25 Novembre Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne di Grazia Labate

 Molti sono gli eventi, i dibattiti organizzati in ogni parte d'Italia: a Milano, città tra le più attive nella lotta alla violenza sulle donne, si sono organizzati diversi eventi, mostre, spettacoli e incontri. 


L’assemblea generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre del 1999, con la risoluzione 54/134, ha deciso di celebrare il 25 novembre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Il giorno non è stato scelto a caso. Era il 25 novembre del 1960 quando i corpi delle tre sorelle Mirabal – Patria, Minerva e Maria – furono ritrovati in fondo a un precipizio. Addosso i segni evidenti della tortura. Erano state catturate in un’imboscata dagli agenti dei servizi segreti del dittatore Rafael Leònidas Trujillo, che per più di trent’anni aveva governato la Repubblica Dominicana. Le donne, brutalmente uccise mentre stavano andando a trovare i loro mariti in carcere, erano coinvolte in prima persona nella resistenza contro il regime.

Il loro nome in codice era Las Mariposas. L’omicidio de “Le farfalle” scatenò una dura reazione popolare che portò nel 1961 all’uccisione di Trujillo e quindi alla fine della dittatura. La data fu commemorata per la prima volta durante il primo Incontro Internazionale Femminista, che si svolse a Bogotà, in Colombia, nel 1980.
Da lì, il 25 novembre ha iniziato ad assumere un valore sempre più simbolico a livello internazionale.

Un ulteriore passo in avanti nel riconoscimento della violenza sulle donne come fenomeno sociale da combattere è stato fatto con la Dichiarazione di Vienna del 1993.
«I diritti umani delle donne sono un’inalienabile, integrale e indivisibile parte dei diritti umani universali. La completa ed uguale partecipazione delle donne nella vita politica, sociale ed economica a livello nazionale, regionale ed internazionale e lo sradicamento di tutte le forme di discriminazione in base al sesso sono l’obiettivo prioritario della comunità internazionale». Così, più di vent’anni fa, la Seconda conferenza mondiale delle Nazioni Unite sui diritti umani, definiva quelli delle donne.

A partire dagli anni ’70 è stata messa in atto una articolata opera di modernizzazione della legislazione, culminata nel 2013 con la ratifica da parte dell’Italia della Convenzione di Istanbul (legge 27 giugno 2013 n. 77) e l’emanazione della cosiddetta legge sul femminicidio (d.l. 14 agosto 2013, n. 93).

Secondo le ultime stime dell’Istat sulla violenza di genere relative al 2016, nel nostro Paese sono state 6 milioni 788 mila le donne fra i 16 e i 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale, una su tre. Di queste, 2 milioni 800 mila, ovvero il 13,6%, hanno subito violenza da partner, attuali o ex. Un altro numero preoccupante riguarda le giovanissime: il 10,6% delle donne dichiara di aver subìto una qualche forma di violenza sessuale prima dei 16 anni e in quasi l’80% dei casi gli autori erano persone conosciute (parenti e familiari, amici di famiglia, compagni di scuola, amici, conoscenti).

L’ultimo rapporto della Polizia di Stato “Questo non è amore”, sulla violenza di genere in Italia, è’ stato pubblicato a novembre e ci dice che per quanto riguarda il 2018, stando ai dati diffusi dalla polizia nei primi nove mesi dell’anno si è registrato un calo dei “reati spia” che possono precedere i femminicidi (maltrattamenti in famiglia, stalking, percosse, violenze sessuali). Il numero delle donne uccise però è calato solo di 3 unità: dai 97 omicidi dello stesso periodo del 2017 si è passati ai 94 del 2018.

Di questi, 32 rientrano nella categoria dei femminicidi, i casi cioè in cui una donna è uccisa in ragione del proprio genere. Sempre secondo la polizia è il contesto familiare quello in cui la maggior parte delle volte la donna soccombe in modo definitivo alla discriminazione nei confronti del suo genere. Infatti, se sul totale dei casi di omicidio volontario commessi nei primi mesi del 2018 il 41% delle vittime è di sesso femminile, la percentuale delle donne uccise in ambito familiare e/o affettivo sale al 72 per cento.

