E' il titolo del nuovo libro di Mariapia Bonanate con la prefazione di Papa Francesco ed edito da Edizioni San Paolo. Incentrato sulla storia di una donna nigeriana nel viaggio drammatico dal suo paese di origine fino alle strade del casertano. Un percorso di maltrattamenti e schiavitù, ma anche di coraggio, libertà, dignità e speranza capace di sfidare e sconfiggere l’assurda “banalità del male”.
Maria Pia Bonanate, autrice e scrittrice del libro “Io sono Joy”, uscito alla fine di gennaio per le edizioni San Paolo, è da anni amica delle sisters Orsoline di Casa Rut. In una sua visita a Napoli, nell’estate del 2019, come suo solito, ha fatto sosta a Casa Rut e poi allo Store newHope nel centro della città di Caserta, per l’acquisto di manufatti etnici da regalare a delle sue amiche di Torino.
Qui ha incontrato Joy…il suo sorriso, il suo abbraccio, la sua forza di comunicare con le parole, ma soprattutto con le mani, con gli occhi e con il cuore la bellezza e il valore di quei manufatti creati dalle sue amiche e sorelle, le “tessitrici di nuove speranze”, lì esposti, in quello Store pieno di colori e di armonia, per essere venduti. Joy sapeva bene, e lo diceva con forza e convinzione che è solo il lavoro che restituisce appieno la dignità e la libertà.
Quell’incontro inaspettato e coinvolgente avrebbe lasciato un segno profondo nel cuore e nella vita di Maria Pia che l’ha portata a intrecciare la sua vita con quella di Joy, al punto di accarezzare insieme il sogno di narrarne la storia.
Nella recente Giornata mondiale delle comunicazioni sociali dal titolo “Vieni e vedi”, Papa Francesco ha raccomandato ai giornalisti e agli scrittori di andare sempre a vedere e a condividere prima ancora di scrivere.
Si può dire che l’autrice abbia messo in pratica quell’invito.
Maria Pia ha camminato insieme alla protagonista per diverso tempo, trascorrendo giorni insieme nella sua casa a Torino. Ricalcando percorsi, brutture, violenze, speranze di un viaggio che sembrava non terminare mai… riuscendo, attraverso la crescita di una relazione empatica, a dare una voce a Joy e in lei alle tante Joy ancora in balia di criminali, trafficanti di esseri umani, ancora in condizioni di schiavitù sulle nostre strade.
Dalla Nigeria ai campi di detenzione della Libia sino alle strade del casertano. Dalla casa di accoglienza delle suore Orsoline di Caserta - “Casa Rut", al duplice incontro con Papa Francesco. Un percorso di maltrattamenti e schiavitù, ma anche di coraggio, libertà, dignità e speranza capace di sfidare e sconfiggere l’assurda “banalità del male”.
Ne è nato un libro potente, raccontato in prima persona da Joy, la cui testimonianza è un patrimonio dell’umanità ha scritto papa Francesco di questo libro, che lo ha commosso. E l’ha indotto a scriverne una prefazione che attraversa queste pagine come un vento forte, rendendole così vive e attuali.
Un viaggio, quello di Joy, originato dall’accarezzare un sogno, una speranza: la promessa di un lavoro, da parte di un’amica di famiglia, con il quale aiutare la sua famiglia e la possibilità di proseguire gli studi.
Joy ha 23 anni quando parte dalla Nigeria. Bastano poche ore di viaggio per rendersi conto di essere caduta nelle mani di trafficanti spietati, spesso persone insospettabili che approfittano delle situazioni di vulnerabilità per reclutare nuova “merce” da piazzare sul “mercato” e alimentare così i loro orrendi traffici.
Durante l’attraversata del deserto – racconta Joy- non avevamo niente, né acqua né cibo. E se qualcuno moriva o rimaneva indietro veniva abbandonato come se niente fosse.
Ma sono soprattutto i quattro mesi passati nei campi di detenzione in Libia, veri e propri lager, a far sprofondare Joy in un abisso di violenze crudeli e umiliazioni indescrivibili da cui pensava di non riuscire più a riemergere.
A riguardo, credo che la drammatica testimonianza di Joy dovrebbe interrogarci e inquietarci, in particolare i nostri politici, sulla validità del vigente Memorandum Italia-Libia volto a contenere le partenze dei migranti.
Forte è il rischio, aggravato dalla totale situazione di instabilità in cui si trova oggi la Libia, che il nostro Paese continui a sostenere con milioni di euro la cosiddetta Guardia Costiera libica con i suoi respingimenti, e contribuisca a tenere in vita i centri di detenzione, dove sistematicamente vengono violati i diritti umani.
