L’Umbria ha una legge sulle politiche di genere

1. La Regione riconosce il valore della differenza e della libertà femminile e si propone di promuovere nuove forme di convivenza, più giuste e rispettose delle differenze, basate sul principio dell’interdipendenza che lega tra di loro gli esseri umani e questi agli altri esseri viventi, alle risorse naturali, produttive e culturali in un’ottica di condivisione delle responsabilità tra i sessi e le generazioni e nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità. La condivisione delle responsabilità tra i sessi e le generazioni è riconosciuta e fondata sul principio di equità di distribuzione del potere e delle risorse.


2. La Regione favorisce la partecipazione di entrambi i generi alla fruizione di beni comuni e promuove un modello di sviluppo giusto e solidale, basato sul valore della sobrietà, sul saggio utilizzo delle risorse ambientali, della conoscenza, della ricerca e del patrimonio artistico e culturale.

3. La Regione riconosce il valore delle conoscenze, delle esperienze e delle competenze femminili e promuove il trasferimento e lo scambio di buone pratiche prodotte dalle donne nelle professioni, nella ricerca, nell’attività culturale e imprenditoriale, nella solidarietà e nel volontariato.

4. La Regione si ispira ai principi della cooperazione solidale, del rispetto dell’ambiente e degli ecosistemi per affermare stili di vita basati su modalità di relazioni e pratiche di lavoro e di vita rispettose delle differenze.

5. La Regione adotta il principio della trasversalità delle politiche di genere in tutte le politiche pubbliche regionali con particolare riferimento ai settori dell’istruzione, del lavoro, della formazione, delle attività economiche, del welfare e della sanità.

6. Le disposizioni della presente legge costituiscono principio per le politiche pubbliche regionali di settore e per le azioni del sistema amministrativo regionale.

Sono questi i sei principi cardine della legge regionale “Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra uomini e donne”. che l'Assemblea legislativa dell'Umbria ha approvato a maggioranza a fine novembre scorso.

Si tratta di una “legge-quadro” che va ad intersecarsi con le leggi di settore e le politiche di servizio che la Regione mette in campo in diversi ambiti, dalla salute al lavoro.

In più contiene delle parti riguardanti il contrasto alla violenza sulle donne, come la Rete dei servizi antiviolenza, di cui fanno parte i Comuni, le aziende ospedaliere, le Ausl, il Cpo (Centro pari opportunità) e i Centri antiviolenza.

Nello specifico l'atto è sostenuto da una norma finanziaria che prevede, già per il 2016, 200mila euro: 100mila per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere; 50mila per la promozione della cultura della differenza nelle scuole e la formazione del personale, 40mila per le azioni della Regione riguardo la diffusione delle buone pratiche per nuovi stili di vita, la promozione di esperienze di vita solidali e sostenibili, 10mila per interventi di comunicazione e informazione”.