"I Morandini delle donne" cinema italiano al femminile
di Silvana Mazzocchi da La Repubblica del 22 gennaio 2011
 

Il volume ripercorre oltre 60 anni di storia attraverso la conversazione tra il celebre critico e suo nipote, sceneggiatore e documentarista. Una carrellata di attrici, registe, produttrici e comparse che ricostruisce l'evoluzione della nostra società e il cammino per l'emancipazione.
 

 Il cinema e le donne. Attrici  e protagoniste. Com'erano, come sono state raccontate e come hanno interpretato personaggi diversi nel tempo, dal neorealismo al melodramma, dalle pellicole d'impegno politico e sociale alla commedia all'italiana. I Morandini delle donne, oltre sessant'anni di cinema al femminile, è una conversazione tra il celebre critico cinematografico Morando Morandini senior, classe 1924, autore di innumerevoli libri e coautore (con Laura e Luisa Morandini) dell'ormai irrinunciabile Dizionario dei film, edito con cadenza annuale da Zanichelli, e suo nipote, Morando Morandini junior, classe 1957, sceneggiatore e documentarista. Ma è anche un libro che si legge come un romanzo e che mostra, con lo sguardo del critico esperto che tutto ha visto e vissuto, la folla di donne che hanno animato la storia del cinema nei passati decenni. Donne in primo piano, dive, attrici di vario calibro, professioniste sottovalutale e star sopravalutate e, dietro il sipario, le registe, le produttrici, le comparse. Donne che hanno interpretato l'Italia in trasformazione, dagli anni Trenta ai primi anni Quaranta, la devastazione della guerra, l'atrocità dell'occupazione nazista, la disperazione della fame. E poi i sogni, le speranze e la fatica di un Paese che lotta per la ricostruzione e per darsi un futuro. Dal neorealismo duro e splendido del primo dopoguerra all'Italia un po' bigotta del melodramma, all'ironia, all'apparente leggerezza del primo boom anni Sessanta, ai ruoli impegnati postsessantottini, fino a quelli comici di sempre
e alle storie contemporanee. Centinaia di film e di donne che raccontano il cammino per l'emancipazione di genere nel Paese che cambia.
Morandini jr dialoga con lo zio senior e prende forma l'affresco del cinema italiano,  popolato da grandi registi  e da generazioni di attrici. Alida Valli, Silvana Mangano, Gina Lollobrigida, Sofia Loren, Giulietta Masina, la grande Anna Magnani. Ma anche Maria Fiore e Yvonne Sanson. E  Claudia Cardinale, Laura Morante, Stefania Sandrelli, Catherine Spaak, fino a Giovanna Mezzogiorno, Sabina Guzzanti, Donatella Finocchiaro, Margherita Buy. E tante altre, insieme alle donne più o meno famose che il cinema lo pensano, lo scrivono e lo producono. Una serie di aneddoti, di episodi inediti, di fotografie d'epoca evocate con le parole. I Morandini delle donne è godibile, colto, indispensabile per chi ama il cinema e vuole conoscere quello che c'è stato e che c'è dietro allo schermo. Da leggere e da consultare, con la gioia che regalano i bei libri. Come nasce I Morandini delle donne?
