Terremoto. Perché non dobbiamo perdere il coraggio

Ho seguito la messa dedicata alle vittime del terremoto stamattina, a Morozzo in provincia di Cuneo con accanto la mia anziana mamma. Ci siamo ripetute tante volte in questi giorni " chissà  come faremmo noi se ci trovassimo senza casa, senza niente, con la morte di persone care.."


Voglio ringraziare il Vescovo, Monsignor D'Ercole. Le sue parole pronunciate durante l'Omelia nella S.Messa di questa mattina lasciano il segno. Le ho sentite ripetersi nel mio cuore e nella mia mente per tutto il corso della giornata. Parole che esprimono pensieri con  la forza della verità e ridanno un senso alla parola speranza.   Voglio qui ripetere quelle che più mi hanno colpita. "Signore ,ma tu dove stai? Il terremoto è come l'aratro , che è violento, rompe la terra, ma la prepara ad un nuovo raccolto.La nostra difficile fede ci indica come riprendere il cammino. La solidarietà ci fa tenere i piedi ben saldi per terra e ci insegna ad abbracciare tutti.Non abbiate paura di gridare la vostra sofferenza.Ma non perdete il coraggio .Insieme ricostruiremo le nostr case,le nostre chiese  e daremo vita alla nostra comunità a partire dalle nostre tradizioni e dalle macerie della morte."   Ascoltiamo queste parole e traduciamole in comportamenti concreti. Dobbiamo farlo come singoli cittadini. Deve farlo la politica.   Mi auguro che le parole del Vescovo diano conforto e speranza alle persone colpite e sofferenti ed illuminino la mente ed il cuore  di noi cittadini e di chi ci governa.   Livia Turco

30 agosto 2016