Pensiero di una cittadina con una doppia appartenenza, di Maria José Mendes Évora

Convinta della mia doppia appartenenza, aggiungo: non c’è Mondo che tenga, se non attraverso un nuovo modello, ovvero il modello rivolto alla Convivenza e all’Unità/Unione. Questa sarà una delle sfide per il prossimo futuro onde poter lasciare un Mondo migliore ai nostri figli e tale sfida dipenderà dalla sana intelligenza Umana. 


Poco meno di 120 giorni fa, scambiavamo gli auguri ai nostri familiari e ai nostri amici (vicini e lontani), dicendo: Buon Anno. Il Mondo viveva nella totale spensieratezza e anche l’Italia era pronta ad avviare il Nuovo Anno, ovvero l’Anno 2020. Con speranza e fiducia per poter raggiungere gli obiettivi stabiliti per i prossimi 365 giorni. Eravamo, quasi, certi che ce l’avremo fatta senza alcuni intoppi, eppure il coronavirus ha deciso di affiancarci in una maniera inattesa ed improvvisa.

Pochi gioni fa, abbiamo detto: Buon 25 Aprile - Buona Festa della Liberazione. 75 anni fa, Italia divenne la Repubblica Italiana e il Popolo italiano riconquistò la Libertà. Passaggio importante per la vita di questa Nazione, poiché, da un lato veniva proclamata l’Unità e, dall’altra parte, la Libertà del Popolo. Unità e Libertà due concetti, ancora oggi, ricercate da molti popoli sulla Terra. Mai come oggi, il Popolo italiano si sente la necessità di sentirsi unito. In questi ultimi due mesi, l’Italia è rimasta travolta da una sorta di valanga che l’ha resa uno specchio colmo di riflessi tristi. Il Paese si è sentito “ferito”, assistito da un lato, dalla grande forza ed energia da parte dei medici, infermieri, operatori sanitari, protezione civile, etc., e dall’altro lato, costretto ad assistere alle dipartite di coloro che, purtroppo, non ce l’hanno fatto.

Coronavirus ha scelto di “visitare” il Pianeta – Terra- e il suo arrivo è stato quello di una presenza pesante e gigantesca al punto di costringere uomini e donne di ogni continente a vivere in sinergia, ovvero in una sorta di simbiosi. Sembra che sia scaturita una energia a livello mondiale e, ora ci sentiamo tutti allertati ed attenti a seguire l’evolversi di questa situazione provocata da questo terribile virus. Siamo stati chiamati a vivere le stesse preoccupazioni, le stessa incertezze, la stessa Paura, il che per me e per i miei coetanei, oso dire: mai come in questo momento, abbiamo vista l’Umanità “unita”, mai come in questo momento abbiamo vissuta in contemporaneo una stessa situazione (visto che non abbiamo vissuto le due Guerre Mondiali). Mi vien da dire, forse finalmente: riusciremo a percepire che viviamo all’interno della stessa Sfera/dello stesso Globo terrestre. È triste dire che sia stato questo il vero motivo, affinché l’Uomo percepisse che apparteniamo ad un solo Mondo. Chissà?

L’Umanità si è risvegliata da un “sonno profondo”, sonno che ci ha tenuti per decenni pronti a divederci e non a cercare l’unione. Il virus è riuscito a spezzare i confini e l’ha fatto in modo rapido. Mi vien da dire: l’ha fatto senza chiedere alcun permesso, men che meno il visto d’ingresso. Questo terribile ospite continua a fare il suo viaggio attraversando i continenti e viaggia in modo repentino fino a mettere a repentaglio, in primis, il Sistema Sanitario Mondiale, ma soprattutto, riuscendo a smontare i tanti programmi già stabiliti. Medici, infermieri, operatori sanitari, Protezione Civile e ogni persona impegnati in prima fila, di quasi tutto il Pianeta, si sono sentiti disorientati, ma dicevamo: obbligati a nutrirsi di una forza/energia per poter fronteggiare l’emergenza. I loro programmi sono stati cambiati in modo frenetico, onde poter frenare la situazione pronta a degenerare. Eppure, non è bastata la loro tempestività.

Fra pochi giorni saremo chiamati a studiare nuove soluzioni per il ripristino dei vari settori, ed è giusto che sia! Auspico che nel farlo, l’Uomo/la Donna, vengano collocati al centro di ogni decisione. Lo si dovrà fare in modo tempestivo, auguro: facendo attenzione all’impronta che l’ospite ingombrante lascerà. La speranza è quella di non ritornare allo spirito, spesso volentieri egoistico, simile a quello che abbiamo assistito/vissuto in questi mesi, anni, decenni […].

La visita del Coronavirus ci ha costretti ad “unire” volente o nolente. A Noi: i buoni propositi per il ritrovamento delle migliori soluzioni a favore dell’Umanità. Convinta della mia doppia appartenenza, aggiungo: non c’è Mondo che tenga, se non attraverso un nuovo modello, ovvero il modello rivolto alla Convivenza e all’Unità/Unione. Questa sarà una delle sfide per il prossimo futuro onde poter lasciare un Mondo migliore ai nostri figli e tale sfida dipenderà dalla sana intelligenza Umana. Intelligenza che, spero, farà sì che ritrovando il vaccino - tutta l’Umanità ne potrà usufruire, anche, perché non conviene curare una parte, lasciando l’altra, perché vi sarà il rischio/pericolo di un ritorno del virus portati da coloro che non saranno curati.

Convintamente dico: ce la faremo, ma, con uno spirito Globale! Cordialmente.

Maria José Mendes Évora

29 aprile 2020