L’ Unione Sociale favorisce le complementarietà istituzionali sostenendo e spronando i paesi membri al raggiungimento degli obiettivi condivisi. Il beneficio per tutti noi, interessati e interessati al welfare è evidente, e si aggiunge all'espansione dell'opportunità di vita che l'Unione ci offre. L'unione permette infatti di godere di una cittadinanza multipla, essere quelli che Walzer definisce cittadini con il trattino.
L'attenzione alla dimensione sociale intesa come dimensione attinente alle condizioni di vita e di lavoro delle persone è da sempre presente nel progetto europeo. Il Trattato di Roma che nel 1957 istituisce la Comunità economica europea è chiaro: la dimensione economica della crescita del reddito conta ma questo non basta. Il progresso economico va unito a quello sociale, lo scopo essenziale è il miglioramento costante delle condizioni di vita e di occupazione dei popoli di diversi paesi membri.
A tal fine nel Titolo Terzo, il Trattato istituisce il Fondo Sociale e affida alla Commissione compiti di protezione dei lavoratori e tutela della parità di genere. Questi compiti sono stati recepiti poi nel Trattato vigente sul funzionamento dell'Unione Europea varato nel 2007 a Lisbona. Dal 2011 il semestre europeo tipicamente centrato sulle procedure di coordinamento delle politiche economiche mostra altresì un'attenzione crescente alla dimensione sociale. La complementarità fra dimensione sociale dimensione economica può però avere configurazioni diverse. Fino al 2016 la visione prevalente in Europa ha fatto leva sul contributo “strumentale” delle politiche sociali , alla crescita ricercata dall'unificazione dei mercati.
Ad esempio, standard decorosi comuni nel mercato del lavoro, limitano i rischi di distorsione e di concorrenza al ribasso del mercato del lavoro unico, le misure di investimento sociale promuovono il capitale umano e l'occupazione, in particolare delle donne, con effetti positivi per la convergenza fra le aree territoriali. Maggiore la convergenza minori i rischi di instabilità dell'Unione monetaria e dell'Unione nel suo complesso. Willy Brandt e successivamente Jacques Delors valorizzano fortemente la dimensione sociale quale valore in sé della Comunità europea da ricercare insieme ma indipendentemente rispetto all'integrazione economica. La difesa delle politiche sociali per ragioni di giustizia è però rimasta più sullo sfondo nella pratica europea.
Peraltro neppure il contributo strumentale delle politiche sociali è sempre stato apprezzato e ricercato. Come dimostra la gestione della crisi dei debiti sovrani a partire dal 2008 che ha enfatizzato i contrasti tra crescita e politiche sociali richiedendo politiche severe di austerità fiscale. Le vicende greche sono paradigmatiche .Nel 2017 la nascita de il Pilastro Europeo dei diritti sociali segna una svolta nella politica Europea. Non solo torna a rimarcare la complementarità tra dimensione economica e sociale ma sottolinea con forza le ragioni indipendenti di giustizia alla base delle politiche sociali. L'obiettivo recita il Pilastro è soddisfare i bisogni essenziali della popolazione e garantire una migliore attuazione e applicazione dei diritti sociali.
Il Pilastro fissa 20 principi che possono essere sintetizzati così: equità nel trattamento dei lavoratori, conciliazione tra lavoro e cura e condivisione dei compiti di cura, garanzia di un reddito per chi non lavora, protezione sociale adeguata per tutti i lavoratori, disponibilità di servizi di qualità come istruzione, sanità, non autosufficienza e disabilità, abitazione e servizi di base, uguaglianza di opportunità, nella consapevolezza che le persone sono diverse e che assicurare i diritti richiede di tenere conto sia della dimensione universale dei bisogni sia della eterogeneità fra persone . Diverse sono le misure che hanno fatto seguito alla istituzione del Pilastro Sociale Europeo.
