Gli ultimi dati Istat rilevano che mentre il tasso di occupazione maschile è salito, fino a raggiungere il 64,8%, quello femminile è invece sceso al 46,3%. Per la coordinatrice Donne del Partito Democratico, Roberta Agostini, servono più welfare e più risorse per invertire la rotta. In preparazione anche una mozione che impegna il Governo a convocare una Conferenza Nazionale per programmare l’adozione di strumenti e misure a sostegno dell’occupazione femminile.
Licenziate o costrette a lasciare il lavoro per assistere figli e familiari, disoccupate che lavoro neanche lo cercano più. Una condizione sempre più diffusa nel nostro Paese, tanto che se il tasso di occupazione maschile, secondo gli ultimi dati Istat, è salito al 64,8%, quello femminile è invece sceso al 46,3%. Insomma, in fatto di occupazione femminile, l’Italia sta facendo passi indietro. Colpa anche della crisi economica e del welfare, che vede la donna sempre più occupata a sopperire le carenze del sistema, ad esempio quando si tratta di restare a casa per accudire figli e familiari. Così, “mentre aumentano le donne ai vertici, peggiora la condizione economica e sociale di tantissime ed aumentano le diseguaglianze anche tra le donne”, denuncia la coordinatrice Donne del Partito Democratico Roberta Agostini, dalle pagine del Quotidiano Europa dello scorso 5 luglio (vedi link per scaricare l’articolo originale).
Qualche buona notizia potrebbe arrivare nella legge delega sul lavoro, all’esame del Senato, dove sono previsti strumenti per facilitare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, o dall’inserimento dello smart working nel ddl di riforma della Pubblica amministrazione della ministra Madia o dal voucher per i servizi di baby sitting previsti dalla legge n.92 del 2012 e di cui il ministero del Lavoro si è impegnato a potenziare l’utilizzo. Ma questi impegni “hanno bisogno di essere declinati ed articolati e che hanno soprattutto bisogno di risorse adeguate”, sottolinea Agostini. Per la coordinatrice Donne Pd, dunque, “deve essere riaperto il capitolo delle politiche sociali, trovate risorse, ripensati i servizi in una chiave che risponda ad esigenze di una società mutata”. Per Agostini il sistema dei voucher rischia però di essere una risposta “insufficiente”. “L’autorganizzazione e la cooperazione sociale rappresentano, io credo, invece, la risposta più avanzata alla questione sociale e a quella occupazionale. Così come il tema dell’occupazione femminile segnala l’urgenza del superamento delle politiche di austerità e del rigore”.
09 luglio 2014