25 novembre: Giornata internazionale contro la violenza sule donne, di Grazia Labate

La giornata commemorativa, che si celebra il 25 novembre di ogni anno, è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999, in memoria delle sorelle Mirabal trucidate nel 1960 a causa della loro militanza politica contro la dittatura che dilaniava la Repubblica Dominicana.


Sono passati 21 anni dalla prima giornata celebrativa, e anche se sono aumentati i cordoni di sicurezza, dal punto di vista legale e assistenziale attorno alle donne, non possiamo certo affermare che il fenomeno si sia ridimensionato. Ogni giorno in qualche parte del mondo troppe donne muoiono per volontà di chi dovrebbe amarle.

Oggi, mentre il mondo è attonito, impaurito e chiuso in casa, a causa delle misure di blocco introdotte per frenare la pandemia COVID-19, le analisi ed i dati da tutto il mondo hanno mostrato un aumento allarmante della pandemia di violenza contro le donne.

Ad accompagnare l’epidemia da coronavirus, esattamente nel momento in cui i servizi sociali, la scuola, la sanità e le case antiviolenza, vengono chiuse per affrontare la pandemia, afferma il rapporto del Segretario generale delle Nazioni Unite " Responsabilità condivisa, globale Solidarietà: ri-spondere agli impatti socio-economici di COVID-19 ", la violenza contro le donne è aumentata. Perciò la risposta delle Nazioni Unite deve essere forte e chiara.

Le attività dei 16 giorni di iniziative contro la violenza di genere delle Nazioni Unite inizieranno il 25
novembre nell'ambito del tema globale del 2020: "Orange the World: Fund, Respond, Prevent, Collect!"
La pandemia COVID-19 in corso e lo stato di crisi prolungato, che ha generato in tutto il mondo, non può fermare il sostegno alle donne e alle ragazze sopravvissute alla violenza per rimanere al sicuro e libere dalla violenza.

Occorre agire durante i 16 giorni di iniziative di quest'anno per porre fine alla violenza di genere. La campagna UNiTE by 2030 to End Violence against Women (campagna UNiTE) del Segretario generale delle Nazioni Unite, gestita da UN Women, è uno sforzo pluriennale volto a prevenire ed eliminare la violenza contro donne e ragazze in tutto il mondo. Chiede ai governi, alla società civile, alle organizzazioni femminili, ai giovani, al settore privato, ai media e all'intero sistema delle Nazioni Unite di unire le forze per affrontare la pandemia globale di violenza contro donne e ragazze.

Nel nostro paese l’ultimo Report, realizzato dall’Organismo permanente di monitoraggio, durante l’emergenza coronavirus, si rileva che a partire dalla fine di marzo si assiste ad un costante e graduale incremento dei “reati spia” della violenza di genere (atti persecutori, maltrattamenti e violenza sessuale).

E se consideriamo che è poco più di un anno che, in Italia, ha fatto il suo ingresso nell’ordinamento penale il codice rosso con l’obiettivo di prevenire il Femmini-cidio e proteggere le vittime, arriviamo facilmente a una triste conclusione: ai carnefici non spaventa la portata della pena quando l’odio li assale nella furia omicidiaria.

Che fare, allora?
E’ del tutto evidente che vanno supportate le asso-ciazioni del territorio che possono concretamente es-sere vicine a chi vive, nel quotidiano, la violenza psi-cologica e fisica. Ma non basta.
La politica, le forze dell’ordine, la scuola, i centri anti violenza sono porte a cui le donne devono poter bussare, trovandole sempre aperte.

La preoccupazione per l’emergenza-covid non cancel-la la volontà di essere in prima linea nella difesa dei diritti delle donne, che sono parte integrante, impre-scindibile e inalienabile dei Diritti Umani.
Le donne devono poter contare sulle leggi, sul diritto, sui valori civili di chi deve tutelare la loro dignità e la loro felicità.

Non lasciamole sole!
Utilizziamo tutto il periodo di emergenza sanitaria per associare alla mascherina chirurgica, che ci protegge dal virus, il numero #1522, che protegge dalla violen-za!

Grazia Labate

Ricercatrice in economia sanitaria già sottosegretaria alla sanità

24 novembre 2020