“Il maschilismo si combatte con la formazione”. Intervista a Livia Turco, di Catiuscia Ceccarelli

Provocatorio ma efficace il titolo del meeting online promosso dalla Fondazione Nilde Iotti nell’ambito del Centenario dalla nascita della prima Presidente donna della Camera dei Deputati (1920-2020): “Il maschilismo è ovunque!”, con un parterre di relatori autorevole e illuminante e l’introduzione di Livia Turco, presidente della Fondazione e donna politica tra le più stimate in Italia.


Uomini maschilisti e uomini femministi

Dopo i saluti della presidente della Fondazione Iotti, Livia Turco, un contributo letterario ad impreziosire il tema dell’incontro, quello della giornalista Tiziana Ferrario, autrice del libro “Uomini. È ora di giocare senza falli! (Chiarelettere). Un saggio in cui l’autrice racconta con estrema cura di dati e informazioni, frutto di un eccellente lavoro di ricerca, quanto la nostra società sia ancora preda di un maschilismo forte e predominante. Un problema sociale che si può risolvere grazie a uomini di buona volontà e dotati di intelligenza che si definiscono orgogliosamente femministi.

Contro le discriminazioni
A promuovere l’iniziativa anche la Consigliera di Pari Opportunità della Regione Umbria. Come donne e uomini possono camminare insieme per sconfiggere ogni forma di discriminazione, di violenza e di stereotipo di genere, un tema snocciolato insieme alla Consigliera di Parità Monica Paparelli, Livia Turco, Presidente della Fondazione Nilde Iotti, Lorena Pesaresi, Socia Fondazione Nilde Iotti ed esperta di politiche di genere, Marco Pareti, scrittore e redattore, Gianmarco Cesari, avvocato e Presidente Comitato provinciale di Perugia LIDU, Jean Luc Bertoni, editore e Stefano Ciccone dell’Associazione nazionale Maschile Plurale. La conduzione dell’evento è stata affidata a Giuseppe Castellini, Direttore del Nuovo Giornale Nazionale.

La nostra intervista a Livia Turco
A margine della diretta, una nostra intervista alla Presidente della Fondazione Nilde Iotti, Livia Turco:

Presidente Turco, come racconterebbe alle nuove generazioni la figura di Nilde Iotti?
La racconterei come una donna che ha avuto una famiglia semplice, papà ferroviere e mamma casalinga, che l’ha molto incoraggiata. A partire dal suo papà. Era un periodo difficile, quello fascista, ma la giovane Nilde è stata sollecitata a studiare. Una ragazza che ha conosciuto le difficoltà della vita: ha perso il padre all’età di 15 anni ma nella sua testa aveva sempre l’incoraggiamento del padre che le diceva “Nilde, studia Nilde che chi comanda sa”. Perché per far parte delle forze di governo bisogna sapere. In questa famiglia semplice, dove ha conosciuto anche le difficoltà economiche, Nilde non si è persa. Ha vinto una Borsa di Studio, si è impegnata nello studio laureandosi nel ’43 alla Cattolica di Milano. In piena guerra antifascista, seguendo l’esempio del padre, Nilde Iotti ha deciso di dare un contributo a questa lotta scendendo in difesa delle donne. Ha scelto da giovane la politica con il Partito Comunista. Nilde Iotti ha sempre vissuto la politica come sacrificio e impegno per gli altri, però anche grande passione. Membro importante e autorevole dell’Assemblea Costituente, spendendosi per la Costituzione. È stata la prima donna Presidente della Camera dei Deputati. Una donna che ha combattuto a difesa delle donne e che si è impegnata anche a costruire l’Europa.

Il centenario dalla nascita di Nilde Iotti è capitato in un anno orribile, il 2020, e prosegue in questo che non sembra essere meglio di quello passato. Quello di Nilde Iotti è un personaggio simbolo estremamente contemporaneo. Quanto manca secondo lei una personalità politica così forte, indipendentemente dal genere di appartenenza, nella società di oggi?
La politica, specialmente quella italiana, è molto arretrata rispetto ad altri paesi europei e all’America. Nel nostro Paese, il sistema politico e sociale presenta un maschilismo che disincentiva le donne ad affermarsi. La politica è cambiata, è diventata populista dove le poltrone sono importanti a scapito della competenza. L’esempio di Nilde Iotti ci riporta ad una politica popolare e autorevole: popolare perché lei era molto legata alle donne, alla gente e alle loro esigenze, e autorevole per la sua competenza e per la sua idea della politica come “attività per il bene comune”.

Al centro del meeting promosso dalla Fondazione Iotti dal titolo “Il maschilismo è ancora ovunque!” vi è il dibattito sulla parità tra uomo e donna. Questo obiettivo sembra essere ancora molto lontano nel nostro paese. Secondo lei, è possibile superare questo gap di genere divisionale?
Bisogna farlo. Se vogliamo che l’Italia cresca dal punto di vista della modernità, dello sviluppo e della vivibilità non si può mantenere una situazione in cui le donne studiano più degli uomini e trovano meno lavoro. Se fanno dei figli devono licenziarsi e vivere con una disparità salariale? È in gioco il futuro dell’Italia, non riguarda solo le donne. Ovunque resta ancora molto da fare, però l’Italia resta un Paese dove nonostante la lotta delle donne, non è competitivo. E nonostante abbiamo leggi molto avanzate, su tutti i temi. Ma le leggi bisogna applicarle e vanno tradotte in politiche. Ma in Italia manca la volontà di una decisione politica. Manca il concetto di visione politica, essere cioè consapevoli che la mancanza di asili nido, la disparità salariale, le poche donne che lavorano e il fatto che debbano scegliere tra maternità e professione, contraddice lo sviluppo. La legge sugli asili nido, ad esempio, risale agli Anni ’60, ma il problema è che bisogna considerare gli asili nido un investimento per il Paese e non delle incombenze di cui si occupano i Comuni. Il welfare non è fatto solo da trasferimenti monetari: questo non produce benessere. Possono risolvere un problema immediato ma non prendono in carico le esigenze delle persone. Anche su questo, la Legge Quadro sulle Politiche Sociali ce l’abbiamo, ma bisogna applicarla.

La Fondazione Nilde Iotti cosa mette in campo a sostegno della parità di genere? Quali sono le iniziative più importanti?
Noi abbiamo scelto di investire nella formazione. Abbiamo fatto delle pubblicazioni importanti come ad esempio “L’Italia delle donne” e in particolare i due volumi de “Le leggi delle donne che hanno cambiato l’Italia” su cui puntiamo a fare attività formativa. Abbiamo fatto formazione sulle Madri Costituenti, non è possibile non conoscere le radici del nostro Paese. La nostra idea è formare la classe dirigente, ma poi ci sono temi di attualità che spesso affrontiamo. Dal tema delle donne immigrate alla questione tempi di vita e tempi di lavoro. Il Centenario è stata occasione per far conoscere Nilde Iotti a tanti giovani e puntare sulla formazione pensiamo sia un messaggio importante: dare una visione giusta e trasmettere valori. La forza di biografie come quella di Nilde Iotti è molto importante.

Catiuscia Ceccarelli

Articolo e intervista pubblicati su: Donna in Affari