La rivincita delle signore
di Natalia Aspesi, da la Repubblica del 18 novembre 2011

Forse dovrà passare un po´ di tempo prima che ci si abitui a queste signore normalissime e potenti, sconosciute e autorevoli, e che magari, come ministri tecnici della crisi ci faranno soffrire, forse sorridendo e forse no.

Non ragazze ma signore. In età non da show girl ma adatta alle competenze di ministro. Tailleur un po´ squadrati possibilmente con pantaloni comodi. Bei tacchi solidi e non a spillo. Pure nonne, e alle spalle decenni di studio, lavoro, impegno, carriera, successo professionale. A parte guidare tre ministeri essenziali, dovranno con la loro presenza e il loro lavoro rassicurare le altre donne, ormai prostrate dall´idea che se sei femmina la vita finisce a trent´anni, che studiare non serve, che se hai una figlia carina devi consigliarle la professione di escort, che se non passi dalla tivù non sei nessuno, che solo il chirurgo plastico ti rende uguale a tutte e quindi appetibile, che fare il ministro dipende dalle belle gambe, dal letto di qualche potente, da una cascata di capelli rossi o dalla capacità vanesia di rimbeccare con sarcasmo nei talkshow anche mitissimi interlocutori.
Forse dovrà passare un po´ di tempo prima che ci si abitui a queste signore normalissime e potenti, sconosciute e autorevoli, e che magari, come ministri tecnici della crisi ci faranno soffrire, forse sorridendo e forse no. Però: il nuovo ministro dell´Interno, signora Anna Maria Cancellieri potrebbe essere più severa, se non altro per la lunga carriera prefettizia, del suo predecessore Maroni, che pure, nell´affanno generale dei tempi bui, pareva tra i suoi colleghi il più volonteroso; il nuovo ministro della Giustizia, signora Paola Severino, prende solo adesso il posto che le era stato offerto quando Alfano fu promosso segretario del Pdl, poi occupato da Nitto Palma come un´ombra, di cui infatti è impossibile ricordare la faccia; il nuovo ministro del Lavoro, politiche sociali e pari opportunità, la signora Elsa Fornero, sostituisce da sola due ministri, uno fin troppo bello e giovane, Mara Carfagna, l´altro forse fin troppo malinconico e pio, Sacconi; anche se pure nel nuovo governo da questo lato non si scherza. Tutte e tre le signore sono ultrasessantenni, essendo comunque l´età media dei componenti di questo governo 63 anni, dieci in più del precedente E comunque signore di aspetto giovanile pur senza civetterie, inutili nel loro mestiere, che sollievo! Più vicine come aspetto, abbigliamento, sorriso, determinazione e autorità, ad Angela Merkel piuttosto che alla più scomposta e apparentemente neghittosa Brambilla, passata sui banchi di governo vistosamente ma anche inutilmente.
Ci si stava abituando, purtroppo, tra le tante malinconie o rabbie vissute negli anni passati e si spera irripetibili, che governare per una donna voleva dire esibirsi in televisione, spalancare gli occhioni sul nulla della propria insipienza e spesso arroganza, e soprattutto ubbidire al capo, in eterna adorazione e in quella totale sudditanza che viene considerata ovvia virtù femminile. D´altra parte solo la benevolenza del capo, nata dal disprezzo per le donne, le aveva fatte assurgere alle poltrone di governo dal nulla, seguito da un corso accelerato di politica della durata di tre giorni. Venivano premiate soprattutto perché carine e si sa che l´ex premier tali vuole le donne, anche fuori dal boudoir.
Del resto, le signore e signorine ministro non si potevano definire più incompetenti della maggior parte dei maschi, oltretutto quasi sempre bruttissimi, scivolati sulle loro poltrone per meriti modesti e talvolta inconfessabili. Non si riesce a immaginare che le nuove tre ministre di massima autorità, non sappiano se necessario tenere testa al presidente del Consiglio Monti, non tanto disubbidendo quanto convincendolo delle loro ragioni. Certo sarà un duro esercizio per noi, ridotti anche senza volerlo ad audience, rinunciare alle grazie televisive, qualsiasi castronata dicessero, delle nostre molte precedenti ministre e sottosegretarie, anche le più birichine (Meloni, ministro piccino alle Politiche giovanili), le più rovinose (Gelmini, ministro presuntuoso all´Istruzione), le più antipatiche (Bernini, ministro scocciato alle Politiche europee), le più lacrimose (Prestigiacomo ministro frustrato dell´Ambiente), le più fotogeniche (Carfagna ministro inascoltato delle Pari opportunità), le più noiose (Brambilla ministro non raffinato al Turismo), la più terrorizzante (Santanchè sottosegretario di cattivo carattere, all´Attuazione del programma).
Cosa ci ricorderemo di queste signore, viste e riviste migliaia di volte, in quella che è stata la lunga drammatica fiction di questi nostri drammatici anni? Forse i tanti servizi fotografici pubblicati da Chi, che togliendo quel decoro che se non loro, almeno la loro carica esigeva, le hanno mostrate come qualsiasi divetta, avvinte nell´ombra della notte a fidanzanti o sconosciuti, oppure intente a qualsiasi cosa (cucina, abito da sposa, gioco con cani, battesimi, accanto alla zia suora, alla partita) purché non fosse la loro carica. Quando il settimanale mondadoriano avrà finito la serie di servizi sulle nuove ministre donne, riprese, loro consentendo, in quanto amorevoli nonnine (oppure intente a picchiare selvaggiamente i nipotini, se al tuttora padrone facesse piacere per suo cattivo umore, renderle odiose alle lettrici di cuore tenero), di chi mai, in politica, potrà parlare? Forse delle ministre giubilate ma sempre vigili e pronte, mentre si fidanzano, si sposano, fanno figli, preparano la tavola di Natale, fanno regali agli orfanelli afgani.
Natalia Aspesi