“Cosa ho imparato da Nilde Iotti?”, è l’emblematica domanda scelta per una campagna che accompagnerà le iniziative in programma nel 2020 per celebrare il centenario della nascita di questa eccezionale donna di Stato, avvenuta il 10 aprile 1920 a Reggio Emilia.
Si torna doverosamente a parlare della Madre della Repubblica, Nilde Iotti. Vent’anni dalla sua morte, cento dalla sua nascita, la figura della prima donna Presidente della Camera (tuttora suo il primato di longevità per la terza carica dello Stato, che ha ricoperto dal 1979 al 1992) è ancora oggi un modello per niente sfocato di esempio di stile e talento politico, prestigioso esempio di umanità ed anche di femminilità.
“Cosa ho imparato da Nilde Iotti?”, è l’emblematica domanda scelta per una campagna che accompagnerà le iniziative in programma nel 2020 per celebrare il centenario della nascita di questa eccezionale donna di Stato, avvenuta il 10 aprile 1920 a Reggio Emilia. Una campagna voluta dalla Fondazione Nilde Iotti, la cui presidente, Livia Turco - anche lei donna di spessore nel panorama politico italiano, più volte ministra - dà la sua risposta personale alla domanda leitmotiv. “Cosa ho imparato da Nilde Iotti? Tante cose. Molte si apprezzano con il passare del tempo, con l'esperienza concreta. La più profonda è la sua capacità di autostima, la consapevolezza della propria forza, la costruzione dell'autorevolezza . Ho imparato che bisogna superare quel maledetto sentimento della ‘secondarietà’ per cui non ci sentiamo mai adeguate . E così rinunciamo a valorizzare fino in fondo i nostri talenti ed a cogliere le opportunità della vita”.
“L'autostima non ha mai significato per Nilde Iotti arroganza o individualismo, al contrario - precisa Turco - ha significato coraggio nella battaglia politica e culturale, capacità di dialogo e di ascolto delle persone. Impegno ad affrontare le prove più difficili della vita. Essere umili per saper essere a servizio del proprio Paese”.
Non meno importante della valenza politica, l’umanità della Iotti, partigiana, donna costituente, attivista dei Gruppi di difesa della donna, esponente dell’Udi (Unione Donne in Italia): “Lei aveva una capacità profonda di relazione umana ed il suo costante impegno è stata la costruzione di una politica popolare. Ho imparato da lei che l'autostima nella politica non significa pensare alla propria carriera personale. Tra l'altro, in modo significativo lei non usava la parola ‘carriera’ ma ‘progressione’. L' autostima consente l'esercizio della propria autonomia di pensiero ed una capacità più determinata a condurre le battaglie politiche. Ho imparato da Nilde Iotti che l'autostima è a servizio della costruzione del gioco di squadra”.
Emblematico, guardando oltre sé stessa, quel passaggio del discorso di insediamento alla Presidenza della Camera, in cui Iotti, particolarmente attenta alle politiche di genere e al significato storico del ruolo che stava per ricoprire, disse: “Io stessa, non ve lo nascondo, vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione”.
Tratto distintivo della prima donna a presiedere Montecitorio, il non trascurare la sua femminilità.
Per Livia Turco, “l’autostima le ha fatto amare la sua femminilità. Ecco l'altro insegnamento di Nilde Iotti: una donna che fa politica non deve rinunciare alla sua femminilità, agli affetti, alla vita famigliare. L'eleganza della politica è la sua grande eredità: eleganza dell'anima, delle relazioni con le persone a partire dalle più semplici, eleganza della parola, eleganza delle forme, eleganza della sua femminilità. Nilde Iotti è una donna ed una politica che può dire molto a noi che viviamo in questo tempo difficile, può dire molto ai giovani”.
Agnese Malatesta
14 gennaio 2020