La legislatura si è chiusa con molte buone norme in favore delle donne  di Grazia Labate

Sono stati circa 166 in Parlamento i provvedimenti che hanno affrontato, diverse tematiche sulla condizione femminile: 102 proposti alla Camera, 64 al Senato. 92 proposti da parlamentari donne, 43 da parlamentari uomini, 28 di iniziativa governativa, 2 di iniziativa popolare, una del Cnel. 


Ben 140 provvedimenti sono di natura ordinaria, 10 di bilancio, 10 sono disegni di legge di conversione di decreti legge e 6 ddl costituzionali. I provvedimenti all'esame delle Camere in prima lettura sono stati 141, in ultima lettura in 137, in letture successive 25.  Le norme in favore delle donne sono passate più per emendamento che per legge, come dimostrano i 15 ddl che parlano di donne approvati definitivamente.   Tuttavia altre proposte in favore delle donne non sono restate negli archivi parlamentari, ma sono entrate come emendamenti nelle leggi di bilancio o, comunque di iniziativa governativa, spesso grazie al lavoro dell'Intergruppo su questioni di genere costituito alla Camera da 80 deputate di tutti i gruppi.   Per la prima volta è stato istituito alla Camera l'Intergruppo parlamentare per le donne, i diritti e le pari opportunità. Su iniziativa della Presidente Boldrini e delle deputate dell'Ufficio di Presidenza, composto da 80 deputate, espressione di tutti i gruppi che siedono a Montecitorio, l'intergruppo si è dato un comitato direttivo con funzioni di coordinamento e impulso dei lavori, del quale fanno parte una deputata per ciascun gruppo, oltre alle deputate dell'Ufficio di Presidenza.   L'obiettivo è stato quello di porre le questioni di genere al centro del dibattito politico-legislativo, sulla scia delle diverse esperienze internazionali già esistenti in Europa e negli Stati Uniti. L'Intergruppo di Montecitorio colma una distanza con quei parlamenti di altri paesi europei che già da anni hanno costituito organismi analoghi: gli All-Party Parliamentary groups (APPG) per le Donne in Parlamento, nel Regno Unito; la delegazione parlamentare per i diritti delle donne e le pari opportunità (délégation aux droits des femmes) in Francia; la Commissione per l'uguaglianza (Comisión de Igualdad) in Spagna.   Anche nelle istituzioni europee troviamo esperienze che vanno nella stessa direzione, come il Women Caucus dell'Unione europea, una rete tra le tutte donne che appartengono alle istituzioni europee: Parlamento, Commissione, Consiglio e personale delle rappresentanze nazionali a Bruxelles. Mentre negli Stati Uniti opera già dagli anni ‘70 lo storico National Women Political Caucus. Grazie all'attività delle parlamentari sono stati approvati alcuni emendamenti importanti nel percorso verso la parità di genere e nella lotta contro la violenza sulle donne.   Per esempio l'emendamento proposto a nome dell'intergruppo da Caterina Pes (Pd) che destina agli orfani delle vittime di femminicidio un maggior ristoro a valere sulle risorse del Fondo per le vittime di reati violenti. Al Fondo, sono stati destinati gli introiti delle sanzioni pecuniarie civili.   Un emendamento a prima firma Chiara Gribaudo (Pd) ha esteso alle lavoratrici autonome vittime di violenza di genere il congedo nella misura massima di tre mesi, con diritto a una indennità giornaliera dell'80 per cento. Un emendamento a prima firma Titti Di Salvo (Pd)conferma a 2 giorni il congedo obbligatorio di paternità per il 2017, lo porta a 4 giorni nel 2018 (nel 2018 il padre può fruire di un ulteriore giorno di congedo in sostituzione della madre e in suo accordo). L'emendamento di Pia Locatelli (gruppo Misto) finanzia con un milione per il 2017 e 500mila euro per il 2018 e il 2019 il terzo piano d'azione previsto dalla risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza Onu su donne, pace e sicurezza. L'emendamento di Adriana Galgano (Civici e innovatori) destina 5 milioni di stanziamenti aggiuntivi dal 2017 al 2019 al Fondo per le politiche di pari opportunità, finalizzati al piano antiviolenza, servizi territoriali e centri antiviolenza.   Inoltre molti emendamenti delle parlamentari hanno introdotto a partire dalla legge di stabilità 2016 la norma che stabilisce che il periodo obbligatorio di congedo di maternità è computato ai fini della determinazione dei premi di produttività. È stata estesa, in via sperimentale per il 2016 e a valere per il triennio e nel limite di 2 milioni di euro, alle madri lavoratrici autonome o imprenditrici la possibilità di richiedere, in sostituzione (anche parziale) del congedo parentale, un contributo economico da impiegare per il servizio di baby-sitting o per i servizi per l'infanzia.   