Dieci anni fa ci lasciava Mariella Gramaglia, il ricordo di Livia Turco

Uno dei doni più belli che porto nel cuore è l’invito a discutere con lei e la figlia Maddalena, il libro che insieme avevano scritto “Fra me e Te”, un esempio di quel dialogo madri e figlie nella politica che consente di costruire una genealogia femminile e costituisce l’anello forte della solidarietà femminile. 


Ci sono momenti della vita che non si dimenticano. Come quel giorno alla stazione di Torino dove io, da poco eletta Responsabile nazionale delle donne comuniste ,nel 1986 , stavo andando a prendere il treno per Roma. Mentre camminavo vidi una donna giovane, che mi salutava con la mano e mi chiedeva di attenderla .Riconobbi il volto di Mariella Gramaglia. L’avevo incontrata all’Università di Torino, in Assemblee o manifestazioni femministe. L’avevo invitata a partecipare ad iniziative delle donne comuniste a Torino. Il suo volto era diventato noto alla TV dove partecipava alle trasmissioni a cura di Tilde Capomazza,” Si Dice Donna”, su Rai Tre alla trasmissione “ Noi ,voi, loro “diretto da Enzo Forcella.

Aveva raccolto in un volume importante scritti femministi e dal 1983 era direttrice dell’importante rivista, in particolare per noi femministe comuniste, Noi Donne. Fui ben felice di attenderla e quando mi fu vicina mi travolse con un abbraccio, con i il suo sorriso luminoso come se ci conoscessimo da sempre e mi disse: “sono molto felice che tu sia la nuova responsabile delle donne comuniste”.

Facemmo il viaggio in treno insieme e nacque una amicizia umana e politica per me molto importante. Che ha scandito ed accompagnato tutta la mia storia politica con le donne e nella Sinistra. A partire dal convegno che realizzammo come Sezione Femminile del PCI dopo la catastrofe nucleare di Cernobyil “Scienza, potere, coscienza del limite”, sollecitate da una manifestazione femminista in cui Alessandra Bocchetti aveva lanciato la proposta di un Patto tra donne .Nel seminario ragionammo su una alleanza tra donne, sulla pratica di una relazione tra donne per cambiare il mondo in cui viviamo, per rendere efficace un pensiero ed una pratica politica che parta dalla “ Cura della Vita”.

Un patto, una relazione, per costruire un potere femminile che fosse trasformativo della società. Rileggo il suo intervento contenuto nel librino del mio archivio che conservo come un tesoro e mi sembra di averla accanto,nelle riunioni di oggi in cui parliamo, tanto più dopo il Covid19- della Cura come paradigma di uno sviluppo sostenibile e di una democrazia rinvigorita. Disse Mariella, in quell’ottobre 1986 ,nella riunione in cui scienziate, politiche, femministe ragionavamo sulla tragedia della esplosione della centrale nucleare di Cernobyl :“Sentivo che noi donne, le donne che ho incontrato stavamo praticando un altro rapporto rispetto agli uomini con la tragedia di Cernobyl .Un rapporto che mi è venuto istintivo chiamare di Cura. Sulla scorta del vocabolario ho verificato che la parola Cura ha un duplice significato che ben si attaglia al nostro problema: da un lato vuol dire “angoscia e ansia” dall'altro, pensiero attento e costante. Da un lato dunque rappresenta un'emozione, per l'altro, lo sforzo concreto intelligente di governare l'emozione stessa.”

Mariella fu protagonista della Carta Itinerante delle donne Comuniste, Dalle Donne la Forza delle Donne, quel progetto che partendo dalla relazione politica tra donne, dalla consapevolezza della propria differenza, voleva affermare la forza delle donne nella politica, per costruire una società umana a misura di donne e Uomini .Proposi che facesse parte della redazione della rivista RETI, della Sezione Femminile del PCI, diretta da Luisa Boccia. Nelle elezioni politiche del 1987 fu candidata al Parlamento per portare in quel luogo la forza delle donne. E vincemmo, raggiungendo il 30% di donne elette nelle liste del PCI alla Camera ed il 25% al Senato. Vincemmo, per la forza di un progetto, quel ”Dalle Donne la forza delle Donne”.

