Il PNRR e le donne, di Grazia Labate

La partecipazione all’economia italiana delle donne è ferma al 53%, inferiore al resto dei paesi europei (68%).
Percentuali che si rispecchiano nel Pil: la Banca d’Italia, nei mesi scorsi, aveva calcolato un aumento del 7% del prodotto interno lordo se si fossero raggiunti gli obiettivi europei di occupazione (al 60%) e di parità di salario per le donne.


E’ stato presentato dal governo e approvato dal Parlamento il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), strumento per attuare il programma europeo Next Generation EU.

Nel testo alcune novità sulla parità di genere.
L’Italia era particolarmente vulnerabile e il virus non ha colpito duramente solo il sistema sanitario del nostro Paese.
Il Covid ha impattato sull’economia italiana per un -8,9% sul prodotto interno lordo, a fronte di un calo medio dell’Unione Europea pari al -6,2%.

Occorre ripartire alla svelta e puntare su politiche per garantire la parità di genere, con maggiori tutele per le donne.
La crisi economica dovuta al coronavirus ha colpito duramente tutti, ma in particolare le donne. A dirlo sono i numeri: a dicembre su 101 mila unità di lavoro perse, 99 mila sono donne. Ma il dato più grave è che: su 456 mila unità di lavoro perse, più di 315 mila sono donne.

Dad e smart working sono state le principali cause della perdita di posti di lavoro.
Infatti molte donne hanno rinunciato alla carriera per prendersi cura della famiglia. Non a caso il 60% delle donne ha dichiarato di essersi occupata da sola della casa e della famiglia nei mesi di chiusura e anche oltre, limitando così il proprio tempo per attività di lavoro o di cura personale.

LE PROPOSTE DEL RECOVERY PLAN:
“Le disuguaglianze di genere hanno radici profonde”, si legge nel documento del PNRR; disuguaglianze che si acuiscono proprio nel mondo del lavoro.

La partecipazione all’economia italiana delle donne è ferma al 53%, inferiore al resto dei paesi europei (68%).
Percentuali che si rispecchiano nel Pil: la Banca d’Italia, nei mesi scorsi, aveva calcolato un aumento del 7% del prodotto interno lordo se si fossero raggiunti gli obiettivi europei di occupazione (al 60%) e di parità di salario per le donne.

Alla luce di questi dati, il Governo ha annunciato la sua Strategia nazionale per la parità di genere per gli anni 2021-2026 e punta scalare il Gender Equality Index, che vede oggi l’Italia ferma al 14° posto, con 63,5 punti su 100.
Le proposte del PNRR sono divise in sei missioni e tra queste sono previste per le donne le seguenti misure:
• missione 1 - Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: ovvero promozione di posizioni dirigenziali di alto livello e incentivi per il corretto bilanciamento tra vita professionale e vita privata. Investimenti nell’imprenditoria femminile digitale (start up);
• missione 4 - Istruzione e Ricerca: un piano asili nido e di estensione del tempo pieno per semplificare la gestione della cura famigliare e l’occupazione femminile;
• missione 5 - Inclusione e Coesione: prevede uno specifico investimento nell’imprenditoria femminile, soprattutto nelle aree più critiche per la crescita professionale delle donne. In più sono previste azioni per l’autonomia delle persone disabili, azioni che avranno effetti indiretti sull’occupazione femminile;
• missione 6 - Salute: rafforzamento dei servizi di prossimità e di supporto domiciliare.

Non solo donne in età da lavoro: il Piano prevede anche un investimento significativo per le giovani. Queste, infatti, beneficeranno dei progetti nei campi dell’istruzione e della ricerca, soprattutto STEM, come pure dello stanziamento di risorse per l’estensione del tempo pieno scolastico e per il potenziamento delle infrastrutture sportive (a tal proposito, è promossa l’attività motoria nella scuola primaria, in funzione di contrasto alla dispersione scolastica).

E ancora: le giovani beneficeranno dei progetti nei campi del ricambio generazionale nella Pubblica Amministrazione, come pure del rafforzamento del Servizio Civile Universale.
Insomma la parità di genere in tutte le missioni del Recovery che ora è in volo per Strasburgo, dove speriamo venga approvato al più presto perché “chi prima arriva, bene alloggia” con l’anticipazione delle risorse necessarie a partire con i progetti previsti.

Grazia Labate

Ricercatrice in economia sanitaria già sottosegretaria alla sanità