“Un nuovo 8 marzo si avvicina, e non vorremmo che fosse il solito, mimose e sorrisi. Ci sono persone che lavorano nelle istituzioni perché la presenza delle donne e il loro contributo in termini di energie lavorative, pensiero e idee aumenti ed eguagli la proporzione di cittadinanza femminile esistente. Le donne in Italia rappresentano il 52% del corpo elettorale, eppure tra gli eletti le donne sono state meno del 20%”.
E’ il triste bilancio dell’assessora alle Pari opportunità del Comune di Firenze, Cristina Giachi che però commenta: “qualcosa sta cambiando: si legge in questi giorni che, con tutta probabilità il prossimo Parlamento potrebbe essere composto per il 30% da deputate e senatrici”. Tuttavia “non possiamo non considerare che nel nostro Paese una questione femminile a livello culturale esiste, e sia profondamente radicata nel corpo sociale. È reso evidente dalle risate conniventi che esplodono quando una donna è oggetto di osservazioni volgari o triviali, ma è ancora più drammaticamente testimoniato dagli episodi di violenza, dai maltrattamenti, dai femminicidi. Per questo – ha sottolineato l’assessora - come amministrazione comunale abbiamo ritenuto prioritario, oltre al sostegno indispensabile ai centri anti violenza, promuovere un'azione di sensibilizzazione sull’uso del termine femminicidio per indicare il caso di omicidio di una donna per il fatto di essere donna, e sul genere nel linguaggio pubblico e negli atti amministrativi. La prima campagna è scaturita dai numerosi fatti di cronaca e si è rivolta, in occasione del 25 novembre, a tutti perché nello sforzo di chiamare le cose con il proprio nome acquisiamo consapevolezza di una causa di morte che ha riguardato oltre 100 donne nel 2012”.
Secondo Giachi attraverso le parole di può giocare una sfida importante: “il Comune di Firenze insieme all'Accademia della Crusca ha elaborato un volumetto di Linee guida sull'uso del genere nel linguaggio degli atti amministrativi, dire ministra e assessora può far sorridere, all'inizio, ma di sicuro favorisce una coscienza diversa”.
Inoltre l’assessora ha ricordato che “un provvedimento votato dal nostro Parlamento ha previsto una quota di rappresentanza femminile obbligatoria nei Cda delle aziende pubbliche. Anche le quote sono uno strumento – ha detto - mai un orizzonte, che può aiutare a creare uno spazio per le donne, a riequilibrare, a guidare le scelte di molti dirigenti non tanto capaci dal punto di vista strategico da comprendere che inserire le donne insieme agli uomini nei ruoli di vertice aiuta a rinnovare modalità e prospettive di funzionamento degli organismi. A questo proposito siamo ancora molto indietro, e sono ancora pochi i sindaci delle grandi città che hanno giunte composte in egual misura di donne e uomini. Intanto occorrerebbe che un governo assennato assumesse tra le sue priorità la questione delle energie femminili coinvolte nella progettazione sociale e nel governo. Per il prossimo 8 marzo – ha annunciato - scriveremo una cartolina a tutti i parlamentari, chiedendo che le donne siano al centro della loro agenda politica”. E Giachi ha concluso: “occorrerebbe che le donne vestissero come una bandiera il coraggio e la determinazione della loro differenza e che, con nuovo spirito, riscoprissero il valore della solidarietà femminile”.
Francesca Romagnoli
14 febbraio 2013