Londra, "Albania saved my life".
di Ingrid Stratti dal sito di noidonne del 18 gennaio 2013

Shoah è una parola ebraica, che significa catastrofe, disastro, distruzione... In occasione del Centennario dell'Indipendenza dell'Albania, l'Ambasciata d'Albania a Londra in collaborazione con il Consiglio delle Comunità Albanesi d'Italia (C.C.A.I.) organizza il 22 Novembre 2012 alla Wiener Library un'evento molto commuovente ed importante intitolato "Albania saved my life".

Shoah è una parola ebraica, che significa catastrofe, disastro, distruzione. Con il vocabolo Shoah si denomina ciò che è stato compiuto contro gli ebrei, in gran parte d’Europa, negli anni Trenta e Quaranta del Novecento, a opera del regime nazista tedesco con il concorso di molti altri governi e partiti fascisti e reazionari. La Shoah è un evento unico nella storia del nostro continente, come sottolinea Michele Sarfati (CEDEC). L’Europa e il mondo hanno conosciuto, purtroppo, numerose altre persecuzioni e massacri. La Shoah si differenzia dagli altri per il suo carattere assoluto, per la sua dimensione continentale, per l’impiego della scienza e della tecnologia. Nessuno aveva pensato prima, nessuno ha pensato dopo, a qualificare come nemico da distruggere, da annientare, un neonato ebreo, tutti i neonati ebrei; e poi ad allestire strutture di uccisione capaci di sopprimere molte vite in pochi secondi; e poi a costruire dei forni crematori finalizzati a eliminare con rapidità i corpi delle persone che venivano uccise con rapidità nelle camere a gas.
E, prima di ciò, occorre ricordare che tanti governi del continente avevano emanato leggi antiebraiche, che definivano gli ebrei una “razza” e non una religione, e che revocarono loro diritti fondamentali come il diritto al lavoro, il diritto all’istruzione, fino allo stesso diritto della cittadinanza.
In Albania si è verifìcata una sorta di convergenza tra atteggiamento del governo e comportamento della popolazione. Il risultato di ciò fu che in Albania la tremenda macchina della Shoah conobbe un arresto. Il poderoso Terzo Reich deportò perfino gli ebrei che vivevano sotto le finestre del papa, ma non deportò quelli che vivevano in questo piccolo Paese. Ciò costituisce un titolo di merito, un grande indice di vera civiltà, come documentato nelle ricerche svolte da Michele Sarfati (CEDEC).
In occasione del Centennario dell'Indipendenza dell'Albania, l'Ambasciata d'Albania a Londra in collaborazione con il Consiglio delle Comunità Albanesi d'Italia (C.C.A.I.) organizza il 22 Novembre 2012 alla Wiener Library un'evento molto commuovente ed importante intitolato « Albania saved my life ». Nel 1938 la giovane viennese Trude Grunwald di soli 16 anni scappa da Vienna con la sua famiglia per sfuggire alle persecuzioni antisemite. La sua famiglia è costretta a cercare rifugio dapprima nel Regno di Jugoslavia e poi in Albania. La giovane Trude viene salvata dalla morte dalla celebre famiglia Dovana di Durazzo che la accoglie calorosamente. La giovane Trude stringe amicizia con le coetanee Ksanthipi, Elsa e Belina, le tre sorelle della famiglia Dovana. La famiglia Dovana conforta e sostiene la giovane Trude che conversa con loro in francese. Al peggiorare della situazione politica con l'occupazione italiana nel 1939, la famiglia Dovana le fornisce un'attestazione grazie alla quale la giovane Trude e sua madre riescono a passare le frontiere in Italia e Germania per trovare rifugio in Inghilterra.
Questa incredibile storia di salvezza e amicizia potrà essere raccontata solo dopo settanta anni.
In Inghilterra Trude diventa professore ordinario di Antropologia all'Università di Sussex e per lunghi anni cerca di mettersi in contatto con la famiglia Dovana per ringraziarla di averle salvato la vita. La ricerca della famiglia Dovana non è delle più agevoli dato che l'Albania è isolata a causa della dittatura durata per quasi cinquanta anni. Dopo oltre settanta anni, la professoressa Epstein trova una delle nipoti della famiglia Dovana, Ingrid Stratti, docente di sociologia delle migrazioni ed esperta in politiche di uguaglianza a Trieste, che si batte da molti anni per il riconoscimento del diritto di cittadinanza e pari opportunità per tutti.
Il commovente incontro e la profonda amicizia tra la professoressa Trude Epstein e Ingrid Stratti vorrebbe fornire ai giovani e alle generazioni future un modello di comportamento esemplare di individui, organizzazioni o paesi che mettendo a repentaglio la loro stessa esistenza hanno salvato la vita di persone perseguitate. Ingrid Stratti

02 marzo 2013