Oriana Fallaci - Corriere della Sera, 30 dicembre 1962
a cura di:
Claudia Giurintano
e
Francesca Russo
Le relazioni del 28 aprile
Le relazioni del 29 aprile
Rispondo così, citando Gianni Rodari, a chi mi chiede chi era Nilde Iotti.
La diffusione del Covid-19 invisibile ed impalpabile eppure mortale ci ha fatto sentire che non siamo onnipotenti ma fragili. La scoperta della fragilità è l’esperienza che stiamo facendo. Che non dobbiamo vivere solo come debolezza o come condizione passeggera ma come la restituzione della nostra reale condizione di esseri umani, la reale condizione della nostra umanità. Dobbiamo elaborare questa condizione di fragilità per capire cosa significhi e far scaturire da essa nuovi pensieri, nuovi paradigmi con cui guardare il mondo.
La donna deve essere messa nella condizione di poter scegliere e non di dover essere obbligata a scegliere: dove non c’è libertà non c’è scelta. La pandemia da Covid-19 ci ha quindi crudelmente offerto questa nuova opportunità di ripensare ai tempi del lavoro e della vita...
Non ho risposto alla chiamata per andare al fronte a combattere una guerra, come è stato impropriamente detto. Ma, di certo, sono andata con emozione, timore e consapevole di tutti i miei limiti, ad affrontare una situazione inedita e sconosciuta, al solo scopo di curare e/o aiutare a curare, o almeno a tentare di farlo. Perché questo un medico fa. Accorre e soccorre. A 25 anni, quando si è freschi di studi, a 50, nel pieno dell’esercizio della professione, a 70 quando si sono tirati i remi in barca e si ha un bagaglio con varie esperienze
Convinta della mia doppia appartenenza, aggiungo: non c’è Mondo che tenga, se non attraverso un nuovo modello, ovvero il modello rivolto alla Convivenza e all’Unità/Unione. Questa sarà una delle sfide per il prossimo futuro onde poter lasciare un Mondo migliore ai nostri figli e tale sfida dipenderà dalla sana intelligenza Umana.
Le 15 proposte presentate in questo Rapporto si concentrano sulle disuguaglianze di ricchezza, privata e comune. Esse
mirano a modificare i principali meccanismi che determinano la formazione e la distribuzione della ricchezza: il cambiamento tecnologico, la relazione fra lavoratori e lavoratrici e chi controlla le imprese, il passaggio generazionale della ricchezza stessa.
Promuovere la cultura come “strumento essenziale per il rilancio del sistema paese”. La richiesta arriva dall'Associazione delle Istituzioni di cultura italiane (AICI), che comprende 120 tra fondazioni e istituti culturali, in concomitanza con l'assemblea dei suoi soci, che si è svolta via web, martedì 28 aprile.
La questione dunque che oggi si ripropone con più urgenza è dunque come ripensare i modelli assistenziali di RSA e come costruire una forte rete di domiciliarizzazione, a diversa intensità di cura, rivedendo modalità operative, contesti di accoglienza (cohousing o altre esperienze), integrazione sociale e sanitaria in rapporto ai fabbisogni reali della persona. Occorre far presto però.
Oggi in Italia su circa ottomila comuni ce ne sono 5.800 sotto i 5mila abitanti e di questi oltre 2.000 sono in stato di abbandono. Lo spopolamento si vede ormai ad occhio nudo come il ritiro dei ghiacciai sulle nostre montagne. Nel mio stesso paesino in Umbria, che certo non si può definire abbandonato, stringe il cuore vedere quante case non siano più abitate, quanti cartelli “vendesi” di quelle che erano seconde case ci sono in giro, quanti giovani sono andati via per ragioni di lavoro o anche per semplice comodità.
“Cari concittadini, la nostra peculiarità nel saper superare le avversità deve accompagnarci anche oggi, nella dura prova di una malattia che ha spezzato tante vite. Per dedicarci al recupero di una piena sicurezza per la salute e a una azione di rilancio e di rinnovata capacità di progettazione economica e sociale. A questa impresa siamo chiamati tutti, istituzioni e cittadini, forze politiche, forze sociali ed economiche, professionisti, intellettuali, operatori di ogni settore”.