Poi i tentativi di attraversata del Mediterraneo, il naufragio e il salvataggio. Ho avuto moltissima paura- racconta. Tante persone sono morte, prima che arrivassero i soccorsi. Quando siamo arrivati in Italia, ero felicissima. Non sapevo che mi aspettava una seconda Libia. Persino peggio!
Al suo arrivo in Italia Joy scopre che il lavoro promesso è “la strada”, dove la madam l’obbliga a prostituirsi con la minaccia e il ricatto del woodoo e un debito di 35.000 euro. A Castel Volturno, in Campania, Joy diventa una schiava di aguzzini senza pietà.
Dopo l’inferno della Libia, l’inferno della strada dove per mesi e mesi Joy vive un martirio crudele e disumano un’esperienza che non avrei mai immaginato di poter sopportare. Ma dentro quel nuovo inferno, aggrappata e sostenuta dalla fede in un Dio che non dorme ritrova il coraggio e decide di fuggire. Sporge denuncia alla polizia che la porta a Casa Rut dove inizia per lei un cammino di libertà e di nuova speranza.
Dentro questo cammino di libertà Joy ha scelto di raccontare la sua storia. Ha scelto di esporsi, senza riserve, con un coraggio che ha comportato per lei fatica e sofferenza. Ha deciso di riaprire le ferite inferte durante la sua drammatica odissea, ma ha anche saputo portare in salvo quella gioia di vivere e di amare gratuitamente, quella passione per gli altri che non l’ha mai abbandonata. Nel libro la storia singolare di Joy si fa plurale, la sua voce dà voce alle migliaia di giovani donne, spesso minorenni, che hanno vissuto o vivono oggi questo inferno. E’ a loro che Joy dedica questo libro: A Faith, Tina, Precious… e alle tante giovani donne assetate di libertà e giustizia.
In Italia si stima che siano dalle trenta alle quaranta mila le giovani donne straniere trafficate sulle nostre strade. Anche se oggi, a causa della pandemia, le presenze in strada sono diminuite ma di contrappeso è cresciuto il mercato dell’indoor…
E se questo libro è dedicato “alle tante giovani donne”…, di fatto chiama in causa e interpella soprattutto il mondo maschile, il mondo degli uomini. Ecco allora la viva speranza che venga letto da tanti e tanti uomini, giovani, adulti e anziani. Di fatto, tra le righe, viene loro esplicitata una domanda: perché tanti maschi hanno necessità di comprare sesso a pagamento?
Sono convinta che di fronte a questa alta domanda che alimenta questo brutale mercato non sia più rimandabile una seria educazione ai sentimenti, alla relazione, al riconoscimento e al rispetto dell’altra/o, a partire dalle famiglia, dalla scuola. Credo che l’uomo, il maschio, che tende a identificarsi con il ruolo, con la forza, con il potere, come colui che domina… ha oggi paura di riconoscersi umano, di lasciarsi abitare da sentimenti di solidarietà, di tenerezza, di giustizia, di amore….
Chi va da una di queste ragazze, magari minorenne, non solo deturpa l’umanità della vittima, ma disumanizza anche se stesso. Per loro – racconta Joy - siamo soltanto una merce da comprare usare e gettare via. Come potevano ritornare come niente fosse nelle loro case, guardare negli occhi le loro donne, le mogli, i figli? Come potevano sentirsi bene dopo aver comprato per cinque, dieci, venti euro il corpo di una donna, come fosse merce, una sua proprietà?
Ma la forza coinvolgente di questa narrazione è che parla a tutte e tutti noi, anche e soprattutto alle istituzioni politiche, religiose, sociali, educative, nessuno escluso.
In questa nostra società mercantile, tutto è diventato vendibile e acquistabile, anche gli esseri umani, anche il loro corpo o parti di esso, e il denaro è diventato il generatore simbolico di tutti i valori.
Non possiamo nasconderci che l’attuale economia di mercato, caratterizzata dal modello neo-liberista privilegia di fatto il profitto rispetto ai diritti umani creando una cultura di violenza, di mercificazione e di profonde disuguaglianze.
La tratta degli esseri umani, un crimine contro l’umanità, così definito da papa Francesco, è una piaga che ci riguarda e ci interpella. E Francesco continua sembra che ci siamo abituati, a considerarla una cosa normale. Questo è brutto, è crudele, è criminale! Desidero richiamare l’impegno di tutti affinché questa piaga aberrante, forma di schiavitù moderna, sia adeguatamente contrastata.
Oggi Joy è ritornata a essere il significato del suo nome: gioia. Gioia di vivere, di amare, di donare, d’inventare ogni giorno la vita e la speranza.
Con questo libro, - ha detto papa Francesco nella prefazione - Joy fa un dono a ogni donna e a ogni uomo che coltivi un’autentica passione per la salvaguardia della vita.
Dopo averlo letto, a noi scegliere da che parte stare.
Rita Giaretta