La tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali della Costituzione, di Alessandra Tazza


La nostra Carta costituzionale cambia ancora. Lo scorso 8 febbraio la Camera ha definitivamente approvato con larghissima maggioranza ( 468 si, 1 contrario, 6 astenuti) il disegno di legge che modifica gli art. 9 e 41 della Carta.

Con la modifica dell’art.9 viene inserito, nell’ambito dei principi fondamentali riconosciuti dalla Costituzione, il principio di “tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni” Viene inoltre inserito anche un principio di tutela degli animali che verrà definito con una legge che ne disciplini le forme e i modi.

Con la modifica dell’art.41 viene inoltre stabilito che l’esercizio dell’attività economica non possa svolgersi in danno della salute e dell’ambiente aggiungendo questi vincoli a quelli già previsti della sicurezza, libertà e dignità umana.
Siamo di fronte ad una decisione veramente “storica” e non è un caso se nel nuovo testo c’è un richiamo esplicito all’interesse delle future generazioni. Finalmente si sancisce, al più alto livello quanto è ormai presente nella sensibilità e nella coscienza di moltissime persone.

La tutela dell’ambiente, delle biodiversità e degli ecosistemi rappresenta un ponte verso il futuro; un futuro che a ben vedere è già qui tra di noi.
Per raggiungere questo obiettivo c’è stato, in questi ultimi anni, un grande lavoro comune: l’impegno tenace di associazioni e movimenti, una crescente sensibilità di moltissimi giovani favorita da esperienze dirette ed anche da percorsi educativi nelle scuole, le mobilitazioni di piazza, pensiamo a Greta e ai suoi ragazzi, diverse sentenze della Corte costituzionale, le alte riflessioni e le indicazioni della “Laudato si”, le posizioni dell’Europa.

Del resto sono ormai sotto gli occhi di tutti gli effetti del cambiamento climatico, i problemi legati all’inquinamento, alla perdita di biodiversità, alla qualità della vita nelle megalopoli del mondo e le ingiustizie e le nuove povertà che ne derivano.

Ed è per questo, ed anche perché viviamo una fase di transizione della società e dell’economia ricca di opportunità e nello stesso tempo densa di incognite, che avvertiamo il peso e la forza di questo nuovo principio fondamentale che si pone a guida ed orientamento delle scelte di sviluppo che prenderà il nostro Paese ma anche, e spesso lo si dimentica, dei comportamenti e della responsabilita’ di ciascuno di noi.

Perché tutto si tiene. Come dice Papa Francesco nella “Laudato si” “Quando parliamo di “ambiente” facciamo riferimento anche ad una particolare relazione: quella tra la natura e la società che la abita. Questo ci impedisce di considerare la natura come qualcosa di separato da noi o come una mera cornice della nostra vita. Siamo inclusi in essa, siamo parte di essa e ne siamo compenetrati”.

Il dettato costituzionale ci impone ora una nuova “convivenza” tra società e natura, basata sul rispetto e sull’uso intelligente e non distruttivo delle risorse naturali e sulla capacità di preservare, curare e promuovere l’ambiente, i territori e le comunità di cui facciamo parte.

Il nuovo testo
Art.9
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, Tutela il paesaggio ed il patrimonio artistico e storico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.”

Art. 41
“L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”

Alessandra Tazza