Volevo fare un documentario su mio zio e avevo scritto una scaletta divisa in capitoli. Uno era Conversazioni sul cinema al femminile: incontri di Morando sr con attrici e registe di diverse generazioni. Il documentario non l'ho fatto (anzi, l'ho fatto in parte) ma quel titolo mi ha ispirato l'idea di un libro: una conversazione tra me e mio zio sul cinema italiano al femminile. Un critico cinematografico e il suo nipote omonimo parlano della presenza delle donne nel cinema italiano degli ultimi sessant'anni: attrici, registe, produttrici, film belli e brutti che parlando di donne, mestieri femminili e mestieri maschili in cui le donne si sono fatte largo. Un dialogo (più che un'intervista) senza ambizioni storiografiche ed estetiche, intessuto di aneddoti, amnesie, parzialità e divagazioni, "dove comanda il soggettivo" come scrive Senior nell'introduzione. Allo zio il progetto è piaciuto subito e ci abbiamo lavorato, raccogliendo idee, ricordi e materiali di documentazione. Abbiamo trovato editori entusiasti - gli Iacobelli - e per due anni abbiamo registrato le nostre lunghe conversazioni milanesi sul tema che mano mano abbiamo trascritto, riscritto, ridotto, elaborato, distillato, fino a dare loro una forma definitiva. Dicevo che il documentario che sta all'origine del libro l'ho realizzato in parte. Io e Senior, contestualmente alla scrittura del libro, abbiamo girato Chiacchierando con le amiche, un video prodotto dalla Kitchen Film: incontri e conversazioni informali tra Morando Morandini sr e nove donne di cinema: Sofia Scandurra, Marina Piperno, Wilma Labate, Patrizia De Clara, Donatella Finocchiaro, Fabiana Sargentini, Emanuela Piovano, Gisella Burinato, Donatella Maiorca. Il video é in post-produzione e verrà allegato alla prossima edizione de I Morandini delle donne. Come sono cambiate le attrici negli ultimi decenni? Qual è l'icona femmina?
Risposta più che sintetica, direi rapsodica, per evitare di cadere in luoghi comuni socio-antopologici e di costume. Mi limito a mettere in fila i titoli dei sei capitoli che compongono il nostro libro: da Ultime dive a Donne allo specchio, a Donne inquiete, Donne smarrite e Donne in bilico; Donna è bello mette il punto sul qui e ora e identifica le ultime leve di attrici che si sono affacciate sul grande schermo in questi ormai passati anni Zero. Ragazze libere, curiose, ostinate e incontentabili, presente e futuro del cinema italiano femminile. L'icona femmina? Icona è una parola/feticcio del nostro linguaggio post-moderno, falsamente icastica, che più la si nomina più la si svuota di senso. Io e mio zio detestiamo questo lemma soprattutto quando ci capita di usarlo, per pigrizia mentale o per omaggio alla convenzione (ma senza convinzione). Di attrici del nostro cinema ne colloco due sul piedistallo iconico: Anna Magnani e Sofia Loren. Scelta scontata ma indiscutibile. Il ricordo di Morandini sr che l'ha colpita di più?
Me ne vengono in mente più d'uno. La gaffe che fece a metà degli anni Cinquanta andando a intervistare Lea Padovani: la trovò indignata e offesa perché in un articolo che aveva scritto un anno prima su di lei, paragonandola alla Magnani, le aveva dato due anni di più. La Wertmuller vista in azione a metà degli anni Settanta all'anteprima di un suo film destinata alla stampa: si rese conto che c'erano degli imbucati, fece alzare tutti in piedi, ispezionò i presenti uno ad uno, individuò gli intrusi  e li mise alla porta senza pietà. Il ricordo di Nanni Moretti che, al termine delle riprese di Bianca, girò un super8 sulla nipotina di Morando sr, Francesca, nata da pochi giorni. Poi ce n'è uno che non sta nel libro perché riguarda due uomini, lui e Bernardo Bertolucci, che aveva appena cominciato le riprese di Prima della rivoluzione, nell'autunno del '63. Bernardo gli propose di interpretare il personaggio di Cesare - ruolo impegnativo - e si risentì perché Morando accettò la proposta al volo, senza se e senza ma. Il regista pretendeva una scelta più meditata e lui replicò che come critico approvava  l'uso degli attori "presi dalla strada" in un certo tipo di cinema ma la responsabilità della scelta ricadeva interamente sul regista. Se Morandini avesse funzionato nella parte di Cesare il merito sarebbe stato di Bertolucci, in caso contrario, sua la colpa...   Silvana Mazzocchi