Oriana Fallaci - Corriere della Sera, 30 dicembre 1962
a cura di:
Claudia Giurintano
e
Francesca Russo
Le relazioni del 28 aprile
Le relazioni del 29 aprile
Da Nilde Iotti ho imparato molto. Innanzi tutto la pazienza nell’argomentare le proprie ragioni, la capacità all’ascolto, il rispetto per le opinioni altrui e insieme il non venire meno mai ai propri principie e alle proprie convinzioni profonde. Principalmente ho imparato il valore del saper resistere.
Le proposte di Alleanza per l'Infanzia per i circa 6 milioni di famiglie con figli under 18 e 10 milioni di bambini ed adolescenti. Circa un quarto delle famiglie italiane ha minori in casa e una persona su sei nella popolazione è minorenne. Si tratta delle famiglie e i soggetti più colpiti dalle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, nell’immediato, ma potenzialmente anche nel medio-lungo periodo.
Fierezza e dignità, coerenza politica e dolcezza materna: queste sono le doti grandi che Milli vedeva in Nilde e naturalmente cercava di assorbire (Milli così drastica, a volte di una durezza che non contemplava repliche).
La sua biografia si è sempre arricchita di scelte personali, anche private e privatissime, che, in certi ambienti politici della stessa sinistra italiana, hanno fatto scalpore e, alla fine, modificato costume e mentalità.
"Oggi Nilde Iotti e le atre donne che come lei hanno vissuto la drammaticità della Guerra ci solleciterebbero ad affontare la nostra emergenza assumendoci le nostre responsabilità per costruire un nuovo pensiero, nuove politiche per costruire un mondo nuovo e un nuovo umanesimo che abbia al centro il valore della vita le a dignità della persona".
Emblematicamente la sua storia personale è intrecciata con quella del movimento per i diritti della donna. L’emancipazione e la liberazione femminile hanno segnato la seconda metà del secolo scorso e contribuito in modo decisivo allo sviluppo della nostra società: Nilde Iotti ne divenne anche un simbolo divenendo, prima donna nella storia repubblicana, Presidente della Camera.
Il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani accoglie la proposta della consigliera Alessandra Nardini
Era il maggio del 1974. In piazza San Carlo a Torino si teneva la chiusura della campagna elettale del referendum sulla legge sul divorzio con il comizio di Nilde Iotti. Segretario del PCI torinese era Iginio Ariemma, un comunista speciale, dirigente politico ed intellettuale, che ci ha lasciato pochi mesi fa dopo una dura malattia consegnandoci un suo ultimo bellissimo libro “Perché sono stato Comunista”.
La Camera ha rappresentato, almeno per me, un po’ una famiglia: ogni mattina Nilde mi chiamava – “vieni qua”- per vedere come ero vestita e le scarpe che portavo. Molto spesso mi rimproverava: “Perché hai delle scarpe così brutte?” oppure “Ti sei messa un vestito indecente”.
La moda trasandata, le gonne a fiorellini, gli zoccoli non le andavano giù. Ma allora quest’idea che il partito fosse una sorta di famiglia funzionava e aveva le sue regole...
Non si dice mai che, esaurito il mandato presidenziale, ha continuato ad essere ed a comportarsi da parlamentare “semplice”. Sempre puntuale alle sedute d’Aula, non si è risparmiata. Io la ricordo seduta ad attendere a sedute lunghissime, votando fino a tarda sera, senza un segno di stanchezza, senza un segno di impazienza.
Ho conosciuto Nilde quando ero giovane segretaria di Milano e poi della Federazione. Abbiamo voluto e avuto l’onore che fosse la capolista alle elezioni politiche più volte. Lei, attaccatissima alla sua terra e allora Presidente della Camera, amava la mia città e la sua modernità. La voleva conoscere nei vari risvolti della cultura, delle fabbriche, dell’arte, dei comuni attorno, dei suoi coetanei partigiani.
Ho ancora il suo splendido foulard, lo conservo tra le mie cose più care, nella carta velina, ed ogni tanto quando Ester mia figlia, viene a frugare nella mia cassapanca, lo prende e mi dice mamma “ma quanto tempo è che non lo metti” ed io la guardo e le dico “non sciuparlo, quello me lo ha regalato Nilde Iotti, la prima donna Presidente della Camera dei Deputati.
Fu organizzata una forte e diffusa campagna stampa a sostegno della richiesta di “processare” la Jervolino. Aperta la riunione i Presidenti Fanfani e Iotti dettero a me la parola per fare il punto della situazione...Sono ormai passati tanti anni e quindi non è facile cogliere l’importanza politica del comportamento della Iotti che fu di una correttezza estrema e che costituisce e che costituisce un’ulteriore prova della sua correttezza istituzionale.
Per la mia generazione Nilde Iotti ha incarnato il senso dello Stato. La capacità della parte, e di una donna di parte -e Nilde era donna di parte- di trasformarsi in rappresentante di tutti. Lì, in quei passaggi, la lotta per l’egemonia è stata vincente per il grande filone storico-politico del comunismo italiano.
Un’altra volta, durante un pranzo alla Maddalena, chiacchierando, abbiamo ricordato Togliatti. A quel punto, Nilde ha preso la borsa, ha sfilato il suo portafoglio, l’ha aperto e ci ha mostrato una foto di Togliatti, esclamando con amore “ era bello vero?”...
La prima volta virtuale e poi tante prime volte: la prima volta in cui ho votato una donna Presidente della Camera, la prima volta di una donna autorevole che ci insegnava ad essere libere, la prima volta di una dirigente politica che ci manifestava consenso e dissenso, senza compiacimenti o scomuniche.
Ero all’ingresso del grande centro congressi e lei arrivò. Mi precipitai ad accoglierla. Non nascondo che ero un po’ intimidita, la sua figura destava qualche soggezione. La prima donna Presidente della Camera, la signora che con la sua naturale e austera eleganza sapeva farsi rispettare da tutti, una persona che aveva attraversato passaggi cruciali della nostra storia.
La sua persona all’epoca appariva un po’ distaccata e molto compresa nel ruolo. Nascondeva in realtà un temperamento vivacissimo, forti convinzioni e uno sguardo davvero rivoluzionario, risalente agli anni della sua prima esperienza politica, coraggiosa staffetta partigiana..
Oriana Fallaci - Corriere della Sera, 30 dicembre 1962
a cura di:
Claudia Giurintano
e
Francesca Russo
Le relazioni del 28 aprile
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presso il TEATRO ROSSINI in VIA DI SANTA CHIARA 14 a ROMA
Per accreditarsi scrivere a info@fondazionenildeiotti.it entro giovedì 27 aprile 2023.