Mi colpisce e mi commuove la sua coerenza e tenacia nel leggere il suo primo intervento in Parlamento il 23 luglio 1987 quando si discute la modificazione del Regolamento parlamentare: “Ebbene Io credo che - come diceva l’ onorevole Rodotà stamattina, sia molto importante pensare al ruolo delle Commissioni e al ruolo della nostra regolamentazione legislativa come soggetti a fasi sperimentali, ad aggiustamenti, a perfezionamenti successivi. Ed è in questo quadro, Signor Presidente, che io propongo alla sua attenzione ed alla attenzione della Giunta per il Regolamento un'ipotesi di lavoro, l'ipotesi di una Commissione per i diritti delle donne e per le pari opportunità uomo donna che abbia caratteri specifici, cioè caratteri di Commissione filtro. Una Commissione che abbia cioè il potere di vagliare progetti di legge che abbiano comunque implicazioni sulla condizione della donna sui diritti delle donne, quello di esprimere un suo parere ed eventualmente di rinviare in Assemblea i progetti che a questi principi non si attengano, così come già avviene come sapete molto bene, meglio di me, che sono alla prima legislatura ,per altre Commissioni filtro, cioè la Commissione Bilancio e Affari Costituzionali.

La ragione per la quale faccio questa proposta all'Assemblea e alla Giunta è la seguente: bisogna dare un segnale simbolico, sebbene ancora minimale, un segnale politico e di attenzione da parte del Parlamento, che inaugura questa nuova legislatura, nei confronti della crescita di domanda politica e di bisogno di rappresentanza politica da parte delle donne all'interno della società civile”.

Il tema del potere delle donne, di come far pesare il punto di vista femminile nelle scelte politiche e nell’agenda di governo animava la discussione tra le donne, con punti di vista diversa, ma tutti convergenti nella proposta di istituire una “Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e Donna” che vide in prima fila le socialiste Elena Marinucci ed Alma Agata Cappiello. Tale Commissione fu istituita nel 1984 con Decreto del Presidente del Consiglio e prevista poi dalla legge 22 maggio 1990 n.164

Mariella ha condiviso ed è stata protagonista della stagione de LE DONNE CAMBIANO I TEMPI con la proposta di legge di iniziativa popolare lanciata nell’aprile del 1990 dalla donne del PDS e che raccolse in pochi mesi 300.000 firme e diventerà legge nel 2000 con il Governo dell’Ulivo, la legge n.53/2000: ” Norme per il sostegno alla maternità ed alla paternità, per il diritto alla cura ,per il coordinamento dei tempi delle città”. Essa prevede nel suo art.24 comma5 che i Comuni attivino il Piano Regolatore dei Tempi delle città, e, nel suo art.27, la valorizzazione delle Banche del Tempo, nate da gruppi di donne e sperimentate a Riccione nei primi anni 80.

Nel suo lavoro di Assessore alla Comunicazione, semplificazione e pari opportunità al Comune di Roma dal 2001 al 2007, sindaco Walter Veltroni ,(era stata Vice-direttore Generale con il Sindaco Rutelli) Mariella si è contraddistinta proprio per la definizione del Piano Regolatore dei Tempi delle città, come fecero altre amministrazioni, a partire dalla sindaca di Modena, Alfonsina Rinaldi e per la forte valorizzazione della esperienza delle Banche del Tempo.

Dopo l’esperienza istituzionale Mariella sentì il bisogno di cimentarsi con una nuova sfida, in India per partecipare ad un progetto di Cooperazione allo sviluppo. Fu una tenace e gentile combattente in ogni stagione della sua vita e ultima, fu l’animazione del movimento “Se non ora quando” nel 2011 per combattere contro il patto sesso-potere-denaro praticato da Silvio Berlusconi, promuovendo una manifestazione che portò in piazza migliaia di donne per affermare la loro dignità, la dignità del proprio corpo e della propria libertà.

Mariella Gramaglia fu una protagonista della innovazione della Sinistra e convinta sostenitrice della stagione dell’Ulivo. Uno dei doni più belli che porto nel cuore è l’invito a discutere con lei e la figlia Maddalena, il libro che insieme avevano scritto “Fra me e Te”, un esempio di quel dialogo madri e figlie nella politica che consente di costruire una genealogia femminile e costituisce l’anello forte della solidarietà femminile. Risorsa fondamentale per costruire la libertà femminile nella politica ed esercitare una leadership che sia capace di trasformazione della società, del potere e della politica.
E ‘trascorso molto tempo, dieci anni, da quando ci ha lasciate, ma il suo sorriso luminoso, i suoi occhi intensi la sua voce gentile e determinata sono rimasti con noi..

Un abbraccio cara Mariella.

Livia Turco