“Violenza fisica e psicologica ai danni delle donne: la cronaca nazionale ci consegna, con cinica regolarità, episodi dove la donna è la vittima e il più delle volte per mano della persona più vicina a lei, che dovrebbe invece amarla e proteggerla più di altri e di ogni altra cosa”.
Ma per la sindaca del Comune di San Salvo (CH), Tiziana Magnacca “passi in avanti sono stati fatti dal punto di vista legislativo, grazie alla presenza in Parlamento delle donne che sono riuscite in maniera trasversale a fare squadra. Le leggi, come quella contro lo stalking, ma anche progetti strutturati come il Piano contro la violenza di genere stanno aiutando nella realizzazione di un percorso di tutela e protezione delle donne”.
La sindaca ha quindi ricordato le parole del Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, un appuntamento annuale istituito nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite: “la violenza di genere rappresenta una grave violazione dei diritti umani ed è un indice di profonda ignoranza, grettezza culturale e degradazione morale, che offende ragioni di giustizia e di rispetto della persona poste a fondamento della società, indebolendone il tessuto etico e civile”.
Ma ciò che spaventa sono i numeri: in Italia una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, è stata vittima dell’aggressività di un uomo, oltre sei milioni hanno subìto violenza fisica e sessuale, ogni anno 100 donne vengono uccise dal marito, dal fidanzato o da un ex. Secondo l’Osservatorio nazionale sullo stalking, il 10% circa degli omicidi avvenuti in Italia dal 2002 al 2008 ha avuto come prologo episodi di stalking, con l’80 per cento delle vittime di sesso femminile.
“Violenze sessuali, violenza domestica e quella fuori dalle mura di casa: la donna è il bersaglio privilegiato. Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate e molte volte non se ne parla con nessuno soprattutto quando riguarda i minori”. Ma non meno grave è la violenza psicologica, “quella che fa male perché è silenziosa, invisibile, si realizza sui luoghi di lavoro quando veniamo semplicemente sminuite o ritenute non credibili per il solo fatto di essere donne”. Le conseguenze? L’isolamento, minore peso economico e la svalorizzazione dal punto di vista professionale. “E come non ricordare le difficoltà per una donna a vivere in pienezza la sua esperienza nella politica, dobbiamo faticare più di altri a ritagliarci spazi di partecipazione nell’attività amministrativa”.
E Magnacca ha concluso lanciando un appello per la festa della donna: “occorre esprimere la nostra indignazione, sempre, senza esitazione, è un problema di civiltà e di educazione sociale, e dobbiamo farlo per noi stesse e per chi non ha voce e continua a essere vittima, il più delle volte inconsapevole”.
Francesca Romagnoli
07 marzo 2013