Reso cumulabile il riscatto della laurea con quello dei periodi corrispondenti al congedo parentale (astensione facoltativa per maternità) o per motivi familiari concernenti l'assistenza e cura di disabili purché non coperti da assicurazione. Sono stati stanziati 2,5 milioni di euro per la promozione e garanzia dei diritti e delle pari opportunità nel 2016 e per il triennio successivo. Per le donne che hanno subito violenza è stato istituito nelle aziende sanitarie e ospedaliere un percorso “rosa” di protezione denominato “Percorso tutela vittime di violenza”.   Approvato alla Camera nel giugno 2015  è rimasto fermo al Senato il ddl sul segreto del parto per le donne che fanno nascere in ospedale, ma non riconoscono i figli, che  prevedeva che la madre potesse revocare la scelta fatta alla nascita, e che la madre inoltre dovesse confermare la volontà di mantenere l'anonimato al compimento del 18° anno d'età del figlio. Infine che il figlio potesse avere  accesso ai dati dopo il decesso della madre.   Anche un interessante provvedimento dell’ On.le Rossomando non ha visto la luce ma affrontava una que4stione sostanziale per la maternità per esempio delle avvocatesse dando loro la possibilità di avvalersi del legittimo impedimento nelle udienze nei mesi precedenti e successivi al parto.   Anche molte misure fiscali a sostegno del lavoro delle donne sono rimaste ferme in Parlamento. Pietro Ichino (Scpi) all'inizio della legislatura, nel 2013, ha presentato un ddl che prevede misure fiscali specifiche a sostegno della partecipazione delle donne al lavoro per aumentare la quota femminile di lavoratrici in Italia, ferma al 47% contro una media nei 28 Paesi dell'Unione europea pari al 60%. La norma, a parità di reddito percepito, introduce il prelievo Irpef per la lavoratrice donna significativamente inferiore a quello esercitato sul reddito identico del lavoratore uomo, per cinque periodi d'imposta successivi all'avvio dell'attività lavorativa, estesa anche alle donne che riprendono a lavorare dopo almeno tre anni di inattività.   Per rompere - spiegava nella relazione al testo il professor Ichino - un circolo vizioso che crea discriminazione sistemica. La promozione del tasso di occupazione femminile è non soltanto un obbligo che la Repubblica si è assunta verso l'Unione europea a Lisbona dieci anni or sono, ma anche una leva di importanza cruciale per la crescita civile ed economica del nostro Paese. Sempre sul fronte del lavoro Cesare Damiano (Pd) chiede una promozione del lavoro autonomo femminile, mentre Nunziante Consiglio (Lega) vorrebbe norme per favorire l'imprenditoria al femminile. Daniela Sbrollini (Pd) disposizioni per la promozione della soggettività femminile. Titti Di Salvo (Sel) chiede l'anticipo dell'età di accesso alla pensione di vecchiaia in favore delle lavoratrici madri. Secondo la senatrice leghista Emanuela Munerato bisognerebbe istituire un'autorità garante della parità per l'accesso ai massimi livelli delle cariche pubbliche, oggi occupate per lo più da uomini.   Si è chiesto anche un cambio di passo per le madri in carcere. Proposte ed emendamenti non sono mancati.  Dalla sospensione della pena per le donne madri o in gravidanza in carcere (Sergio Lo Giudice del Pd). Vanna Iori (Pd) per  favorire i rapporti fra detenute e figli minori. Per Emma Fattorini (Pd) sono necessarie case famiglia protette a Roma e a Napoli e misure per favorire l'accesso agli asili nido dei figli delle detenute madri. Molte le iniziative contro la violenza sulle donne.   Per esempio Renata Bueno (gruppo Misto-Maie) ha chiesto l'estensione degli ammonimenti del questore nei casi di violenza domestica e dispositivi mobili di allarme e localizzazione delle vittime. Chiesta da più parlamentari anche l'istituzione di una commissione di inchiesta sulla prevenzione della violenza contro le donne e contro la violenza domestica. Elena Centemero (Fi-Pdl) suggerisce l'istituzione di una commissione di indirizzo per la promozione della condizione femminile in Italia.   Molte le iniziative sulla salute delle donne e sulla medicina di genere. Ci sono malattie che penalizzano le donne. Romina Mura (Pd) auspica l'istituzione del congedo per le donne che soffrono di dismenorrea, Marialucia Lorefice (M5S) e Dorina Bianchi (Pdl) chiedono misure per la cura dell'endometriosi. Pino Pisicchio (Gruppo misto-Cd) vorrebbe il riconoscimento dell'endometriosi come malattia sociale. C'è un ddl che chiede maggiori azioni di prevenzione del tumore mammario (Gian Marco Centinaio della Lega). Emanuele Prataviera (Lega) vorrebbe dispositivi per adattare le cinture di sicurezza allo stato di gravidanza. Giuseppina Castiello (Fi-Pdl) chiede sostegno allo sport femminile e tutela per le atlete in maternità.   Delia Murer prima e poi Paola Boldrini(Pd) propongono una legge sulla medicina di genere, i cui contenuti vengono assorbiti nel DDL Lorenzin che per fortuna il 22 dicembre passa al senato definitivamente grazie alla tenacia della Presidente della commissione Sanità Emilia De Biasi. Ma anche la rappresentanza di genere viene richiesta a più voci. Elena Centemero (Fi- Pdl) vorrebbe equilibrio di genere nella rappresentanza politica, nei partiti, nell'accesso alla comunicazione politica. C'è la richiesta di istituzione di una giornata nazionale del diritto di voto alle donne (Roberta Agostini del Pd). Ma si parla anche di riacquisto della cittadinanza per le donne che l'hanno perduta a seguito di matrimonio con uno straniero.   