I Diritti umani: un cammino di civiltà di Livia Turco

L'idea di un momento di studio e di riflessione sul tema dei Diritti umani è nata dapprima nell'ambito della Associazione ex parlamentari e si è estesa, poi, per merito del Senatore Manconi, al Senato che ci ospita ed alla Fondazione Iotti.

Un grazie di cuore ai relatori che generosamente hanno accettato di guidarci sulla  base della loro esperienza e dello studio dedicato al tema.

 

L'intervento introduttivo al convegno del 20 aprile.


Ci rendiamo conto di essere una piccola forza di fronte alla immensità del problema, ma vogliamo essere lievito di un approfondimento e di un impegno che deve coinvolgere ognuno di noi nel proprio campo di influenza e di lavoro.

Non chiudiamo di certo gli occhi di fronte alle tragedie delle quali ogni giorno abbiamo notizia ,ma offriamo quello che possiamo offrire: il nostro interesse e la nostra volontà  di  far crescere la cultura della comunità.

Nel 1990 Norberto Bobbio ha sottolineato "che l'enorme importanza del tema dei diritti dell'uomo dipende dal fatto che esso è strettamente connesso con i due problemi fondamentali del nostro tempo, la democrazia e la pace. Il riconoscimento e la protezione dei Diritti dell'uomo stanno alla base delle Costituzioni democratiche e, nello stesso  tempo, la pace è il presupposto necessario per l'effettiva protezione dei Diritti dell'uomo  nei singoli Stati e nel sistema internazionale".

Nel dopoguerra si è molto lavorato sul tema dei diritti umani a partire dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo approvata dalla Assemblea generale delle Nazioni Unite   il 10 dicembre 1948 e maturata, dopo un'intensa attività preparatoria del Consiglio economico e Sociale (ECOSOC) come reazione morale agli orrori del totalitarismo e della guerra mondiale.

 

Essa costituisce il punto di partenza per le successive norme internazionali a tutela della persona. Fra queste vogliamo ricordare le Convenzioni Internazionali sullo Statuto dei Rifugiati e degli Apolidi, quella sulla eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale e3 quella a danno delle donne, la Convenzione contro la tortura e le altre pene  crudeli, inumane o degradanti, la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia approvata solennemente a New York nel novembre del 1989.

Anche sul piano europeo il tema è stato vivamente presente basta ricordare la Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione europea, approvata a Nizza nel dicembre 2000 che, come stabilisce il Trattato di Lisbona, "ha lo stesso valore giuridico dei Trattati".

 

Per quanto riguarda quest'ultimo va sottolineato che tra i "valori" che costituiscono il patrimonio fondamentale dell'Unione europea rientra il rispetto dei Diritti umani. Vale la pena di riportare questo articolo fondamentale. "L'Unione si fonda sul rispetto della dignità umana, della libertrà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze . Questi valori, continua il Trattato di Lisbona, sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra uomini e donne".

 

Passando dal diritto internazionale e comunitario al diritto interno, la Dichiarazione universale ONU dei Diritti dell'uomo del 1948 costituisce il nucleo storicamente primo del costrituzionalismo moderno ed ispira anche le scelte fondamentali della nostra Costituzione. Basta infatti ricordare l'art. 2 della nostra Costituzione il quale recita: "La Repubblica riconosce e garanisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità." Norma completata dal secondo comma dell'art. 3  il quale assegna alla Repubblica il compito di "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini impediscono ilpieno sviluppo della person umana".

 

Certamente, negli ultimi decenni, molto si è andati avanti nella realizzazione dei Diritti umani: basta pensare agli Stati Uniti d'America degli anni sessanta, a Martin Luther  King, alle lotte ed alle discriminazioni di quegli anni nei quali un Presidente afro americano non era immaginabile.

 

Ma vi è un drammatico rovescio della medaglia, ce lo dimostrano fra l'altro, il comportamento di tanti Stati europei nei confronti degli immigrati e dei rifugiati. Quando nel 1989 con una solennità fortissima e la presenza di centinaia di capi di Stato e di governo è stata firmata a New York la Convenzione sui Diritti dell'infanzia, in molti abbiamo  creduto e sperato che qualcosa cambiasse davvero. Ci ritroviamo oggi con i bambini-soldato o sfruttati con orari agghiaccianti nei campi e nelle fabbriche, urtiamo ancora con episodi  ignomignosi di violenza e turismo sessuale, vediamo i bambini caduti dai gommoni e morti in mare. Abbiamo persino visto dei bambini ai quali è stato insegnato a decapitare i prigionieri e tutto questo costituisce solo una della tante notizie dei telegiornali.

 

Perchè anche le "buone leggi sono solo parzialmente applicate?  Perchè le nostre coscienze non si ribellano?  Perchè le istituzioni continuano a rimandare   i problemi da un vertice all'altro?

Occorre davvero un forte cammino di consapevolezza e di ribellione; un cammino di civiltà al quale vorremmo dare oggi un piccolo contributo.

 

Livia Turco