Una timida ripresa dell’ attività politica, in Basilicata, si registrò già a partire dal 1942, quando gli esponenti delle forze antifasciste attive nel periodo liberale ricominciarono ad incontrarsi fra loro. Nel giugno 1942 i socialisti Vincenzo Torrio e Oreste Lizzadri iniziarono a riorganizzare il Psiup nella clandestinità. Una trattazione maggiormente approfondita merita l’istituzione della “Repubblica” di Maschito che durò una ventina di giorni prima di essere sciolta dagli alleati...
La «Resistenza taciuta». Non si deve nascondere che, per decenni, a livello storiografico ed istituzionale l’apporto delle donne alla Resistenza non è stato mai adeguatamente riconosciuto, rimanendo relegato ad un ruolo secondario, che scontava "di fatto" una visione in cui anche la Lotta di Liberazione veniva "declinata" al «maschile».
Dal 20 aprile e fino al 26 è possibile vedere gratuitamente in streaming su OpenDDB questo autentico racconto corale di donne che, di diverse estrazioni sociali, culturali e politiche, presero parte all’unanimità a una lotta che andava ben oltre la liberazione dal nazifascismo e che segnò un momento decisivo nel percorso di emancipazione femminile.
"Io sono diventata antifascista all'età di 9 anni, per certe ingiustizie che mi venivano imposte a scuola e che somigliavano all'autoritarismo fascista."
Sabato 25 aprile il film sulla partigiana modenese eletta nel primo parlamento repubblicano nel 1948
Alice Noli, una ragazza esemplare perché in sé aveva gli elementi più belli delle donne della Resistenza: il coraggio, la nobiltà di pensiero e la consapevolezza di quanto le azioni del singolo possano influire positivamente sugli uomini e sulla Storia.
Il Servizio Civile Universale e obbligatorio sarebbe una grande politica che aiuta la promozione delle competenze dei giovani nei beni comuni, a costruire concretamente la comunità e il welfare universalistico e comunitario. Darebbe un volto nuovo alla democrazia e avrebbe un grande valore simbolico. Si può tornare a discuterne?
Il modo migliore di rendere onore ai nostri vecchi che sono stati uccisi dal virus che ci tiene prigionieri è l’impegno che dobbiamo assumerci fin da ora a costruire politiche decenti per le persone anziane.
Livia Turco, Presidente della Fondazione: «Nilde oggi si batterebbe per leggi su smart working, sostegno alle madri lavoratrici e lotta alla violenza di genere». Le iniziative della Fondazione per i 100 anni: Da Rosa Russo Iervolino a Franca Chiaramonte, le testimonianze del ricordo. Incontri nelle scuole, riedizione del libro dei Discorsi Parlamentari, scaricabile gratuitamente e intitolazioni di vie della città
Oggetto dell’analisi di Marco Omizzolo è la comunità indiana dell’Agro pontino (Latina e d’intorni) impiegata nell’agricoltura, un’agricoltura intensiva nelle serre e all’aperto, che produce prevalentemente ortaggi e frutta, con due, tre raccolti all’anno. E’ una comunità sikh, molto unita e coesa, che si riconosce nella comune area di provenienza (Punjab).
Oriana Fallaci - Corriere della Sera, 30 dicembre 1962
a cura di:
Claudia Giurintano
e
Francesca Russo
Le relazioni del 28 aprile
Le relazioni del 29 aprile
La Fondazione NILDE IOTTI organizza la conferenza nazionale "L'ITALIA DELLA CONVIVENZA" il 28 e 29 APRILE 2023
presso il TEATRO ROSSINI in VIA DI SANTA CHIARA 14 a ROMA
Per accreditarsi scrivere a info@fondazionenildeiotti.it entro giovedì 27 aprile 2023.