Tanti carissimi auguri amica speciale!

Nella Sala della Regina della Camera dei Deputati giovedì scorso, 15 settembre, si svolgeva una bella iniziativa dedicata alla conquista del Diritto di Voto da parte delle donne, organizzata dalle donne del PD e dalla Fondazione Iotti.

 

Quando prende la parola, Rosa Russo Jervolino ci spiazza tutte. Con tono di voce fermo e determinato dice "Non bastano parole occorrono fatti..."


Nella Sala della Regina della Camera dei Deputati giovedì scorso, 15 settembre, si svolgeva una bella iniziativa dedicata alla conquista del Diritto di Voto da parte delle donne, organizzata dalle donne del PD e dalla Fondazione Iotti.Quando prende la parola, Rosa Russo Jervolino ci spiazza tutte. Con tono di voce fermo e determinato dice "Non bastano parole occorrono fatti. Propongo che dopo la riunione si costruisca un gruppo di lavoro che definisca i punti concreti relativi alla condizione delle donne da porre al centro della prossima legge di stabilità".

 

Poi svolge una riflessione bella e profonda sulle nostre Madri Costituenti concludendo con il ricordo della Madre Maria de Unterrichter Jervolino, quando in Aula, il 3 maggio 1947, pronunciò il bellissimo discorso di saluto a Maria Montessori: "Questa donna che rivolge i suoi occhi da giovane scienziata al fanciullo e riconosce in questa meravigliosa creatura di Dio la leva su cui ricostruire il mondo" che ritornava finalmente in Italia dopo gli anni bui del fascismo.

 

Al termine del suo molto applaudito intervento alcune donne attorno a me commentarono "quanta energia Rosetta". Avrei voluto alzarmi e dire "questa donna così energica, acuta e generosa sabato 17 compie ottant'anni". Mi sono trattenuta perché non sapevo se avrebbe fatto piacere a Rosetta sbandierare i suoi anni.

 

Certo sarebbe stato divertente vedere lo stupore sul volto delle persone.

Auguri carissima Rosetta, amica e maestra. Donna bella, gentile, disponibile, acuta. Madre speciale che ha cresciuto ed educato nel dolore della perdita del marito in età giovane, tre splendidi figli e figlie.

 

Ciò che mi ha sempre colpito di Rosetta è la sua straordinaria disponibilità verso gli altri.. sempre pronta ad ascoltare, ad agire, a reagire. Non c'è nulla d'impossibile per Rosetta, bisogna, difronte ai problemi, darsi sempre da fare, cercare le soluzioni, non rinunciare mai.

 

C'è qui un moto dell'animo, una forza umana interiore, trasmessa anche da genitori che le hanno insegnato molto della vita e della bellezza del sapere e della cultura, ma anche l' espressione di una concezione della politica che è per eccellenza promozione e ricerca del bene comune, servizio per il paese e per gli altri.

 

Rosetta Jervolino è una grande donna politica che ha ricoperto ruoli molto importanti ma sempre segnati da questo modo di praticare la politica: il confronto, la relazione con gli altri, l'ascolto, il fare concreto. La semplicità e la profondità del pensiero, la disponibilità umana ed il rigore nei comportamenti e negli studi, nel modo di governare e legiferare.

 

Rosetta è stata un grande Ministro degli Affari Sociali. A lei si devono leggi fondamentali come la legge 104 per il sostegno e la presa in carico delle persone disabili, la legge sul volontariato, la legge per l'infanzia ed i minori in difficoltà.

Ha lavorato su leggi fondamentali come la riforma del Diritto di Famiglia e la legge sulle Adozioni con la sua grande amica, la comunista Giglia Tedesco.

 

E' stata un eccellente Ministro della Pubblica Istruzione e la prima donna Ministra degli Interni durante il governo D'Alema. Poi è stata una autorevole presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera e prima donna Sindaco di Napoli. Ha svolto ruoli di grande responsabilità nel momento delicato del cambiamento della Democrazia Cristiane nel Partito Popolare. E' stata una tenace costruttrice dell'Ulivo. Molte di noi hanno sperato che la sua autorevolezza  fosse messa a disposizione per realizzare la prima volta di una donna Presidente della Repubblica. Ma il gioco maschile perse quella importante occasione..

 

Quando conobbi  Rosa Jervolino fui colpita dalla sua semplice eleganza e bellezza e dal suo profondo rispetto per gli altri. In questo caso il profondo rispetto per la storia e la realtà del partito Comunista Italiano.

 

Ricordo quando sui banchi parlamentari, lei democristiana io comunista, lei autorevole e competente, io giovane ed ancora inesperta, ci trovammo a scrivere una mozione parlamentare per la prevenzione dell'aborto, l'applicazione della legge 194, il sostegno della maternità. Sapevamo che i nostri punti di vista erano diversi, che avremmo presentato differenti e distinte Mozioni parlamentari, ma noi volevamo evidenziare i punti in comune e magari pervenire ad un unica Mozione, ci riuscimmo e quello fu un grande momento.

 

Un nuovo inizio della politica,  quello che avrebbe portato a costruire il progetto dell'Ulivo. Perché  i grandi progetti, i pensieri lunghi partono tante volte da quelle che sembrano piccole cose..