Trovare la forza per denunciare non è facile e spesso è questo il primo ostacolo da superare per le vittime. Per fortuna, comunque, oggi gli strumenti a disposizione sono sempre più capillari. Oltre alle forze dell’ordine, in caso di pericolo ci si può rivolgere al Telefono Rosa, associazione nata nel 1988 e che oggi rappresenta un punto di riferimento per le donne che subiscono violenza. Il centralino telefonico è attivo tutti i giorni, 24 ore su 24. Al numero 1522 rispondono le esperte volontarie.

Una donna in pericolo o che ha già subito violenza può anche rivolgersi direttamente a un Centro Antiviolenza. Secondo le ultime stime del ministero delle Pari Opportunità, nel 2017 in Italia c’erano 258 Case Rifugio, ovvero luoghi dove le donne vittime possono nascondersi e proteggersi e 296 Centri Antiviolenza, 108 in più rispetto al 2013. Di questi, 85 fanno parte della rete Di.Re (Donne in rete contro la violenza), la prima associazione italiana a carattere nazionale di centri antiviolenza non istituzionali e gestiti da associazioni di donne, che affronta il tema della violenza maschile sulle donne secondo l’ottica della differenza di genere. Se il dato normativo formale in Italia ha avuto sviluppi concreti, lo stesso purtroppo non può dirsi per tutto ciò che è necessario per garantire l’implementazione efficace delle norme da parte dei soggetti a ciò preposti per dare buone risposte alle donne e ai figli/e che chiedono supporto per uscire dalla violenza.

Questo è quanto si legge nell’ultimo rapporto stilato da oltre 30 associazioni ed esperte coordinate da Di.Re, per il Grevio, organismo indipendente del Consiglio d’Europa costituito da esperte/i che monitorano periodicamente l’applicazione della Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne e la violenza domestica nei diversi paesi che l’hanno ratificata.

Proprio la differenza di genere è la chiave di volta su cui strutturare gli interventi secondo il Report di Di.Re che si è concentrato ad evidenziare i problemi che ostacolano in Italia una buona applicazione della Convenzione: prima di tutto, il problema della cultura sessista e misogina della società italiana a tutti i livelli e la carenza di educazione sin dalla scuola, ma anche nella formazione professionale in tutti gli ambiti, che superi la visione stereotipata dei ruoli uomo-donna. Molti sono gli eventi, i dibattiti organizzati in ogni parte d'Italia: a Milano, città tra le più attive nella lotta alla violenza sulle donne, si sono organizzati diversi eventi, mostre, spettacoli e incontri.

Si comincerà sabato 23 novembre a Villa Pallavicini, dove a partire dalle 18.30 si terrà una conferenza sul tema del contrasto alla violenza sulle donne, seguita alle ore 20 prima da una cena tematica, poi dai concerti di Zelie Adjo, Astou Sek e dell’Afric&Jazz Trio. L'Associazione culturale "Wall of Dolls" Onlus, invece, si metterà a disposizione delle vittime in cerca di supporto per denunciare, offrendo anche case rifugio e centri antiviolenza a chi ha bisogno di protezione e aiuto. Tornerà il Muro delle Bambole contro il femminicidio promosso da Jo Squillo, Francesca Carollo e Giusy Vesace. Nelle giornate del 24 e del 25 novembre, rispettivamente via De Amicis 2 e presso la Casa delle Arti Alda Merini, in via Magolfa 32, ognuno potrà portare la propria bambola per ricordare una delle vittime di abusi.

Sempre il 25 novembre si terrà anche il concerto sinfonico della Young Talents Orchestra EY diretta dal Maestro Carlo Rizzari al Teatro Elfo Puccini di Milano, una serata benefica che donerà il ricavato ai progetti di orientamento di Junior Achievement, il cui obiettivo è a avvicinare le ragazze alle materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematica). È possibile consultare il calendario completo degli eventi organizzati in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne sul sito del Comune di Milano.

