e della paternita', per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle citta'', la 53 del 2000, "apri' il paese ad un campo di esperienze che, purtroppo, non furono largamente supportate dall'intervento pubblico". "Ora - ha concluso il primo cittadino bolognese - le politiche di genere devono emergere grazie anche all'attenzione delle istituzioni".