Nilde Iotti, il coraggio del sentimento per spezzare le maglie del patriarcato, di Roberta Mori

Chi come me ha mosso la propria attività politica dagli stessi luoghi di nascita e formazione di questa grande donna, vi ha sempre trovato un punto di riferimento e una sorta di “pietra d’inciampo” nel proprio percorso di servizio pubblico alla comunità.


Nel panorama della storia repubblicana italiana, pochi nomi risplendono con l’intensità e la profondità simbolica di Nilde Iotti. Ragazza della Resistenza e Madre Costituente, Nilde incarna con rara compiutezza e sin dai suoi esordi la sintesi tra il personale e il politico, tra l’aspirazione alla libertà e il senso profondo delle istituzioni democratiche. Il suo profilo, tanto nobile quanto umano e popolare, offre ancora oggi, a venticinque anni dalla sua scomparsa, una lezione magistrale di impegno, dedizione e coraggio.

Chi come me ha mosso la propria attività politica dagli stessi luoghi di nascita e formazione di questa grande donna, vi ha sempre trovato un punto di riferimento e una sorta di “pietra d’inciampo” nel proprio percorso di servizio pubblico alla comunità. Per Reggio Emilia non può che essere vanto e per l’Italia democratica esempio fulgido e mai declinato al passato, in quanto incessantemente capace di ispirare le battaglie dell’oggi. Qui sta la peculiarità di Nilde Iotti, figura rivoluzionaria in una società soffocata dalle maglie del patriarcato, in cui le donne erano escluse dalla sfera pubblica, dove la sua stessa presenza nella scena politica era un atto di rottura e di sfida: comprese allora, come tutte dovremmo comprendere oggi, che essere una donna impegnata in politica significa innanzitutto battersi per la libertà di tutte e per l’emancipazione di una società rifondata sui diritti.

Si pensi a quel consesso costituzionale dominato da uomini, specchio di un assetto sociale sino a quel momento privo della voce femminile ed indiscusso, dove ventuno donne hanno trovato la forza di cambiare la storia. Con loro e tra loro, la voce di Nilde che si levò per l’articolo 3 e il principio di pari dignità sociale ed uguaglianza fra tutti i cittadini, che formulò l’articolo 29 trasformando la concezione di famiglia, fu la voce di ogni ragazza e donna del suo tempo, di ogni tempo.

Una di noi, dunque, fautrice di tanta parte del nostro presente democratico e ispiratrice del futuro, sino a quando gli egoismi e i soprusi, le ingiustizie sociali, le discriminazioni e le violenze patriarcali continueranno a ferire non soltanto le donne ma l’umanità intera e tenere lontano l’orizzonte di una democrazia compiuta. Per non rassegnarci all’attuale incuria politica, abbiamo a disposizione un’arma pacifica quanto potente che Nilde Iotti ci ha indicato: il coraggio del sentimento, il sentimento che va oltre l’indignazione e riesce a farsi determinazione politica perché nutrito dal dolore per le ferite inferte all’umanità. È questo fuoco doloroso, che le ha imposto di non voltarsi mai dall’altra parte e mai di essere indifferente, ad aver distinto tutto il suo percorso politico e parlamentare, nel Partito in cui militava come nel ruolo di prima presidente donna della Camera dei deputati.

Vi sono passaggi complessi della storia civile e sociale italiana che abbiamo superato grazie alla profonda empatia di questa Madre della res publica. La sua vita esemplare continua a dimostrarci, ogni giorno, il valore del restare umana e consapevolmente donna al servizio delle istituzioni e della democrazia. Tante di noi, semplicemente, non ce l’avrebbero fatta.

Roberta Mori

*L’autrice, già Consigliera della Regione Emilia-Romagna, è portavoce nazionale della Conferenza delle Donne Democratiche.

Questo articolo è stato pubblicato oggi su strisciarossa