La libertà delle donne ha bisogno di un’Europa più unita, più solidale, più accogliente. E ha bisogno che sulla scena pubblica agiscano forze politiche e culturali pienamente consapevoli della novità rappresentata dalla cittadinanza femminile e dei radicali cambiamenti che essa esige. Il modello individualistico, diventato dominante nell’economia, nella politica, nell’etica, appare assolutamente inadeguato a farvi fronte....
...Basta guardare ai risultati: la rincorsa, sempre mancata, della parità nel lavoro, nelle professioni, nelle cariche apicali; il dilemma sempre più drammatico tra lavoro, o meglio, ricerca del lavoro e maternità, con il calo verticale delle nascite; un disagio e un malessere nelle relazioni tra i sessi che esplodono nella violenza crescente contro le donne; i tentativi di balzi all’indietro da parte di settori conservatori o reazionari; una malintesa idea di libertà invocata per giustificare la pratica aberrante della maternità surrogata o per fare della prostituzione un sex work, un lavoro come un altro.
Per noi la maternità scelta è un tema politico centrale, deve fondare una nuova civiltà in cui alle donne sia assicurata e garantita la libertà di essere madri. La condivisione delle attività di cura domestica è un obiettivo fondamentale se vogliamo la parità sul lavoro. La lotta contro la violenza sulle donne è una priorità se abbiamo a cuore la salvaguardia dei valori civili europei. Il rispetto della dignità e integrità delle donne e dei bambini è un principio irrinunciabile se vogliamo impedire che la degradazione della persona a merce venga spacciata per libertà.
Proponiamo alla pubblica discussione i seguenti essenziali punti programmatici:
Un confronto tra movimenti, forze politiche, partiti chiaramente europeisti per promuovere una cultura civile europea che non sia subalterna ai soli sviluppi della tecnica.Abbiamo bisogno di cercare insieme, oltre i tradizionali recinti culturali e religiosi, nuovi criteri che ci aiutino a ripensare i confini tra ci che è reale avanzamento di civiltà e ci che è barbarie travestita da progresso.
L’inclusione della maternità tra i valori sociali e civili della cittadinanza europea.La finalità è quella di accompagnare alla tutela della maternità sul posto di lavoro la sua valorizzazione come parte imprescindibile della libertà femminile.
Garantire la libertà di scelta delle donne nella procreazione e promuovere iniziative europee per la messa al bando della maternità surrogata.
Una politica comune dell’immigrazione e integrazione culturale e territoriale fondata sul rispetto sia della differenza che della libertà, dignità e integrità della persona.In sostanza, sì al velo (per chi lo sceglie), sì a decenti luoghi di culto, no al burka, no alle mutilazioni genitali, no al rifiuto dell’istruzione a bambine e ragazze, no ai matrimoni forzati, no a qualsiasi atto che comporti un affievolimento dei diritti garantiti alle donne dalla nostra Costituzione.
Un piano d'azione europeo sulla prostituzioneispirato a legislazioni abolizioniste che prevedono vie d'uscita legali e reali per le prostitute, assistenza sanitaria, criminalizzazione della domanda e lotta contro i traffici e la tratta di donne e bambine.
Creare un fondo comunitario della zona euro con introiti autonomiprovenienti da tasse sulle multinazionali operanti in Europa e da un prelievo diretto tipo (ad esempio del 2% mille) sui contribuenti della zona euro per politiche educative, di sviluppo e ricerca e nuovi lavori, tutte ispirate al principio della condivisione tra donne e uomini della cura domestica.
Investimenti per infrastrutture sociali (da finanziare con fondi europei) tendenti a rendere più omogenei i sistemi di welfare che sostengono i principi della condivisione (nel sud dell’Italia ad esempio) fuori dalle regole europee di bilancio.
Piano europeo per la lotta contro la violenza sulle donne e le molestie sul lavoroe completamento del percorso di ratifica della Convenzione d’Istanbul contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, visto che ancora mancano all’appello alcuni paesi e quelli di Visegrad minacciano di uscirne.
Firmano:
ArciLesbica Associazione Nazionale
Se non ora quando Libere
Se non ora quando San Donà
Se non ora quando Genova
Coordinamento Italiano della Lobby Europea delle Donne
RadFem Italia
Stati Generali delle Donne
Sound’s Good
Donne&Società
Tam Tam d'Afrique
AIDE Associazione Indipendente Donne Europee
Viviana Straccia (Giuriste in Genere)
Livia Turco (Fondazione Nilde Iotti)
Gigliola Tessari (Se non ora quando Vittorio Veneto)
Lucia Sileo (Cif Basilicata)
Pina Nuzzo (Laboratorio Donnae)
Andrea Catizone (Family Smile)
Mariangela Cittadini (Cif Roma)
Claudia Fiorini (Cooperativa sociale Centro donne Mantova)
Assunta Putignano (Società Aperta)
Giovanna Rubessi (Cooperativa Santa Lucia)
Monica Ricci Sargentini
Emma Fattorini
Assunta Tartaglione
Maria Antonietta Passarelli
Annamaria Tagliavini
Annalisa Perrotta
Concetta Fusco
Daniela Gasparini
Paola Vairano
Florinda Perna
Carla Calce
Angela Orabona Lucia De Iaco
Valeria Sannucci
Francesca Zaltieri
Maria Gabriella di Giacomo
Maria Ida Gaeta
Giovanna Di Re
Cristina Agazzi
Ilaria Romani
Simona Zaltieri
Oriana Coppi
Francesca Lamberti
Valerio Gasparini
Elena Bianchera
16 maggio 2019