Crediamo che le Amministrazioni locali abbiano un ruolo centrale nel creare le condizioni per la coesione sociale e la convivenza tra persone di culture e provenienze diverse, per garantire a tutti diritti, dignità e serenità.
Lanciamo perciò un appello agli Amministratori locali perché insieme alle forze politiche, alle associazioni delle donne, alle reti di volontariato che operano sul territorio riconoscano l’urgenza di attivare misure concrete.
La Fondazione NILDE IOTTI, nell’ambito di un ampio progetto sulla rivisitazione del sistema di welfare, della sanità, della tutela dei minori, dell’armonizzazione tra tempi di vita e di lavoro, dell’organizzazione delle città, sta approfondendo il tema della convivenza, minata dal lungo periodo di pandemia, per ricostruire il tessuto di relazioni e di alleanze tra tutte le persone che, con diversa identità, vivono in questo Paese.
Si sono appena concluse le elezioni amministrative che hanno fatto emergere una classe dirigente anche di persone di origine straniera come, tra gli altri, il sindaco di Rimini o il consigliere comunale di Torino, a conferma della ormai consolidata composizione multiculturale, multireligiosa, multilingue della popolazione. Una realtà viva che, pur con delle problematicità, è parte integrante del futuro di questo Paese.
Crediamo che le Amministrazioni locali abbiano un ruolo centrale nel creare le condizioni per la coesione sociale e la convivenza tra persone di culture e provenienze diverse, per garantire a tutti diritti, dignità e serenità.
Lanciamo perciò un APPELLO AGLI AMMINISTRATORI LOCALI perché insieme alle forze politiche, alle associazioni delle donne, alle reti di volontariato che operano sul territorio riconoscano l’urgenza di attivare misure concrete.
CHIEDIAMO DI:
1. Attivare presso le amministrazioni locali i Tavoli della convivenza per individuare le migliori azioni per il futuro della comunità locali, per prevenire sacche di esclusione e di degrado urbano, valorizzare le competenze di tutti attraverso la creazione di alleanze tra istituzioni e privati cittadini, giovani e anziani, donne e uomini, volontariato e forze economiche, comunità religiose e laiche;
2. Prevedere nello Staff dei Sindaci una/un consulente di origine straniera delegata/delegato per la convivenza e la promozione dei Tavoli;
3. Organizzare servizi territoriali declinati culturalmente e risorse capaci di cogliere vecchie e nuove
fragilità;
4. Promuovere incontri e dibattiti quali occasioni di riflessione sui valori fondanti delle comunità democratiche e di conoscenza reciproca tra persone provenienti da esperienze e appartenenze culturali diverse.
Confidiamo che il Parlamento accompagni questi percorsi portando a conclusione la riforma della legge sulla cittadinanza e l’introduzione del diritto di voto amministrativo per le cittadine e i cittadini di origine straniera, residenti di lungo periodo in Italia.