8 marzo 2013. Intervista a Cristina Niutta, Assessora alle Pari opportunità Comune di Pavia
di Francesca Romagnoli, sito dell'Anci del 19 febbraio 2013

“Ho sempre visto con favore l’introduzione di quote di genere al fine di riequilibrare la presenza dei due sessi, e delle donne in particolare, nei ruoli decisionali, quote che dovrebbero servire come un grimaldello per entrare in quella stanza dei bottoni da cui siamo di fatto escluse”. Ne parla in questa intervista l'Assessora alle Pari opportunità del Comune di Pavia.
 

 “Quest’anno l’8 marzo può essere celebrato con una moderata dose di ottimismo, almeno per quanto riguarda i passi fatti verso un riequilibrio di genere al vertice delle istituzioni e dell’economia. La strada da percorrere è ancora lunga e irta di ostacoli, ma qualcosa si è mosso”. Ne è convinta l’assessora alle Pari opportunità del Comune di Pavia, Cristina Niutta che ha aggiunto: “il 2012 si è chiuso con due importantissime riforme, è diventata pienamente operativa la legge n.120/2011 che ha introdotto le quote di genere nei consigli di amministrazione e negli organi di controllo delle società quotate in borsa e delle società pubbliche. In sintesi – ha precisato Niutta - si statuisce che gli organi sociali devono garantire che il genere meno rappresentato sia presente nella misura minima di un quinto al primo rinnovo e di un terzo nei successivi due, pena la decadenza dalla carica sociale”.  E l’altra riforma? “E’ stata varata la legge n.215/2012 sul riequilibrio della rappresentanza di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e delle Regioni”. Cosa prevede? “Si stabilisce – ha ribattuto l’assessora - che nelle liste dei candidati nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi, che si possono esprimere sino a due preferenze che devono riguardare candidati di sesso diverso, e che gli Statuti degli Enti locali devono contenere norme finalizzate a garantire la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e in tutti gli organi non elettivi ove siedono rappresentanti degli Enti locali stessi”. La norma potrà dirsi rispettata se risulta equilibrata la presenza di entrambi i generi “sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, non potendosi ritenere sufficiente, come spesso avviene, la presenza di una sola donna in giunta con deleghe minori”. Secondo l’assessora di Pavia si tratta di due leggi “che mirano a scalfire quei vergognosi dati statistici sulla presenza delle donne nei posti decisionali che pongono l’Italia nella parte bassa di tutte le classifiche internazionali in materia”.
Ma uno spiraglio di luce comincia a vedersi se si pensa che “negli ultimi decenni il numero delle donne laureate e altamente qualificate è cresciuto esponenzialmente e che è ormai pacificamente riconosciuto che la diversità di genere apporta solo benefici alla gestione della cosa amministrata, sia essa una società o una istituzione. Ho sempre visto con favore l’introduzione di quote di genere per riequilibrare la presenza dei due sessi, e delle donne in particolare, nei ruoli decisionali – ha precisato l’assessora - quote che dovrebbero servire come un grimaldello per entrare in quella stanza dei bottoni da cui siamo di fatto escluse”.
Una buona pratica è rappresentata proprio dal Comune di Pavia: “il mio assessorato ha ideato un progetto, con cui ha vinto un finanziamento ministeriale, che è approdato ad un percorso formativo rivolto alle donne e condotto dalla Fondazione Romagnosi-Scuola di governo locale, che ha fornito strumenti di base di carattere normativo e comunicativo in campo politico. L’intento – ha detto - è stato quello di smuovere le acque e negare agli uomini quel facile alibi tante volte utilizzato secondo cui non ci sarebbero donne disposte a scendere in campo. Le prossime elezioni amministrative di maggio – ha concluso Niutta - ne saranno il primo vero banco di prova”.
Francesca Romagnoli

19 febbraio 2013