L'intervento di Rosa Russo Jervolino alla tavola rotonda su l'Eredità di Nilde Iotti promossa dalla nostra Fondazione il 3 dicembre scorso.
Non vi è dubbio che sia possibile affermare che, nel nostro paese, gli anni Quaranta del secolo passato abbiano avuto per le donne un’importanza eccezionale. Basta, infatti, pensare che, all’inizio del secolo, esse non avevano diritti politici mentre, alla fine del secolo stesso, erano inserite nelle più alte istituzioni del paese.
Sfogliando gli elenchi dei Consiglieri Comunali, vi troviamo inserite donne che ancora portano il costume delle loro regioni di origine, ed anche giovani poco più che ventenni, fra queste, una giovane laureata presso l’Università Cattolica di Milano, già capace di lasciare segni significativi nelle istituzioni stesse. Questa donna è Nilde Iotti, consigliera comunale di Reggio Emilia, prima ancora che membro dell’Assemblea Costituente.
Il suo cammino non è stato né semplice né facile. Ciò si evince con chiarezza leggendo i lavori preparatori della Costituzione. Nilde Iotti prese parte attivamente alla prima sottocommissione della Commissione dei Settantacinque, incaricata di redigere i primi fondamentali articoli della Costituzione italiana, circa i diritti e i doveri dei cittadini e le libertà.
Si occupò in modo particolare del tema della famiglia, avendo sempre come obiettivo la parità dei diritti e doveri dei coniugi e la tutela dei diritti dei figli nati fuori dal matrimonio e il loro inserimento nell’istituto familiare.
Del resto, questi due principi (parità dei diritti e doveri e pari dignità di donne e uomini nella vita sociale e politica e nell’istituto familiare) sono sempre stati presenti nel pensiero e nella cultura giuridica della Iotti. Non è facile immaginare quanto essi fossero invece lontani da larga parte del sentire comune dei cittadini italiani. Per avere piena coscienza di queste difficoltà, basta infatti ricordare che mentre la norma Costituzionale è del 1948, la riforma del diritto di famiglia fu completamente approvata soltanto nel 1975. Va sottolineato che i valori che la Iotti ha cercato di inserire nel testo del 1975 sono ancora l’asse portante del sistema giuridico nel suo insieme e vanno preservati e potenziati al massimo.
Un altro tema che interessò profondamente la Iotti, insegnante, fu la difficile situazione della scuola nel dopoguerra, che necessitava di profondi interventi di sostegno e riordino, lo sviluppo della cultura e in particolar modo l’insegnamento della storia.
Da educatrice intelligente ed attenta, Nilde Iotti continuò a riflettere criticamente sul tema dell’educazione e sui programmi scolastici, in modo da offrire ai giovani una formazione culturale critica, improntata al principio di libertà e una visione complessiva della storia che tenesse conto con obiettività anche delle drammatiche vicende belliche recenti, conscia dell’occasione storica che la democrazia italiana offriva ai giovani, favorendo una completa rinascita culturale. Nascono da qui, le interpellanze rivolte al governo, sin dall’Assemblea Costituente, in materia di scuola e di riforma delle metodologie didattiche ed in particolar modo dell’insegnamento della storia. In un’interpellanza del 1954, la Iotti afferma, infatti, in riferimento alla didattica della storia, che, occorre dire la verità ai giovani insegnando loro ciò che fu il fascismo per l’Italia e quale giudizio ne ha dato la maggioranza del popolo italiano, questo non per generare odio ma perché sia chiaro che la libertà di pensiero e di parola, deve assolutamente essere salvaguardata perché essa è strumento di crescita individuale e collettiva.
Nilde Iotti è stata una grande donna delle istituzioni. Ho avuto modo di conoscerLa personalmente, da presidente della commissione di vigilanza Rai, negli anni della Sua presidenza della Camera dei deputati, nella quale ha contribuito in modo determinante a creare un clima di serietà e di competenza, ma anche di amore per le istituzioni in anni particolarmente difficili per la storia italiana, inverando i valori della Costituzione. Per questo noi cittadine e cittadini della Repubblica italiana dobbiamo esserLe sempre grati e noi donne in particolare ispirarci alla sua saggezza, alla sua determinazione e alla sua vera passione per le istituzioni democratiche.
Rosa Russo Jervolino