Amelia Rosselli: perdersi dopo la battaglia
di Jolanda Bufalini da L'Unità del 1 febbraio 2012
 

Dall'Archivio storico del Sindacato nazionale scrittori spunta la lettera della grande poetessa, che svela il suo animo fragile e la paura di essere perseguitata dai fantasmi del passato: "Aiutatemi, voglio fuggire..."

C'è qualcuno che si perde, fra quelli della cerchia alta che combattè il fascismo. Amelia Rosselli lo scrive in una delle sue poesie: "Cara vita che ti sei perduta".
Negli eroi dell'antifascismo non c'è superomismo, piuttosto c'è una religione della severità, della giusitzia, della difesa dei lavoratori. E il capitolo sui figli è fra i più difficili a scriversi. Nelle famiglie ordinarie, nelle zone grigie, il bene ha un confine stretto nella cura dei propri cari, non era così per i Rosselli, per gli Amendola, per i Gramsci. Per loro il confine si allarga: il mondo, le dittature, le polizie politiche, la condizione delle classi popolari entrano nella dimensione familiare, nell'educazione fino al sacrificio. Ai figli appartiene la stessa religione del rigore. E qualcuno si perde. Si perse, dopo avere a lungo combattuto, anche Amelia Rosselli.
Jolanda Bufalini

02 febbraio 2012