“Ciao Leda”. Rosa Russo Jervolino ricorda Leda Colombini
(Fabbrico di Reggio Emilia, 10/01/1929 – Roma, 6/12/2011)

L’abbiamo vista l’ultima volta (ma non pensavamo certo che fosse l’ultima) il 30 novembre scorso nella Sala del Consiglio Provinciale di Roma, al bellissimo memorial di Nilde Iotti. Poi all’improvviso, una settimana dopo, la notizia della sua morte. Una notizia tristissima e del tutto inattesa. Una morte, quella di Leda, che si può definire “bella”, se ha senso chiamare “bella” la morte. Certamente una morte che le fa onore: nel carcere di Regina Coeli mentre, come ogni giorno, faceva volontariato fra i reclusi.

L’abbiamo vista l’ultima volta (ma non pensavamo certo che fosse l’ultima) il 30 novembre nella Sala del Consiglio Provinciale di Roma, al bellissimo memorial di Nilde Iotti.
L’atmosfera era ricca di commozione e di affetto: ricordavamo insieme la nascita di una illustre compagna ed amica della quale tutte siamo fiere: la Signora della Repubblica. Leda era, come al solito, piena di energia, reduce da un viaggio di lavoro a Palermo compiuto nella mattinata. Alla fine ci siamo salutate dandoci appuntamento ai prossimi impegni della Fondazione Iotti che sono incontri politici, ma anche di amicizia.
Poi all’improvviso, una settimana dopo, la notizia della sua morte. Una notizia tristissima e del tutto inattesa. Una morte, quella di Leda, che si può definire “bella”, se ha senso chiamare “bella” la morte. Certamente una morte che le fa onore: nel carcere di Regina Coeli mentre, come ogni giorno, faceva volontariato fra i reclusi. Quindi solidarietà ed impegno per gli altri fino all’ultimo giorno, fino all’ultimo respiro. Leda era una donna eccezionale, lo sapevamo da sempre. Il suo coraggio, la sua voglia di costruire un mondo più giusto e solidale lo aveva dimostrato fin dai primi anni di vita emergendo malgrado la povertà, la impossibilità di seguire un corso regolare di studio, le mille difficoltà ed i pregiudizi che una donna deve sempre superare. Il suo Partito, il PCI, è stato per lei davvero “una scelta di vita” forte e causa di tanto positivo lavoro al quale Leda si è, per lunghi anni, dedicata con intelligenza e passione. In Parlamento è stata una presenza forte, vivace, significativa che ha lasciato il segno nella legislazione italiana, sempre con decisione in difesa dei diritti dei più poveri, dei più deboli. Il modo più bello e più degno di esercitare la sovranità popolare; il modo – oggi tanto raro – di far capire ed amare la politica.
Ci sono tante leggi che portano il segno positivo del suo pensiero e del suo impegno, ricordiamone soltanto due: la legge sul volontariato (la 266 del ’91) e la legge sui disabili (la 104 del ’91) che l’ha vista vera e propria protagonista e coraggiosa sostenitrice nelle tante difficoltà che è stato necessario superare.
I suoi funerali, giustamente celebrati nel carcere di Rebibbia, sono stati un po’ la sintesi della sua vita. La sala del teatro gremita di persone che non soltanto le volevano bene, ma che erano testimoni veri dei suoi molteplici impegni di solidarietà: prima di tutto le recluse ed i loro bambini che Leda non voleva dietro le sbarre e che curava personalmente.
Ciao Leda, le tue compagne, le tue amiche continueranno a ricordarti ed a volerti bene. Da anni tutte insieme lottiamo perché il diritto delle donne ad essere più presenti nelle istituzioni venga riconosciuto e rispettato. Ma non è questione solo di numeri; è questione di qualità della rappresentanza che è presupposto necessario per la qualità della democrazia. Tu che hai lasciato un esempio chiarissimo e bello che cercheremo di imitare. Per questo siamo fiere di te e cercheremo di renderti onore.
Rosa Russo Jervolino