 

Ho condiviso con lei momenti belli ed intensi. Penso alle riunioni delle donne per l'Ulivo. Eravamo molto convinte di questo progetto e lo vivevamo nel suo aspetto più profondo, nella sua sfida più difficile: mettere a disposizione le nostre radici, il nostro patrimonio di valori per guardare al futuro, per costruire una democrazia compiuta e matura che portasse a compimento il progetto che fu di Aldo Moro e di Enrico Berlinguer.

 

Eravamo convinte che le donne avessero una marcia in più, che avremmo potuto sollecitare  i nostri uomini a elevare lo sguardo a guardare e non scartare i temi più difficili della libertà e della dignità umana come i temi bioetici, non solo perché di fondamentale importanza ma perché avevamo come donne un bagaglio di pensieri, di battaglie e di conquiste che potevamo mettere a disposizione.

 

Per costruire mediazioni e sintesi chiare ed innovative, come seppero fare le nostre Madri costituenti. Sapemmo costruire quelle sintesi che ci consentirono di proporre all'Ulivo punti chiari e qualificanti per il sostegno alle famiglie, la tutela della maternità, la applicazione della legge 194/78 per il riconoscimento delle convivenze al di fuori del matrimonio.

 

Ricordo quando iniziò  la stagione dei Governi dell'Ulivo. Quando entrai nel Ministero della Solidarietà Sociale  sentii subito l'eco della presenza di Rosetta, della sua eredità nel ricordo delle persone che con lei avevano lavorato, nei provvedimenti che aveva adottato per il miglioramento nella giustizia sociale del nostro paese.

 

Ma il ricordo più intenso è quando ci trovammo sull'aereo che ci portava nell'Albania povera e politicamente lacerata e nei Balcani che bruciavano per la guerra. Incontrammo le autorità albanesi e spiegammo loro che era nell'interesse del loro Paese e dei loro cittadini che il governo albanese approvasse una legge contro gli scafisti per contenere e combattere l'immigrazione clandestina.

 

Fu doloroso spiegare loro che l'Italia non era l'Eden ma un paese accogliente e democratico in cui però agivano forze ciniche e spregiudicate che con la connivenza della criminalità albanese sfruttavano in modo bieco riducendoli in stato di schiavitù le loro donne e le loro bambine e ragazzi.

 

Proponemmo una cooperazione fatta non solo di soldi ma di sostegno alla costruzione del loro Stato, alla definizione delle loro leggi, al sostegno e collaborazione con le loro ONG, al sostegno alla loro economia per creare sviluppo e lavoro garantendo anche canali d'ingresso regolari per lavoro nel nostro paese di cittadini albanesi. Ricordo l'arrivo nella grande tenda che avevamo allestito come Governo Italiano ai confini del  Kosovo per accogliere le persone che fuggivano dalla guerra.

 

Da Ministro degli Interni in quel clima culturale difficile, dopo l'approvazione della legge40/97 sull'immigrazione ebbe il coraggio di promuovere un atto realistico ma molto contestato: la sanatoria degli immigrati irregolari da tanti anni presenti nel nostro paese ed utili alle nostre famiglie ed alle nostre imprese.

 

Se non ci fosse stata in quel preciso tempo la sensibilità umana di Rosetta Ministro degli Interni avremmo dovuto faticare molto di più a convincere prefetti e forze dell'ordine della grande importanza dell'articolo 18 contenuto nella nuova legge sull'immigrazione che combatteva la riduzione in stato di  schiavitù prendendo in carico le donne con la concessione di  un permesso di soggiorno e con  la presa in carico umana e sociale . Fu fondamentale la sua competenza e la sua sensibilità perché da  Presidente della Commissione Affari Costituzionali si adoperasse per  un approvazione in tempi rapidi della nuova legge sull'immigrazione.

 

Con Rosetta ho condiviso in modo particolare due passioni difficili ma molto coinvolgenti: la passione per il sociale e la passione per i dritti e la dignità delle persone migranti.

 

Ricordo Rosetta sindaco di Napoli, la sua popolarità, il suo rapporto con la gente, i momenti difficili che visse ed anche le avarizie e le ingenerosità che le riservarono alcuni dirigenti del nostro partito (donne comprese).

 

Ho sempre incontrato Rosetta con il sorriso sulle labbra.

Quando ha lasciato la politica istituzionale si è dedicata al volontariato, all'impegno prezioso nella nostra Fondazione Nilde Iotti, allo studio, alla trasmissione del suo grande bagaglio di competenze alla più giovani.

 

E' sempre bello ascoltare le sue riflessioni, riflettere insieme sui passaggi della nostra storia individuale e politica.

Ma le parole ed i pensieri di Rosetta guardano sempre avanti, sono tesi a capire i cambiamenti dell'oggi a come si può costruire un futuro per i nostri figli.

 

Mentre compie i suoi ottanta anni lei pensa al futuro, pensa agli altri, pensa ai nostri giovani.

Per questo le sue parole sono così piene di energia.

Tanti carissimi auguri amica speciale!

La Fondazione Nilde Iotti ti abbraccia con il calore di tutte le sue e suoi aderenti.

 

Livia Turco