Ricordo tra l'altro la Direttiva per i genitori che prestano cura ,la Raccomandazione sull'istruzione professionale la formazione, la Garanzia giovani è la Garanzia per i bambini vulnerabili, la Raccomandazione sull'accesso alla protezione sociale per i lavoratori dipendenti e autonomi, la Direttiva sul salario minimo ,la Raccomandazione sul reddito minimo rafforzato dal Parlamento Europeo di Marzo 2023 l'istituzione di un'Autorità europea per il lavoro, il dispositivo per la ripresa e la resilienza al cuore di Nex Generation EU.
Ricordo altresì il denso piano di obiettivi quantitativi sviluppato dalla Commissione Europea per dare sostanza al Pilastro Sociale e la tabella di indicatori finalizzato al monitoraggio dei paesi membri in caso di inadempienza, all'elaborazione di indicazioni di miglioramento delle politiche. Molte altre misure riguardano la parità di genere. Tuttavia il rischio che il Pilastro produca assai meno delle aspettative e delle necessità dell’Unione rimane elevato. Nell’ultimo decennio ,come ricorda Elena Granaglia, nel suo scritto contenuto nel libro “Quale Europa”(Donzelli Editore) a cura del Forum Diseguaglianze Diversità ,è andata sviluppandosi la proposta di dare sostanza alla dimensione sociale dell'Unione attuando una vera e propria Unione Sociale.
Attraverso un dibattito ricco, che si è svolto tra esperti decisori politici ha portato ad individuare l'Unione come insieme di 5 spazi sociali. Sono: lo spazio nazionale dei singoli e diversi welfare state dei paesi membri; lo spazio transnazionale delle politiche di coesione e le misure assicurative dei lavoratori transfrontalieri; lo spazio della cittadinanza sociale dell'Unione grazie al quale i cittadini europei possono accedere ai benefici sociali erogati in altri paesi, ad esempio in ambito sanitario; lo spazio dei valori sociali fondamentali ; lo spazio della politica sociale europea in senso proprio, ossia lo spazio delle politiche sociali sovranazionali europee. Quest'ultimo a sua volta è composto da un insieme differenziato di interventi, delle misure relative ai trasferimenti di risorse tra paesi, fino alle attività di guida, monitoraggio, scambio di informazioni.
L’ Unione Sociale favorisce le complementarietà istituzionali sostenendo e spronando i paesi membri al raggiungimento degli obiettivi condivisi. Il beneficio per tutti noi, interessati e interessati al welfare è evidente, e si aggiunge all'espansione dell'opportunità di vita che l'Unione ci offre. L'unione permette infatti di godere di una cittadinanza multipla, essere quelli che Walzer definisce cittadini con il trattino.
Siamo italiani e italiane e partecipiamo dell'eredità sociale e culturale italiana e siamo europei ed europee e possiamo beneficiare dell'eredità sociale e culturale degli altri paesi membri. L’abolizione della regola dell'unanimità agevolerebbe la realizzazione del Pilastro Sociale europeo. La risposta alla pandemia COVID-19 dimostra però che molto si può fare fin da oggi anche in assenza di una revisione dei Trattati. Innanzitutto ci vuole un Parlamento che conti di più e che sia investito della facoltà della iniziativa legislativa che oggi appartiene alla Commissione. La costruzione di una Unione Sociale ha bisogno della partecipazione attiva dei cittadini.
A tutti i livelli va promossa la partecipazione delle persone e delle organizzazioni della cittadinanza attiva. Ciò significa assicurare spazi nell’Unione dove i cittadini e le cittadine possano avanzare le loro domande e proporre soluzioni, come avviene nell'esperienza dei Forum dei cittadini europei promossi in occasione della Conferenza sul Futuro dell’Europa voluta da David Sassoli quando rivestì il ruolo di Presidente del Parlamento Europeo. All’interno dei paesi membri, bisogna assicurare spazi ,dove ,anche grazie alla disponibilità di informazioni pubbliche, cittadini e partner sociali, società civile possano monitorare l'attuazione delle politiche. Bisogna potenziare il ruolo del Comitato delle Regioni e delle città, il Comitato Economico e Sociale Europeo. La partecipazione è il cuore di una Unione che voglia qualificarsi come democratica.
Livia Turco