Il 25 novembre "Sciopero delle donne", contro la violenza sulle donne. Aderisce anche la Fondazione Nilde Iotti

Faremo anche noi lo sciopero e chiederemo il 25 novembre di rendere visibile con un drappo rosso appeso ovunque l'impegno a dire  forte "basta con la violenza contro le donne". Aderiamo al vostro sciopero perché proponete azioni concrete e quotidiane: lavoro, servizi, centri antiviolenza, leggi adeguate. Ciascuna di noi deve fare la sua parte. Con le azioni quotidiane e diffondendo ovunque e senza smettere mai parole come "dignità", "rispetto","reciprocità". Perche'entrino nel cuore e nella testa di tutte le donne e tutti gli uomini. Per scrivere  una nuova grammatica dei sentimenti. Perche'tra donne e uomini ci siano sempre relazioni paritarie,di reciproco rispetto. Per costruire una vera amicizia tra donne e uomini. Per costruire una societa'umana. Livia Turco e le componenti della Fondazione Nilde Iotti

L'appello di Barbara Romagnoli (giornalista freelance), Adriana Terzo (giornalista freelance), Tiziana Dal Pra (presidente del centro interculturale Trama di Terre)   Pensavamo che l'uccisione di Fabiana, bruciata viva dal fidanzato sedicenne, esprimesse un punto di non ritorno. Invece no. L'insulto che è stato rivolto alla ministra Cécile Kyenge – da un'altra donna – dice molto più di quanto non vogliamo ammettere. E di fronte ad una violenza verbale simile, non ci sono scuse o giustificazioni che tengano. Noi non siamo mai state silenziose, abbiamo sempre denunciato questi fatti, le violenze fisiche e quelle verbali. Ma non basta.   Non basta più il lavoro dei centri antiviolenza, fondamentale e prezioso. E non bastano le promesse di leggi che neanche arrivano. La ratifica della convenzione di Istanbul? Un passo importante, ma bisogna aspettare e aspettare. E noi non vogliamo più limitarci a lanciare appelli che raccolgono migliaia di firme ma restano solo sulla carta; a proclamarci indignate per una violenza che non accenna a smettere; a fare tavole rotonde, dibattiti politici, incontri. Adesso chiediamo di più.   Chiediamo di poter vivere in una società che vuole realmente cambiare la Cultura che alimenta questa mentalità maschilista, patriarcale, trasversale, acclarata e spesso occulta, che noi riteniamo totalmente responsabile della mancanza di rispetto per le donne, e che non fa nulla per fermare questo inutile e doloroso femminicidio italiano. Chiediamo che la parola femminicidio non venga più sottovalutata, svilita, criticata. Perché racconta di un fenomeno che ancora in troppi negano, o che sia qualcosa che non li riguarda. O addirittura che molte delle donne uccise o violate, in fondo in fondo, qualche sbaglio lo avevano fatto. Quanta disumanità nel non voler vedere il nostro immenso lavoro, quello pagato e quello non pagato, il lavoro di cura e riproduttivo, il genio, la creatività, il ruolo multiforme delle donne.   Chiediamo di fermarci. A tutte: madri, sorelle, figlie, nonne, zie, compagne, amanti, mogli, operaie, commesse, maestre, infermiere, badanti, dirigenti, fornaie, dottoresse, farmaciste, studentesse, professoresse, ministre, contadine, sindacaliste, impiegate, scrittrici, attrici, giornaliste, registe, precarie, artiste, atlete, disoccupate, politiche, funzionarie, fisioterapiste, babysitter, veline, parlamentari, prostitute, autiste, cameriere, avvocate, segretarie. Fermiamoci per 24 ore da tutto quello che normalmente facciamo. Proclamiamo uno sciopero generale delle donne che blocchi questo maledetto paese. Perché sia chiaro che senza di noi, noi donne, non si va da nessuna parte.   Senza il rispetto per la nostra autodeterminazione e il nostro corpo non c'è società che tenga. Perché la rabbia e il dolore, lo sconforto e l'indignazione, la denuncia e la consapevolezza, hanno bisogno di un gesto forte. Scioperiamo per noi e per tutte le donne che ogni giorno rischiano la loro vita. Per le donne che verranno, per gli uomini che staranno loro accanto. Unisciti a noi, firma e diffondi questo appello. Insieme, poi, decideremo una data.   Per saperne di più e aderire clicca qui

06 novembre 2013