Il nostro appello alla politica

E’ arrivato il momento per l’inclusione di nuovi italiani e nuove italiane nelle liste elettorali


Si avvicinano le elezioni amministrativa in molte Regioni e Comuni. | partiti politici stanno scegliendo, non senza difficoltà, i loro candidati a Sindaco, Presidente di Regione, Consiglieri regionali, comunali e circoscrizionali. Tutti noi siamo chiamati ad eleggere i nostri rappresentanti. Potremo scegliere tra coloro di cui condividiamo valori, lettura della realtà, visione del mondo, programmi per il futuro. Persone da cui ci aspettiamo che amministreranno le città e i nostri territori con competenza, giustizia, equità, solidarietà e con uno sguardo puntato al futuro.

Ma c'è qualcosa che non torna in questo dialogo tra cittadini e candidati, ci sono assordanti silenzi e grandi assenze. Sono ormai diversi anni che la popolazione italiana è multiculturale, multireligiosa, multilingue. Lo dicono le statistiche ma lo conferma ancora di più la realtà. Basta guardarsi intorno per la strada e nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università, negli ospedali e nel mondo sportivo. Ovunque ci sono cittadini e cittadine provenienti da altri paesi con la loro storia, la loro identità, le loro famiglie, i loro problemi e le loro aspirazioni che convivono con giovani e anziani che in questi luoghi sono nati e qui hanno le loro radici.

Sono circa 6 milioni le persone, di cui poco più del 50% donne, di origine straniera che vivono qui da anni e sono più di 1,5 milioni coloro che hanno già la cittadinanza italiana.
Una realtà viva, che pur con delle problematicità, è parte integrante del futuro di questo Paese. Una presenza importante è quella delle giovani e dei giovani di seconda e terza generazione, una forza collettiva capace di elaborare un pensiero autonomo originale che nella affermazione della propria diversità sottolinea l'immersione nel mondo giovanile attuale, rivendicando il diritto di essere considerata per la propria storia, identità, professionalità.

Ebbene, in questa campagna elettorale tutte queste persone sono assenti. Dove sono gli italiani di origine straniera? Chi parla di integrazione, convivenza, interrelazione, rispetto e conflitti? Chi rappresenta le istanze di una società multiculturale? Da chi si sentono rappresentate le persone di origine straniera, o figli di stranieri, che vivono in Italia e sono italiane? Chi ascolta le loro idee? Chi apre loro le porte dei partiti, delle amministrazioni?

Si parla di immigrazione, quando se ne parla, ancora e solo in termini emergenziali, di sbarchi, di morti in mare e di traversate di deserti e montagne, ma si ignora il fatto che le dinamiche migratorie sono componenti strutturali della società e dell'economia del Paese.

Crediamo che la politica debba riservare un'attenzione e uno spazio specifico a questi temi perché la coesione sociale, la convivenza tra persone di culture diverse non è scontata. Essa è frutto di strategie politiche, di programmi e azioni concrete volte a informare, ad accogliere, a prevenire conflitti, a promuovere pari opportunità, con particolare attenzione all’empowerment femminile, in un'ottica di arricchimento della collettività, nella quale tutti possono, di volta in volta, sia dare che ricevere.

L’afasia della politica su questi temi è un vulnus alla democrazia, rischia di compromettere la coesione sociale del Paese e il futuro di molti giovani che, con la loro energia, intelligenza e competenza, cercheranno altrove la loro realizzazione quando non si rivolteranno contro questo sistema che li esclude. Oltre a mettere a rischio il futuro di questo Paese. Ma ciò che più preoccupa è che questa sordità della politica trae forza - e anche determina- da una certa insensibilità ai valori fondamentali riscontrabile nella società. Si assiste infatti ad un arretramento nella cultura dei diritti e della solidarietà mentre la società va verso una sempre maggiore mescolanza di persone. Preoccupa la deriva razzista e xenofoba denunciata da tutti i sondaggi di opinione e confermata dalle numerose aggressioni e violenze nei confronti degli immigrati riportate dalla cronache quotidiane. Grave è anche la normalizzazione di un linguaggio di odio che instilla
diffidenza, sospetto e paura dell’altro.

Per queste ragioni ci rivolgiamo a tutte le forze politiche, alle amministrazioni locali, ai candidati e alle candidate in vari ruoli in queste elezioni amministrative, alle associazioni delle donne, alle reti di volontariato, perché in questa fase riconoscano il ruolo politico che hanno nella società italiana le persone di origine straniera per ricostruire insieme le basi della convivenza.

E’ ora di vedere nomi e volti di persone italiane di origine straniera, nuovi/e italiani/e figli/e di stranieri, nel dibattito e nelle liste elettorali. E° necessario riportare al centro il tema dell’immigrazione come risorsa coniugato con termini quali dignità, pari opportunità, solidarietà, alleanza, diritti e doveri. E° necessario quindi che alla società multiculturale, delle diversità, quale è oggi quella italiana, corrisponda una multiculturalità dei diritti. Spetta alla politica, oltre che a ciascun di noi, fare in modo che ciò si realizzi.

Per queste ragioni chiediamo alla politica:
- Inserire nella liste persone italiane di origine straniera, o di nuovi italiani figli di stranieri, competenti e impegnate socialmente, economicamente e culturalmente sul territorio;

- Attivare presso le amministrazioni locali i Tavoli della convivenza per individuare le migliori azioni per il futuro della comunità locali, per prevenire sacche di esclusione e valorizzare le competenze di tutti attraverso la creazione di alleanze tra istituzioni e privati cittadini, giovani e anziani, uomini e donne, volontariato e forze economiche, comunità religiose e laiche;

- Prevedere nello Staff dei Sindaci un/a consulente di origine straniera delegato/a per la convivenza e la promozione dei Tavoli;

- Approfondire la possibilità di attivazione sul territorio di servizi di promozione dell’integrazione, l’interrelazione, la convivenza;

- Prevedere servizi territoriali declinati culturalmente e risorse capaci di cogliere vecchie e nuove fragilità;

- Riportare al centro del dibattito il tema delle difficoltà burocratiche per la cittadinanza italiana per chi ha i requisiti per accedervi;

- Riformare la legge sulla cittadinanza affinché coloro che nascono in Italia o vi giungono da piccoli possano avere diritto allo ius soli o ius culturae;

- Promuovere leggi, anche in attuazione di convenzioni internazionali, per il diritto di voto attivo e passivo alle elezioni amministrative per cittadini stranieri ma che
risiedono permanentemente sul territorio italiano;

- Promuovere incontri e dibattiti quali occasioni di riflessione sui valori fondanti delle comunità democratiche e di conoscenza reciproca tra persone provenienti da esperienze e appartenenze culturali diverse.


FONDAZIONE NILDE IOTTI - Gruppo di lavoro “LA SOCIETÀ DELLA CONVIVENZA”