Di lei restano le immagini delle Olimpiadi in Cina, qualche fotografia sfocata e una storia che parla a tutti. Una vicenda che commuove e che fa rabbia narrata nel libro “Non dirmi che hai paura” (Feltrinelli) scritto da Giuseppe Catozzella che, grazie all’aiuto di fonti privilegiate, ha avuto gli strumenti per rielaborare la voce stessa di Samia e proporre un Io narrante tenero, candido, leggero che arriva a raccontare il “Viaggio”, quel tragitto che dall’Africa conduce all’Europa di cui tutti parlano ma che rimane sempre “avvolto da un assoluto mistero”. Il Viaggio “è una creatura mitologica che può portare alla salvezza o alla morte con la stessa facilità” scrive l’autore.
La vita di Samia Yusuf Omar contiene fiaba e tragedia, riscatto e sconfitta, sogno e destino, meraviglia e orrore. È la storia di un’eroina dei nostri tempi. Tempi duri per chi nasce in Africa e cerca la libertà. Samia desiderava essere un’atleta, correre e vincere. E ci ha provato con tutte le sue forze. A soli 17 anni è riuscita a partecipare alle Olimpiadi di Pechino del 2008 nella gara dei 200m e non ha mai smesso di sognare di qualificarsi per quelle di Londra del 2012, fino a quando, pochi mesi prima dei Giochi inglesi, e dopo un anno e mezzo di estenuante viaggio per raggiungere l’Occidente, Samia annega nel Mar Mediterraneo, a pochissima distanza dall’Italia.
Di lei restano le immagini delle Olimpiadi in Cina, qualche fotografia sfocata e una storia che parla a tutti. Una vicenda che commuove e che fa rabbia narrata nel libro “Non dirmi che hai paura” (Feltrinelli) scritto da Giuseppe Catozzella che, grazie all’aiuto di fonti privilegiate, ha avuto gli strumenti per rielaborare la voce stessa di Samia e proporre un Io narrante tenero, candido, leggero che arriva a raccontare il “Viaggio”, quel tragitto che dall’Africa conduce all’Europa di cui tutti parlano ma che rimane sempre “avvolto da un assoluto mistero”. Il Viaggio “è una creatura mitologica che può portare alla salvezza o alla morte con la stessa facilità” scrive l’autore.
Anche se la fine della storia di Samia è nota ai più, il libro si legge tutto d’un fiato. Con una scrittura asciutta, ma a volte ridondante, l’autore ripercorre la vita della giovane atleta di Mogadiscio dai primi allenamenti con l’amico Alì sotto il sole cocente a quelli notturni nello stadio deserto per nascondersi dagli integralisti, fino alle prime affermazioni quando la “piccola guerriera” vince e sogna di diventare un modello per tutte le donne musulmane del mondo. Samia non si ferma mai. Anche quando gli integralisti prendono più potere ed è costretta ad allenarsi dentro un burqa nero lei continua a correre, con il pensiero fisso al miglioramento dei tempi e ai suoi traguardi.
Samia non sogna l’Occidente e sin da bambina dice che non lascerà mai la sua Somalia, anche se c’è la guerra, ma a un certo punto, anche lei, decide di intraprendere il “Viaggio”. Vuole crescere e allenarsi più degnamente. E solo partendo potrà farlo. Dall’Etiopia va in Sudan, poi attraversando il Sahara, arriva in Lidia. Da lì s’imbarca, con la speranza di conoscere presto la nipotina Mannaar, figlia della sorella Hodan (partita anni prima e stabilitasi a Helsinki), nata proprio nei giorni della sua gara a Pechino.
La storia di Samia diventerà anche un film prodotto dal Leone Film Group, casa di produzione degli eredi di Sergio Leone, che punta a un progetto internazionale. A Roma, intanto, l’8 marzo, per la festa delle donne, la Fondazione Nilde Iotti ha organizzato un evento per ricordare la sua immensa forza, all’INMP (Istituto per la salute dei migranti e il contrasto delle malattie della povertà), in via di San Gallicano 25 alle ore 16.00.
Titolo: Non dirmi che hai paura
Autore: Giuseppe Catozzella
Editore: Feltrinelli
Pagine: 240
Prezzo: 15 €
Anno di pubblicazione: 2014
10 marzo 2014