“Ho accolto con entusiasmo l’invito della Fondazione Nilde Iotti a partecipare all’iniziativa Italiane e nuove Italiane per l’Italia, patrocinata dall’Anci, per deporre un omaggio floreale al Sacello del Milite Ignoto”.
Parole della sindaca di Rosarno (RC), Elisabetta Rosa Tripodi. “Come donna – ha detto - avrei voluto che non fosse necessario ricordare questa giornata, non celebrarla più perché superflua, in nome di quella parità fra i sessi tanto agognata ma mai veramente raggiunta. E, invece, oggi più che mai bisogna ricordare per non dimenticare”. Ma ha aggiunto: “Come si fa a dimenticare le tante donne che ogni giorno muoiono per mano di mariti, compagni, fidanzati che non accettano la fine di un amore così come le tante donne discriminate, mobbizzate, costrette a barattare la maternità con la perdita del posto di lavoro?
Ogni giorno – ha detto - le donne italiane si dividono tra molteplici compiti: sono mogli, madri, lavoratrici e casalinghe senza che vi sia un’adeguata rete di sostegno alla loro attività. E’ un correre contro il tempo senza che lo stesso sia armonizzato con i tempi delle donne e delle famiglie”.
Per la sindaca Tripodi “avere inserito nell’iniziativa della Fondazione Nilde Iotti la partecipazione delle nuove italiane assume una forte valenza simbolica. Le italiane di seconda generazione vivono più delle altre, sulla loro pelle, il sentirsi differenti e non uguali, sono donne nate in Italia, qui vivono, studiano, lavorano, hanno imparato la nostra lingua e i nostri dialetti, si sentono italiane come noi cittadine, ma una legge vieta loro il diritto di essere tali”.
E ha aggiunto un significato in più alla giornata per celebrare la Festa della donna: “Per dire no a chi ancora oggi calpesta la dignità delle donne, per ricordare che non può esistere una barriera fra chi è italiana per sangue e chi, invece, nasce in Italia e ci vive senza poter diventare cittadina, per non dimenticare che la nostra Costituzione riconosce l’uguaglianza quale principio fondamentale della nostra Repubblica”. Quindi ha auspicato: “Celebriamo la giornata della donna in nome di tutte quelle donne che non hanno voce e per quelle che non possono o non vogliono essere protagoniste della loro vita, per quelle per le quali l’8 marzo sarà un giorno come un altro.
Proviamo tutte insieme, italiane e nuove italiane, a ribadire i nostri diritti, a rimuovere il tetto di cristallo che impedisce la nostra piena affermazione, a vincere una battaglia di civiltà che faccia dell’Italia un paese per donne. Proviamoci – ha concluso Tripodi - anche per le donne italiane di seconda generazione, per l’affermazione dei loro e dei nostri diritti”.
Francesa Romagnoli
07 marzo 2013