Mutilazioni Genitali Femminili: decidi tu che segno lasciare
dal sito "Non c'è pace senza giustizia"

Ci sono tanti modi di fare violenza su una donna. Alcuni sono addirittura legali. Le Mutilazioni Genitali Femminili sono una pratica crudele che ogni giorno fa 8000 giovani vittime. Ora dipende anche da te.
Puoi lasciare che quest’orrore continui oppure puoi firmare perché una risoluzione ONU nel 2011 metta al bando queste mutilazioni, per sempre.
FIRMA LA PETIZIONE SUL SITO www.noncepacesenzagiustizia.org

UN GIORNO CHE VALE L’IMPEGNO DI ANNI
Ci sono voluti 26 anni di attività internazionale per arrivare ad un momento determinante nella lotta alle Mutilazioni Genitali Femminili.
È stato un cammino lungo e tortuoso ed è fondamentale oggi compiere tutti gli sforzi necessari per promuovere e garantire l’adozione, all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, di una Risoluzione di messa al bando delle MGF e dare forza a questa battaglia decisiva per i diritti umani nel mondo.
Le mutilazioni genitali femminili (MGF) sono una forma di violenza contro le donne e le bambine e una delle violazioni più diffuse e sistematiche dei diritti umani. Il termine indica tutti quegli interventi eseguiti non per ragioni terapeutiche e che comportano la rimozione totale o parziale degli organi genitali femminili, come la clitoridectomia, l’escissione, l’infibulazione e qualsiasi lesione ai genitali femminili.
Per questo chiediamo il vostro aiuto; per mettere fine alla violenza di questa pratica alla quale sono già state sottoposte più di 150 milioni di donne nel mondo e alle quali si aggiungono, ogni anno, più di 3 milioni di bambine e ragazzine (dati OMS 2005). DATE E PASSAGGI IMPORTANTI DI 10 ANNI DI ATTIVITÀ dicembre 2000 - Tourela, Mali Nel Dicembre del 2000 Emma Bonino visita il villaggio di Tourela in cui la tradizione delle MGF è stata spontaneamente abbandonata e sostituita da una festa, che simboleggia il rito di passaggio dalla adolescenza all’età adulta.
2000, Parlamento Europeo Su iniziativa degli eurodeputati radicali e di Emma Bonino il Parlamento europeo ha adottato una Risoluzione di condanna delle MGF come violazione dei diritti fondamentali della persona.
6 marzo 2001 – Roma, ITALIA Di ritorno a Roma dopo la visita in Mali, Emma Bonino organizza alla Camera dei Deputati una prima conferenza internazionale, con la partecipazione di militanti anti-MGF provenienti da diversi Paesi africani. Tra gli altri, alla Conferenza prende parte Khady Koita, senegalese, una delle protagoniste più attive e determinate nella lotta alle mutilazioni genitali femminili.
10-12 dicembre 2002 – Bruxelles, BELGIO NPSG, con EURONET-FGM, AIDOS e sette ONG africane, lancia la campagna internazionale “Stop FGM!”.
21-23 giugno 2003 – Cairo, EGITTO Il Consiglio Nazionale per l’Infanzia e la Maternità (NCCM) egiziano organizza al Cairo, con NPSG e AIDOS, la Conferenza internazionale sugli “Strumenti legislativi per la prevenzione delle Mutilazioni Genitali Femminili”, patrocinata dalla First Lady Suzanne Mubarak, adottando la Dichiarazione del Cairo per l’Eliminazione delle MGF.
luglio 2003, il Protocollo di Maputo Gli Stati membri dell’Unione Africana (UA) adottano il Protocollo aggiuntivo alla Carta Africana dei Diritti dell’Uomo e dei Popoli relativo ai Diritti delle Donne (comunemente chiamato Protocollo di Maputo), il cui art. 5 bandisce le MGF come una patente violazione dei diritti umani di base.
16-18 settembre 2004 – Nairobi, Kenya Il governo del Kenya e NPSG, in collaborazione con la Association of Media Women in Kenya, organizzano una Conferenza internazionale dal titolo: “Sviluppare un contesto politico, legale e sociale per l’implementazione del Protocollo di Maputo” che adotta una dichiarazione finale per sottolineare l’importanza della legge come parte di un approccio multi-disciplinare nella lotta alle MGF.
2-3 febbraio 2005 – Gibuti, Gibuti Con il patrocinio della First Lady Kadra Mahmoud Haid, il governo di Gibuti e NPSG organizzano una Conferenza Sub-Regionale dal titolo “Verso un consenso politico e religioso contro le MGF”. La dichiarazione finale evidenzia come, dopo un ampio scambio di vedute tra i dignitari religiosi presenti, sia da ritenere indubbia l’inesistenza di basi religiose nel Corano come nei testi di riferimento delle altre religioni rivelate, a giustificazione della pratica.
