in questo anno è stata evidente la forza delle donne, nei servizi sanitari, negli ospedali, nei servizi sociali, nel volontariato, nella scienza, nelle fabbriche, nelle famiglie, nelle scuole nelle università. Bisogna che questa forza individuale diventi forza collettiva.
In questo anno di dura pandemia abbiamo imparato tante cose che non dobbiamo né possiamo dimenticare.
Abbiamo toccato con mano la nostra fragilità, abbiamo scoperto quanto siamo connessi e legati le une alle altre, gli uni agli altri, abbiamo visto il mondo in casa nostra. Abbiamo visto la sofferenza di chi lascia questa vita nella più profonda solitudine. La bellezza delle persone che possono incontrarsi , la forza e la bellezza delle relazioni umane. Abbiamo visto i volti inediti della povertà. Molti bambini, molte donne, molti anziani , molti immigrati.
Abbiamo visto la fatica delle donne ed il prezzo altissimo che hanno pagato in termini di perdita del posto di lavoro, di aumento del carico famigliare, di violenza dei femminicidi.
L’emergenza ha messo in risalto i problemi strutturali del nostro paese, quelli che nonostante le nostre battaglie condotte con tanta fatica nel corso di tanti anni per conquistare le leggi , non si sono tradotti in scelte politiche coerenti nel governo del paese.
La buona e piena occupazione femminile, la parità salariale, gli asili nido, i servizi sociali, la lotta contro la violenza sessuale.
E così l’alto tasso di disoccupazione femminile, la disparità salariale, la mancanza di asili nido, la mancanza di servizi sociali sono diventati la vergogna del nostro paese. Non i problemi delle donne ma i problemi che rendono meno forte, competitivo, inclusivo il nostro Paese. Non i problemi delle donne ma i problemi che attengono alla crescita, allo sviluppo del paese, alla coesione sociale. Bisogna risolverli ora, devono ispirare le scelte del Next Generetion Eu. Devono essere le priorità di questo governo.
Lo esige il nostro paese. Lo esige la forza delle donne.
Perché in questo anno è stata evidente la forza delle donne, nei servizi sanitari, negli ospedali, nei servizi sociali, nel volontariato, nella scienza, nelle fabbriche, nelle famiglie, nelle scuole nelle università. Bisogna che questa forza individuale diventi forza collettiva. Bisogna costruire una alleanza tra donne per vincere una scommessa : stabilire un rapporto nuovo tra la nostra vita e la politica, fare in modo che la nostra vita invada le istituzioni della politica, i governi ed i partiti che la compongono ,diventi per loro materiale ingombrante,li obblighi ad inciampare in essa.
Bisogna costruire una forza d’urto femminile per cancellare le VERGOGNE che umiliano le donne e deturpano il nostro paese.
Dobbiamo diventare noi donne, laeder della rinascita della politica e della sinistra.
Bisogna rendere concreto il paradigma della cura della vita, che questa pandemia ci consegna come il punto di vista da cui partire per costruire una società umana. Una società a misura di donne e uomini.
La cura della vita è una visione del mondo, della società, delle priorità politiche. Essa vive e si realizza se si nutre di una pratica politica. Quella del PRENDERSI CURA DELLE PERSONE. La pratica politica che costruisce relazioni umane, comunità, aiuta le persone a risolvere i loro problemi, li sollecita ad essere attivi a sprigionare la propria forza, creatività e competenza.
Questa pratica politica deve diventare ingrediente della cittadinanza e della democrazia.
Solo attraverso la costruzione di relazioni umane, solo attraverso il prendersi cura delle persone la politica può recuperare autorevolezza e credibilità. Le donne ne siano le Laeder, le tenaci maestre...
Livia Turco
08 marzo 2021