Livia Turco: "Battaglia per la cittadinanza viene da lontano"

È infatti del 2001 la prima proposta di riforma della legge, firmata anche da Violante.


 "È una battaglia che viene da lontano la necessità di riformare la legge 91 del 1992 sulla cittadinanza". Lo dichiara Livia Turco che, nel febbraio del 1999, da ministra della Solidarietà Sociale, promosse un convegno sul tema a partire da uno studio coordinato dalla professoressa Giovanna Zincone.
"Tra i presenti - ricorda la presidente della Fondazione Nilde Iotti - Claudio Martelli, Rosa Russo Jervolino e Giorgio Napolitano che analizzarono 'il limbo della identità' in cui vivono i bambini ed i giovani venuti in Italia, nati e cresciuti in Italia". "Fu giudicata pesante l'impostazione Jus sanguinis della nostra legge - aggiunge - che prevede che un giovane possa rivolgere domanda di cittadinanza italiana solo se vissuto ininterrottamente per 18 anni in Italia".
"Ne nacque una proposta di legge che il governo Amato non adottò perché eravamo a fine legislatura. Depositai il testo - prosegue Livia Turco - nella nuova legislatura, ad agosto 2001, legge 4836, che fu firmata anche da Luciano Violante ed Elena Montecchio, la prima legge di riforma della cittadinanza depositata in Parlamento". La proposta prevedeva la riduzione da 10 a 7 anni il tempo di residenza per richiedere la cittadinanza e lo ius soli per i bambini nati in Italia. "Seguirono poi le grandi e belle battaglia della Rete "l'Italia sono anche io" .
ricorda ancora Livia Turco - con l'impegno dei ragazzi di seconda generazione, delle Associazioni, dei Comuni. La campagna del Forum PD sull'immigrazione, l'iniziativa bipartisan promossa dai parlamentari Andrea Sarubbi e Fabio Granata nel 2009. Il lavoro svolto nella legislatura 2015-2018 che non ebbe però il coraggio di essere coerente fino in fondo e porre il voto di fiducia per costringere il Parlamento ad esprimersi chiaramente sulla proposta di legge".
"È dunque motivo di grande gioia il raggiungimento delle 500.000 firme per il Referendum che vuole ridurre da 10 a 5 anni il tempo necessario per richiedere la cittadinanza. Proseguiamo una battaglia di civiltà e di umanità". (ANSA).