21-22 febbraio 2006 – Bamako, MALI Il governo del Mali, NPSG e diverse ONG locali organizzano a Bamako la “Conferenza sub-regionale sulle MGF e l’implementazione del Protocollo di Maputo”, con la partecipazione della First Lady Touré Lobbo Traoré. Lo scopo della conferenza è di esortare gli Stati ad applicare il Protocollo di Maputo attraverso l’adozione di leggi ad hoc e a sensibilizzare la popolazione attraverso campagne di informazione e prevenzione.
15-17 dicembre 2007 – Khartoum, Sudan L’ONG sudanese Entishar Charity Society e NPSG organizzano un seminario sulla legislazione in materia di MGF e sul Protocollo di Maputo, nel contesto più ampio dei diritti delle donne in Africa.
27-28 marzo 2008 – Asmara, Eritrea L’Unione Nazionale delle Donne Eritree (NEUW) e NPSG organizzano una conferenza regionale sull’eliminazione delle Mutilazioni Genitali Femminili.
8-9 ottobre 2008 – Gibuti, Gibuti L’Unione Nazionale delle Donne di Gibuti (UNFD) e NPSG, organizzano, sotto gli auspici della Presidenza del Parlamento di Gibuti, un seminario parlamentare su “La legge contro le Mutilazioni Genitali Femminili e la sua applicabilità”.
14-15 dicembre 2008 – Cairo, Egitto Cinque anni dopo la Conferenza Internazionale del Cairo sugli strumenti legislativi in materia di Mutilazioni Genitali Femminili, il Consiglio Nazionale egiziano per l’Infanzia e la Maternità (NCCM) e NPSG rinnovano la loro collaborazione per organizzare una riunione di alto livello, patrocinata dalla First Lady Suzanne Mubarak, per rilanciare la campagna internazionale e attirare l’attenzione mondiale sul fenomeno.
agosto-settembre 2009 – Banjoul, gambia e Bamako, Mali NPSG concentra le sue energie nel mobilitare la volontà politica a favore dello sviluppo di legislazioni di messa al bando delle MGF, sostenendo le attiviste in Mali e organizzando, insieme al Comitato gambiano sulle pratiche tradizionali che incidono sulla salute di donne e bambini (GAMCOTRAP), un seminario parlamentare in Gambia.
9-10 novembre 2009 – Ouagadougou, Burkina Faso NPSG organizza in collaborazione con il Ministero dell’Azione Sociale e della Solidarietà Nazionale e con il patrocinio della First Lady Chantal Compaoré, la riunione “Dal Cairo a Ouagadougou: verso la messa al bando universale delle Mutilazioni Genitali Femminili (MGF)”.
4 febbraio 2010 – Nouakchott, Mauritania NPSG insieme con il Mauritanian Committee on Traditional Practices Affecting the Health of Women and Children (AMPSFE – IAC Mauritania), e con il Network of Parliamentarians on Population and Development, organizza un seminario parlamentare su “Le Mutilazioni Genitali Femminili e la legge”.
3-4 maggio 2010 – Dakar, Senegal Il Ministero della Famiglia del Senegal in collaborazione con NPSG e con l’organizzazione senegalese La Palabre, organizza la Conferenza inter-parlamentare “Armonizzare gli strumenti legali contro le Mutilazioni Genitali Femminili: condividerne i successi, consolidarne i risultati, perseguirne i progressi! Verso la messa al bando della pratica alle Nazioni Unite”.
giugno 2010 – Kampala, Uganda Il Parlamento ugandese approva una mozione che chiede al governo, all’Assemblea Legislativa dell’Africa orientale e all’Unione Africana di presentare alla 65a Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite una risoluzione di messa al bando delle Mutilazioni Genitali Femminili. In Uganda la lotta alle MGF è fortemente incoraggiata dalla First Lady Janeth Kataha Museveni. Queste sono solo alcune delle tappe importanti che ci hanno portati così vicini ad una Risoluzione dell’ONU, ma nel corso degli anni tante e diverse personalità e istituzioni si sono impegnate in questo senso dando il loro preziosissimo contributo: i leader religiosi cristiani e musulmani, il Parlamento Europeo (con le Risoluzioni del 13 marzo 2008, dell’8 maggio 2008, del 24 marzo 2009, del 26 novembre del 2009) e diverse agenzie delle Nazioni Unite – OHCHR, UNAIDS, UNDP, UNECA, UNESCO, UNFPA, UNHCR, UNICEF, UNIFEM e OMS.
 

26 gennaio 2012