I sindaci d’Italia con la città di Torino per dire “365 giorni No” alla violenza sulle donne.
Convenzione Nazionale "NO MORE". Fermare il femminicidiò in Italia. È questo l'obiettivo della Convenzione nazionale “No More! ”contro la violenza maschile sulle donne, promossa da un cartello di associazioni di donne e realtà della società civile che condividono da tempo «un forte impegno per contrastare, prevenire e sensibilizzare sul tema della violenza sulle donne e sui diritti umani» e sottoscritta anche dalla Città di Torino.

Anche a Roma si rinnova l'appuntamento annuale con Giornata internazionale contro la violenza sulle donne con una serie di eventi che verranno organizzati in tutta la città. Sabato 23 novembre dalle 14 ci sarà un corteo che partirà da Piazza della Repubblica, il cui messaggio è molto semplice: "non ci fermeremo finché non saremo libere dalla violenza maschile e di genere in tutte le sue forme". Il giorno successivo, domenica 24 novembre, al Nuovo Cinema Palazzo si terrà l’assemblea nazionale di "Non Una Di Meno" a partire dalle 10, mentre il 25 novembre ci saranno diverse iniziative, dalla mostra "Come rami intrecciati" alla Casa della Memoria e della Storia al progetto artistico "Corrispondenza", che vedrà l'apertura straordinaria del MuCiv, fino ad arrivare a diversi spettacoli teatrali tra la Casa Internazionale delle Donne e lo Spazio Rossellini – Polo Culturale Multidisciplinare Regionale. È possibile consultare il calendario completo degli eventi organizzati in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne sul sito del Comune di Roma.

Il Comune di Napoli ha promosso la rassegna #Liberedi, che intende sensibilizzare l'opinione pubblica su un tema tanto attuale, nella speranza che si dica finalmente addio a ogni tipo di differenza di genere. Sabato 23 novembre dalle 17 alle 20 l'associazione culturale Apsis organizzerà un tour guidato al centro storico sulle donne di Napoli, si partirà dall'Università degli Studi di Napoli Federico II, in Corso Umberto I n. 40, e il tutto si concluderà con con performance teatrale finale.

Si continuerà lunedì 25 novembre con la performance interattiva "Lenzuolo Sospeso" dell'artista Silvia Capiluppi, dove ai partecipanti verrà data la possibilità di ricamare il nome di una vittima di violenza su un lenzuolo con un filo rosso, al PalaBarbuto si terranno invece corsi e seminari gratuiti per donne su temi come vittimologia e criminologia, prevenzione difensiva efficace, gestione del confronto, effetti psicofisici destabilizzanti, tecniche e tattiche di difesa personale. È possibile consultare il calendario completo degli eventi organizzati in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne sul sito del Comune di Napoli.

Inoltre il 25 novembre Wella, System Professional e ActionAid hanno collaborato, dando vita a un evento speciale per sostenere il progetto LEI (Lavoro, Empowerment, Indipendenza). I parrucchieri che hanno scelto di aderire offriranno il servizio Care & Piega con System Professional e il ricavato sarà devoluto a favore del progetto. L'obiettivo è sostenere le donne che hanno subito violenza e che vogliono trovare la forza di reagire, favorendo la loro inclusione sociale e il raggiungimento di una loro indipendenza socioeconomica. Le protagoniste saranno 60 donne che fanno parte di centri antiviolenza, case rifugio, a cui verrà data la possibilità di cambiare concretamente la loro vita. Refuge, organizzazione che offre supporto a donne e bambini vittime di violenza domestica, ha lanciato una campagna per spingere le donne a denunciare gli abusi, provocandole con dei tutoria di make-up per coprire i lividi fatti dal partner geloso. Su: https://donna.fanpage.it/giornata-contro-la-violenza-sulle-donne-2019 si possono trovare tutti gli eventi organizzati nelle citta d’Italia.

Noi parteciperemo a molti di essi ed il nostro impegno per far conoscere l’uso delle leggi e degli strumenti di aiuto sul territorio è costante perché la nostra società cancelli definitivamente la violenza sulle donne.

Grazia Labate

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

23 novembre 2019