Tra i provvedimenti specifici approvati nella XVII legislatura che sono15 con all’interno norme che riguardano le donne, solo due sono di iniziativa parlamentare: la ratifica della convenzione del Consiglio d’Europa contro la violenza nei confronti delle donne (prima firmataria Federica Mogherini, all'epoca deputata del Pd) e le disposizioni per garantire l'equilibrio nella rappresentanza nei consigli regionali (prima firmataria Giuseppina Maturani del Pd).   Gli altri sono provvedimenti governativi che hanno riguardato diversi campi. E’ stato istituito il bonus “mamme domani” da 800 euro previsto nella legge di stabilità 2017. Fra i decreti legge convertiti in legge spicca la nuova legge contro il femminicidio (legge 119/2013) che ha introdotto per la prima volta in Italia misure concrete per tutelare le donne vittime di violenza. Fra le pieghe della legge di stabilità 2014 (la 14/2013) è stato aumentato di 10 milioni l'anno, dal 2014 al 2016, il Fondo per le politiche delle pari opportunità. Il decreto legislativo di attuazione del Jobs act (Dlgs 80/2015) ha introdotto un congedo di tre mesi per lavoratrici dipendenti e Cococo vittime di violenza di genere.   Come accennato prima, la legge 208/2015 ha previsto in Asl e ospedali il Codice Rosa, un percorso di protezione delle vittime di violenza. I congedi parentali (Dlgs 80/2015) sono ora utilizzabili per più tempo: fino agli 8 anni dei bambini quelli pagati al 30%, fino ai 12 quelli non retribuiti. Il divorzio breve (legge 55/2015) ha ridotto il tempo che deve passare fra separazione e divorzio. La legge sulle unioni civili ha riconosciuto i diritti delle coppie dello stesso sesso. La legge 190/2016 ha istituito il registro nazionale dei donatori di cellule riproduttive per la procreazione eterologa per garantire alle donne e alle coppie trasparenza e tracciabilità. Il congedo obbligatorio di maternità vale per il calcolo del premio di produttività. Uno dei decreti legislativi attuativi della riforma del lavoro (Dlgs 151/2015) ha introdotto la procedura telematica e su modulistica del ministero del Lavoro per le dimissioni dei lavoratori.   L'obiettivo della norma è superare la pratica odiosa delle cosiddette dimissioni in bianco, che hanno colpito spesso le donne, penalizzando la maternità. In base alla legge 208/2015, poi, il congedo obbligatorio di maternità vale per il calcolo del premio di produttività. La stessa legge prevede “Opzione donna”, che permette alle lavoratrici l'accesso alla pensione “anticipata”.   La stessa legge consente di cumulare il riscatto di laurea con i congedi parentali fuori dal rapporto di lavoro. Maternità estesa alle lavoratrici della gestione separata. L'indennità di maternità è stata estesa alle lavoratrici iscritte alla gestione separata Inps (Dlgs 80/2015). La legge 190/2014 ha previsto il bonus bebè, 960 euro l'anno per i bambini nati o adottati tra il 2015 e il 2017 per famiglie o mamme single, sia lavoratrici che disoccupate (per redditi fino a 25mila euro).   La legge elettorale per le elezioni europee (legge 65/2014) ha inserito la tripla preferenza di genere (chi esprime tre preferenze deve farlo per candidati di sesso diverso). Per le elezioni regionali la legge 20/2016 ha previsto che i candidati nelle liste dello stesso sesso non eccedano il 60% del totale e che siano consentite due preferenze (ma a candidati di sesso diverso). La legge 56/2014 ha stabilito che nelle giunte dei comuni con popolazione oltre i 3mila abitanti nessun sesso può essere rappresentato in misura inferiore al 40%. Idem per l’elezione dei consigli metropolitani. Nel collegato agricolo alla legge di stabilità 2014 è stato previsto che lo statuto dei consorzi di tutela debba assicurare l'equilibrio fra i generi.   La disciplina del due per mille ai partiti – legge 13/2014 - prevede meno soldi se non c'è parità: se un sesso è rappresentato meno del 40%, scatta un taglio dello 0,50% per ogni punto percentuale di differenza tra 40 e la percentuale dei candidati del sesso meno rappresentato, nel limite massimo complessivo del 10%. Insomma un buon lavoro è stato svolto dalle donne in Parlamento e dalle donne al governo del paese. Molto resta ancora da fare, da attuare, da controllare e vigilare perché le donne siano protagoniste dello sviluppo della loro condizione e al tempo stesso delle grandi sfide che attendono il paese   La parola ora passa alle elettrici ed agli elettori.   Grazia Labate Ricercatore in economia sanitaria già sottosegretaria alla sanità            

26 gennaio 2018