Un divario, quello di genere, che emerge anche nella politica. Ben 119 paesi, compresa l’Italia, non hanno mai avuto una donna capo di stato.
La discriminazione delle donne "non è solo ingiusta e immorale, ma è anche miope”. Le parole di Mario Draghi sono nette ed inequivocabili quando ha preso la parola al Women Leaders Political Summit 2021,
"Il nostro obiettivo è quello di investire, entro il 2026, almeno 7 miliardi di euro per la promozione dell'uguaglianza di genere", spiega il premier annunciando, per agosto, un summit ad hoc sul dossier nell'ambito della presidenza italiana del G20.
Gli fa eco la presidente della Bce Christine Lagarde che afferma: "Di fronte a sfide senza precedenti non possiamo lasciare ai margini il talento delle donne". "Le nostre società si stanno lasciando sfuggire alcune delle migliori leader del futuro". Il Presidente Draghi, sa bene come "la partecipazione delle donne al mercato del lavoro risulta essere 27 punti percentuali in meno rispetto a quella degli uomini".
Un divario, quello di genere, che emerge anche nella politica. Ben 119 paesi, compresa l’Italia, non hanno mai avuto una donna capo di stato.
"Le disuguaglianze di genere nelle nostre società sono significative. Le donne sono capi di Stato o di governo in soli 22 Paesi; solo il 21,9% di tutti i ministri nel mondo sono donne". Nell'edizione del 2021, il Wpl ha puntato i fari sul fattore Covid e sulla necessità di garantire che le donne leader siano in prima fila nella costruzione del mondo post-pandemico.
"Dobbiamo rafforzare i nostri sistemi di sicurezza sociale in modo tale da favorire l'evoluzione delle carriere delle donne", sottolinea a sua volta Draghi, spiegando come l'Italia si stia muovendo. "Negli ultimi 15 anni, l'Italia ha registrato il tasso di crescita più alto d'Europa per quanto riguarda il numero di donne presenti nel Parlamento. Nel 2004, le donne rappresentavano solo il 9,9% del numero totale di parlamentari.
Oggi tale percentuale ha raggiunto il 35,8% e il nostro governo vanta il numero più alto di sottosegretarie donne nella storia d'Italia", ricorda il premier.
Piccoli passi destinati, grazie anche alle risorse del Recovery Fund, ad aumentare la propria ampiezza.
Ci fa piacere che il premier parli chiaramente di parità di genere perché tutti devono entrare nell'ordine delle idee che ridurre il gender gap è una priorità per tutti ed è anche l'unico modo per garantire una crescita economica stabile e duratura.
Il presidente del Consiglio ha chiesto alle aziende di fare di più insieme alla politica "per dare potere a una nuova generazione di donne e costruire un mondo più equo". "Le decisioni che assumiamo oggi determinano come la nostra società evolverà in futuro", ha detto Draghi sostenendo che “siamo ancora lontani dal raggiungere una reale parità di genere".
Secondo il premier "Governi e imprese devono lavorare insieme per superare queste disparità: In Italia abbiamo un divario retributivo tra uomini e donne del 5%, ma, anche se il dato risulta ben al di sotto della media europea, la situazione è lungi dall'essere rosea. Se infatti si prende in considerazione il gender overall earnings gap, ossia la differenza media tra stipendi annuali di uomini e donne scopriamo che nel 2014 era pari al 43,7% in Italia, contro una media europea del 39,6 per cento. A questo va aggiunto il tasso di disoccupazione delle donne drasticamente aumentato con la pandemia, il lavoro precario in buona parte al femminile e la segregazione orizzontale e verticale che vede - come ha fatto notare Draghi - la presenza di poche professioniste ai vertici oltre che la "segregazione" appunto delle donne in alcuni settori lavorativi specifici.
“Le aziende dovrebbero garantire che sia preselezionato per le candidature un numero sufficiente di donne qualificate” mentre i “governi possono fare di più per aumentare il numero di donne nella scienza e nei settori correlati in rapida crescita”. Ha anche sottolineato che il "G20Empower è un forum importante per affrontare le disuguaglianze di genere" e che "in qualità di Presidenza del G20, l'Italia sostiene pienamente questo sforzo". Draghi ha dichiarato di voler stanziare "fondi a sostegno dell'imprenditoria femminile" e "introdurre una clausola di condizionalità per fare in modo che le imprese assumano più donne".
Per ora sono stati stanziati per la parità di genere 7 miliardi, parte dei 204,5 miliardi del Recovery Fund italiano senza però, prevedere una missione specifica per la parità di genere vista come obiettivo trasversale. Si tratta di una percentuale ancora decisamente bassa rispetto alla gravità del problema, per "costruire un mondo più equo" la strada è ancora lunga.
Grazia Labate
Ricercatrice in economia sanitaria già sottosegretaria alla sanità
11 luglio 2021